| Non è solo uno scrittore, non è solo un uomo di teatro. Lucio Cucinotta può essere definito un «osservatore della realtà» perché, nella sua attività intellettuale, non ha mai perso il contatto con la realtà circostante. E al cronista ha detto: «L’arte serve a migliorarsi».
«Sprazzi d’estro»… perché questo titolo?
Ho scelto questo titolo quando ho deciso di mettere assieme i miei pensieri, sino ad allora tenuti in fogliettini volanti. Ho scelto Sprazzi d’Estro (Aletti Editore 2016, € 12, nda) perché mi sono reso conto che quei pensieri “salvati” su pezzi di carta, per sfuggire all’incuria del tempo, erano stati scritti in determinati momenti che coincidevano con istanti di forte slancio emotivo, da lì il nome.
Lei ha scritto un testo teatrale che è andato in scena a dicembre al Malaspina di Palermo. Può ancora l’arte valere come mezzo di riscatto sociale?
Io credo di sì o almeno me lo auguro.
C’erano un tempo gli “intellettuali militanti”: Lei si riconosce in questa espressione?
Asserire di essere un’intellettuale è molto audace, io mi definisco piuttosto un curioso. Mi piace moltissimo leggere e scrivere utilizzando le diverse forme di linguaggio utili per raggiungere il target di riferimento precedentemente stabilito.
«Non coltivate il talento, che è sempre più spento»: è un verso di una canzone di Giorgio Gaber, provocatorio finché si vuole… Lei crede ancora nel potere educativo dell’arte?
Sono fortemente convinto di questo, poiché il significato stesso di arte, benché si rifaccia al talento naturale ed a forme di creatività a volte anche innate, presuppone comunque uno studio di approfondimento attuo al miglioramento dell’arte stessa; sia essa scrittura, pittura, teatro, cinema. Da ciò possiamo dedurre che non solo, quindi, l’arte porta “l’artista” a migliorarsi, ma nel manifestare tecnicamente ciò che ha appreso attraverso le sue opere è l’artista stesso che porta una conoscenza ai suoi fruitori educandoli, anche, in certi casi.
Per lei il termine “ideologia” ha ancora un senso? E un artista deve contribuire al dibattito politico oppure è meglio che faccia sempre e solo (e bene) il suo mestiere?
Molte cose sono cambiate rispetto al passato, comprese alcune definizioni di un certo spessore come appunto ideologia. Una parola che a mio parere, oggi, risulta sbiadita ed appannata sia nelle nuove generazioni, ma quel che è peggio, nelle vecchie. Tuttavia per rispondere alla sua domanda dico soltanto questo: è giusto avere idee ed è giusto manifestarle, ma è anche vero che un artista, viaggiando su una linea parallela rispetto alle altre persone, si concentra molto sul suo lavoro, interessandosi, a volte, pochissimo a tutto il resto per via di una dedizione continua al suo lavoro.
Qual è la sua visione della sua città e della Sicilia? Il loro è un declino inarrestabile o ci sono margini di recupero?
Ci sono molte cose buone non solo a Messina ma in tutta la Sicilia. Non dimentichiamoci che questa “Terra” ha dato illustri scrittori che hanno un forte peso su tutta la letteratura Italiana: Sciascia, Pirandello, Quasimodo, giusto per citarne alcuni. Eppure a volte, sembra che tutta questa fama sia andata perduta nei tempi, sostituita da politiche di malaffare e connubi sbagliati che hanno portato “la terra del sole” verso una zona d’ombra. Un vero peccato! Bisognerebbe soltanto, a mio modesto parere, concentrarsi principalmente sulle necessità importanti per poter ripartire, tenendo conto delle negatività e delle potenzialità che la Sicilia offre.
Quali saranno le sue prossime iniziative in campo teatrale e letterario?
Attualmente sono in attesa di una risposta da parte dell’editore, inerente a “Luci dall’ombra” che è tra l’altro il mio primo romanzo. Nel frattempo ho cominciato a scriverne uno nuovo, basato sull’omosessualità, portando contemporaneamente avanti anche la scrittura di una serie dal titolo “Giostra web” che, assieme ad alcuni ragazzi messinesi, stiamo cercando di portare avanti da qualche tempo, con enormi difficoltà, perché si tratta di un progetto autoprodotto. Per il teatro, quest’anno dovrei mettere in scena un mio testo dal titolo “Profondità non espresse” a tema psicologico, finito il quale vorrei auto produrre anche il corto da me scritto a tema sociale, relativo al gioco d’azzardo. Insomma un paio di cosette!
Lucio Cucinotta visto da se stesso…in un tweet (140 caratteri)
La prima cosa che posso sicuramente affermare è che sono testardo… Molto testardo! Questa è una delle tante caratteristiche del mio segno.
(Articolo di GIAMPAOLO SCAGLIONE per Centonove)
Link diretto: http://centonove.it/2017/02/03/lucio-cucinotta/
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