| Ti dedico i miei occhi, le mie labbra, i miei denti.
Le poesie? Che te ne fai delle mie poesie scritte perchè
non sapevo tacere?
Che te ne fai delle mie poesie che non ti possono amare?
Com'è bello che non siamo né uccelli né devoti all'imbrunire
e non abbiamo le ali ma le braccia.
L'ultima cosa che ci attende non può essere la nostra morte,
perché i desideri del nostro sangue da qualche parte devono continuare.
Tu sei una donna piccola,
tu sei una piccola donna,
e un immortale agosto ti ha portato nelle mie ballate.
Resta col mio ti amo che sopravviverà a tutte le mie
lamentevoli nenie, a tutte le mie trasformazioni.
Resta accanto ai miei occhi.
Sopravviveremo a noi stessi,
non solo nel tumulo delle nostre tombe,
perchè abbiamo saputo, abbiamo saputo, teneri e superbi,
fuggendo dai coltelli e dalle granate, uccidere gli angeli in noi,
continuando a restare angeli.
Posteri, cercateci qualche volta seguendo un filo rosso,
solo i nostri corpi giaceranno sotto la terra muta,
ma calpestate piano,
per non ferire le nostre labbra,
e per non pestare i nostri sguardi morti.
1955
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