| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Chi è Virginia?”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Rachele Sciortino - È come una verità o un'entità che esiste ma è tanto complessa che non la si trova. È una creatura auto-promanata? È una fisicità materializzatasi o un'entità emanata dalla fantasia dell'inconscio? Oppure è un angelo in soccorso ad una infelice? L'argomento ricorrente fondamentale è univoco, ossia il sunto è l'empatia, l'empatia è il sentimento con cui la protagonista entra in sintonia con i sentimenti dell'altro, in questo caso dell'amato.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Rachele Sciortino - Dare una visione olistica di “Chi è Virginia?” senza potere togliere il piacere della lettura, la curiosità della scoperta che come un giallo lo cerchi in ogni pagina e lo scopri alla fine, è privare di centellinare il linguaggio, lo scorrere dello svolgimento.
Il mistero, l'enigma leonardesco della Gioconda, tuttora fonte di studi, in "Chi è Virginia?" il mistero va assaporato, capito.
È “come” la lettera di Edgar Allan Poe, il mistero che coinvolge tre persone di cui una donna che custodisce il suo segreto, troppo facile per capirlo.
La realtà fra le righe che ho voluto incidere sono dei sentimenti; emozione, gratitudine, dolore; ed errori di vita quotidiana superabili con la buona volontà.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Rachele Sciortino - Gli argomenti che voglio emergano sono: l'amore, cercare di capire e perdonare. Fare una riflessione su se stessi, non avere remore di chiedere aiuto. Sebbene si abbia la coscienza tranquilla (come la protagonista), affrontare, prendere provvedimenti e dialogare cosa si può fare per aiutare la/e persona/e che amiamo, senza far pesare il protagonismo del proprio ego.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Chi è Virginia?”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Rachele Sciortino - Nel libro, la protagonista vuole salvare il suo matrimonio, l'amore a cui si è dedicata anima e corpo.
L'unità di un nucleo famigliare è la cosa che vorrei che tutti facciano. Ci sono troppe coppie “scoppiate”, famiglie alla deriva che con buona volontà potrebbero rimanere unite, considerando che tutti abbiamo il proprio ego. Pensare al futuro prima di formare una famiglia, senza precipitarsi verso gli amori meteore.
Con il libro "Chi è Virginia?" ho voluto evidenziare il problema del tradimento e della sessualità, che è il sale della copia. Il sesso non è un tabù, fa parte della complessità dell'esigenza del nostro corpo. Come ascoltiamo con piacere la musica, odoriamo il profumo dei fiori e ci beiamo della loro bellezza, l'eros ha il linguaggio del corpo, le sue corde che vogliono vibrare.
Può succedere che il partner abbia problemi di vario genere, la comprensione dà la forza di aiutarsi. Spesso uno ha problemi di libido, o qualcosa inerente alle sfere intime. Aiutarsi, ecco è ciò che vorrei dire con "Chi è Virginia?".
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Rachele Sciortino - Il nome è stato scelto perché Virginia, dal latino virgo, vuol dire vergine. Il vissuto di una fanciulla orfana, vilipesa, osteggiata nella sua femminilità, che col tempo, grazie alla sua intelligenza, è riuscita ad emergere in un'aulica personalità. La protagonista, per amore, si propose dei piccoli cambiamenti, allorché capì che le esigenze del corpo non sono disgiunte da quelle culturali, mentali: il talamo coniugale non va vissuto solamente con casta femminilità, con i dettami della procreazione.
"Chi è Virginia?", come "Utesus" o "Desirèe", sono ispirazioni nate dalla scuola della vita. Guardarsi attorno: famiglie in rovina, imposizione della propria cultura, guerre rovinose, sono letture che vorrebbero essere un'incitazione a non fare certi errori, ad essere più umili. Come citava il moto del tempio, con cui spesso Socrate ripeteva “Conosci te stesso”, io penso che ognuno, vedendo le proprie debolezze e aspirazioni, riesce a capire chi ci è vicino. Il nostro prossimo siamo noi stessi
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Rachele Sciortino - L'arte che più amo è l'architettura, che spesso cito nei miei libri. Da come si può evincere pure in "Chi è Virginia?" ci sono delle descrizioni architettoniche e urbanistiche che mi diverto a descrivere. Certo che adoro: Antonio Palladio (I), Antoni Gaudì (Sp), Filippo Juvarra (I), Oscar Niemer (Brasile)...
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Rachele Sciortino - La buona letteratura in genere, amo i classici, storici, mitologici e le varie religioni specialmente la biblica, e la mia atea. La cultura agnostica, cioè senza conoscenza, nella quale equivale il può esistere e il non può esistere. Dalla notte dei tempi l'uomo si è creato degli Dei creatori. Mi affascina la teoria del principio cosmologico, l'espandersi dell'universo, la nascita e fine delle stelle che diventano supernove, il nostro sole è una stella che ci dà la vita.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Rachele Sciortino - Adoro centellinare le parole impresse nei libri, indugiare prima di voltare pagina e dialogo con loro, sottolineo, faccio stelline (importante) freccette (date frasi). È un modo poco ortodosso di amare i libri? Essi sono i miei amici, con cui dialogo, divido le mie emozioni, il mio piacere, l'interesse.
Il problema spazio è risolto col digitale in borsetta, al mare o in campagna esso sempre ci accompagna, è l'amico in borsetta.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Rachele Sciortino - La sofferenza di essere orfana poco più che bambina. La paternità negativa, il contesto sociale che ti giudica dallo status. Il pensiero di suicidio spesso pensato, la morte liberatrice, che ho impresso fra le righe in diverse forme, come la decisione di Elois in "Chi è Virginia?".
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Chi è Virginia?” se non lo avesse scritto.
Rachele Sciortino - Lo vorrei perché parla al cuore. La protagonista mi suggerisce che si può migliorare, con la comprensione aiutiamo chi amiamo e di conseguenza noi stessi. Il sentimento di riconoscenza di Elois, di aiutare l'amico, “prima” del fatico proposito, ha salvato pure se stesso dal programmato suicidio.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Rachele Sciortino - È alla fine "Innocenti" storie di condanne affrettate e ingiuste...
Sto già pensando a "Il giardino di Susanna" (ma sono incerta, parla di vaccini e di autismo).
Prezzo di copertina: Euro 12
Diventa nostro amico su Facebook
www.facebook.com/alettieditore
Seguici su Twitter
www.twitter.com/alettieditore
Visita il nostro Canale Televisivo Youtube
www.youtube.com/alettieditorechannel
|