| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Alla ricerca delle Note Musicali (La vera storia della scomparsa di Atlantide...?)"?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - La nostra comune esperienza nel mondo della disabilità e una scellerata passione per la musica sono stati i motivi che hanno contribuito alla realizzazione del libro. La vita quotidiana propone costantemente problematiche di ogni genere, di facile o difficoltosa soluzione, coinvolgendoci direttamente oppure in soccorso di qualcuno che ha bisogno. Ebbene, quando questi impegni sovraccaricano le nostre giornate, ecco che sorge quel misterioso bisogno di qualcosa che acquieti le ansie, le preoccupazioni, e la musica è il primo sostegno a cui ci affidiamo. Bastano pochi minuti ad occhi chiusi, con la musica che inonda le orecchie, per sentirsi catapultati in un mondo irreale pieno di armonia, dove poter liberare le emozioni, dove trovare un buon conforto nei momenti bui ed esserne consolati. D’altronde, non a caso, si dice “canta che ti passa”.
Nel nostro caso, vivendo quotidianamente a stretto contatto con la realtà della disabilità, la musica diventa quella forza inspiegabile che riesce ad attrarre interesse laddove solitamente è molto difficile, che riesce a stimolare quelle aree ritmiche della mente, con l’effetto risultante di generare reazioni motorie positive nei ragazzi affetti da “gioiosità”.
Le note musicali menzionate nel titolo del libro sono il sinonimo di quelle occasioni che, nella vita quotidiana, si perdono perché nessuno (né i nostri ragazzi “gioiosi”, né i cosiddetti “normodotati”) riesce nell’impresa di coglierle al volo e trasformarle in lieta realtà armonizzata.
E siccome “chi cerca, trova”, nella continua ricerca di riavere un’altra occasione, ecco che prima o poi le note giuste si trovano, forse le stesse o forse altre rinnovate, con il risultato di conferire loro la giusta consonanza e di sopraggiungere ad un successo dal suono appagante.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per voi fondamentali, che trattate in questo volume?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Come già detto, la disabilità, in tutte le sue forme, è l’argomento principale del libro.
Il personaggio dell’Androide Sido, che governa un’astronave musicale carica di ragazzi “gioiosi” proveniente dal Cosmo dell’Armonia, rappresenta tutti quegli operatori sanitari che ogni giorno si prendono cura, con impegno e dedizione, delle persone handicappate trasformando le loro giornate noiose e immotivate in piacevoli tasselli di vita vissuta.
I tre buontemponi (Bucìa, Ipòcrisia e Discòrdia), tanto illusori ma sempre attuali, si ritagliano anche loro una buona parte nella realtà della disabilità, in special modo se osservata dalla visuale delle persone c.d. “normodotate”, la cui scarsa conoscenza per le patologie invalidanti crea paure inconsulte, pregiudizi affrettati e pietismo ingiustificato.
La Musica, in particolare quella leggera, cioè quell’energia misteriosa che alimenta l’Universo dell’Armonia, vale a dire il Pianeta in cui vivono i “Gioiosi”, e, ovviamente, la Natura, che è l’ecosistema in cui viviamo la nostra quotidianità che, dopo tutto, è lo stesso ambiente in cui vivono i “Gioiosi”.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Ebbene sì, la nostra realtà ha inciso parecchio nell’elaborazione del libro, perché ci ha dato la possibilità di raccontare che, al di là di un’ottica superficiale che percepisce un’esistenza piena di difficoltà e sofferenza, ne esiste un’altra all’interno della quale dove, per quanto ingarbugliata possa sembrare, è invece tutto ordinario e regolare. Ed è proprio questa vita normale, dove il normale scorre normalmente, dove si compiono tutte quelle azioni normali che il mondo normodotato etichetta frettolosamente come “sorprendenti”, che abbiamo voluto mettere in luce. La fantasia è stata un’ottima sostenitrice nella stesura del libro, ma effettivamente non è che si discosti molto da ciò che realmente succede nella quotidianità della disabilità.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa avete voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo vostro libro?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - I ricordi, i giochi, le marachelle, gli insegnamenti e il clima sereno e gioviale della fanciullezza vissuta nei Rioni popolari Prenestino e Tuscolano di Roma. Quartieri concepiti con casermoni abitativi di sette/otto piani dove, il più delle volte, complice la precarietà del lavoro e condizioni familiari difficoltose, nei singoli appartamenti dimoravano più famiglie. Il cortile interno proibito ai ragazzini: se solo ti fermavi un minuto a salutare un amichetto che abitava nello stesso cortile, ecco che il Sor Fausto, il portiere, usciva fuori dalla guardiola e cominciava a gridare di fare silenzio e di rientrare subito a casa. La scuola che era a poca distanza da casa, e noi ci andavamo da soli, ma accompagnati fino al suo ingresso dall’occhio vigile di tutte le mamme affacciate alle finestre.
I profumi delle pietanze cucinate in casa che si riversavano per le vie del quartiere all’ora del rientro dalla scuola. La merenda con due fette di pane casereccio intrise di sugo o, per i più fortunati, con la rosetta imbottita col formaggino. Le serate estive giocando a palla, campana, nasconderella, le figurine dei calciatori, sotto lo sguardo sempre attento delle mamme e delle nonne sedute in strada a chiacchierare sulle sedie portate da casa. Le serenate cantate alle proprie amate dai “ragazzi grandi”, il rispetto e il saluto verso le persone anziane, l’educazione severa ricevuta, il rumore e il dolore delle “sberle” meritate quando si combinava una monelleria più grossa, e tanti altri aneddoti che si perdono nella memoria del tempo.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Alla ricerca delle Note Musicali (La vera storia della scomparsa di Atlantide...?)”, se doveste isolare degli episodi che ricordate con particolare favore come li descrivereste?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - In verità, ci piacerebbe isolarli un po’ tutti, perché ognuno ha per noi il proprio specifico valore e significato. Però, se proprio dobbiamo sceglierne uno, l’impulso più forte ci protende verso l’incontro con il “Trio”, tanto allegorico quanto contemporaneo, dove gli stessi personaggi (Bucìa, Discòrdia e Ipòcrisia, vale a dire le maggiori fonti di alimentazione dei molteplici guai che assillano l’Umanità), stanno fuggendo loro stessi dai propri allievi, divenuti nel tempo per gli insegnamenti ricevuti più prepotenti e malvagi di loro: il classico aforisma “l’allievo che supera il maestro”.
Domanda - Quali sono le vostre fonti di ispirazione: altri autori che ritenete fondamentali nella vostra formazione culturale e sentimentale?
Risponde Umberto. – L’impulso base proviene dal concetto che mi è sempre piaciuto interessarmi dell’universo infinito e ancora tanto ignoto; mi affascina il pensiero di sapere che vi sono altri pianeti abitati oltre il nostro. Sono sempre stato appassionato dei film di fantascienza, in primis la serie televisiva di “Star Trek”. L’ispirazione per la realizzazione della nostra opera è venuta dopo aver letto il libro di Stephen Hawking “la Teoria del Tutto”, a cui, a livello sentimentale, abbiamo amalgamato l’Amore per la Famiglia, nel mio caso, per mia moglie Carla con cui condivido ben cinquant’anni di matrimonio, per mia figlia Roberta, e in special modo per i due figli maschi, Alessandro e Simone, nati purtroppo non vedenti e pluriminorati, ospiti tuttora, felicemente integrati, dell’Istituto Serafico di Assisi. Culturalmente parlando, nonostante il mio livello scolastico sia ben distante da quello accademico, mi reputo un buon apprendista di nozioni provenienti dagli organi di informazione, nonché da tutto ciò che sia leggibile: riviste, giornali e libri, specialmente quelli presi “in prestito” da mia moglie, socia assidua di una nota casa editrice specializzata nella vendita dei libri per corrispondenza.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la vostra scrittura?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Sicuramente, il ballo. Siamo cresciuti con la televisione che mandava in onda la Rivista Italiana, il Cabaret, il Varietà e i Musical Americani. Ogni giorno eravamo affascinati dalle performance di Fred Astaire e Ginger Rogers, di Gene Kelly, Ettore Petrolini, Renato Rascel, Delia Scala, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Gino Bramieri, Alberto Sordi, Paolo Panelli, Riccardo Billi, Aldo Fabrizi, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Nino Manfredi, ecc. Addirittura Umberto, con il suo mestiere di idraulico, ha avuto la fortuna di lavorare spesso in casa di Gianni Agus: secondo me, lo faceva apposta a non terminare mai il lavoro, in modo da poterci ritornare più volte. Ognuno di questi grandi personaggi ci ha insegnato qualcosa: il movimento, la gestualità, le battute teatrali senza volgarità, e soprattutto quella singolare ironia prettamente romana. Tutte virtù che, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di riversare nelle battute dei personaggi del libro.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari prediligete?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Ciò che stuzzica meglio il nostro desiderio di conoscenza è sicuramente un buon libro “giallo” con i suoi sconvolgimenti investigativi, ma anche “l’avventura” sprona dei buoni interessi, e poi le leggende mitologiche, la storia, in particolare quella di Roma con i suoi misteri ed i suoi aneddoti.
Domanda - Preferite il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Il libro di carta da tenere nelle mani, senza ombra di dubbio. Apparteniamo alla vecchia generazione del segnalibro di ogni forma e varietà, delle “orecchie alla pagina”, della matita per sottolineare i capoversi da cui si rimane più attratti.
Domanda - Per terminare, qual è stato il vostro rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Un gradevole passatempo che, in quelle ore trascorse a curare l’elaborazione, ci ha permesso di allontanarci dalla dura e caotica realtà per immergerci nell’Universo della Fantasia, sognando un mondo più armonico e solidale per i nostri figli.
Domanda - Un motivo per cui comprereste “Alla ricerca delle Note Musicali (La vera storia della scomparsa di Atlantide...?)” se non lo aveste scritto.
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Il titolo del libro, già da solo, accende una buona dose di curiosità. Si aggiunga, poi, che l’argomento della disabilità, raccontato in vena favolistica, merita un pizzico di attenzione in più da parte dei lettori, magari per poterli avvicinare ad una realtà vivente nel nostro quotidiano da cui nessuno deve sentirsi escluso perché ognuno di noi, nell’incognita del futuro, è un potenziale disabile. Infine, si tenga anche conto della simpatia che suscita la nostra inverosimile “strana coppia” letteraria: non raggiungeremo mai il livello di Lemmon-Matthau, ma due scellerati innamorati della vita e della musica come noi, “ma ‘ndò li trovate?”
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, potete darcene una anticipazione?
Umberto Giuggioli e Michele Marangi - Umberto, da solo, ha già scritto “Nella città del Pentagramma” edito, anche questo, da Aletti. Invece, la “strana coppia” letteraria ha colpito ancora completando la scrittura di una sceneggiatura teatrale intitolata “E … se fosse vero?” che speriamo, quanto prima, di poter mettere in scena in qualche teatro nazionale (anche se sarebbe già una grossa soddisfazione trovarne uno nella periferia più disagiata di Roma!). Per il futuro, si potrebbe tentare di raccontare quali suoni utilizzano i cetacei e le altre forme marine per comunicare tra di loro, e quali potrebbero essere le canzoni del nostro pianeta musicale da poter associare a questi suoni.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp. 120 €13.00
ISBN 978-88-591-2478-8
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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