| Daniele D’Amico è nato a Brescia 62 anni fa ma ormai romano d’adozione. Sposato, padre di due maschi e nonno di due belle nipotine. Ama il teatro, ha recitato in una compagnia amatoriale anche in alcuni importanti teatri a Roma e fuori, e la musica classica, attualmente canta in un coro.
Ha finora composto due libri di poesie: “Comincio io?” e “Lascia che sia così” ed è apparso in alcune pubblicazioni di raccolte di poeti contemporanei.
“Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, lo si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo. Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. Il silenzio è sempre difficile.”
(da ‘La paura del silenzio’ di Carlo Maria Martini)
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