| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “In diretta dal cuore”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Ernesto Gallarato - Il titolo è praticamente nato da solo.
Questo libro non poteva che chiamarsi così, perché ogni parola che contiene è il frutto di uno stato d'animo, di un sentimento, di una sensazione che ho provato e che ho lasciato scorrere attraverso la mia penna senza mediazioni. La fonte di tutto è il "cuore", espressione un po' melensa che si potrebbe - se si preferisce - sostituire con "me stesso", quell'insieme di passioni, sentimenti, razionalità, paure, speranze, principi, dolori, gioie che costituiscono il mio modo di essere. Un concetto che i buddisti esprimono con il termine "kokoro", ossia "mente-cuore".
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Ernesto Gallarato - Tutto ciò che è stato scritto è realtà. Nulla è inventato. È il mio vissuto filtrato attraverso la mia sensibilità, la voglia di sentimenti autentici ma anche di leggerezza, ironia e trasgressione.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Ernesto Gallarato - Tutto ciò che di autentico ho vissuto sino ad ora. Non si tratta di ricordi o di conoscenze o di nozioni. Queste cose sono custodite in un magazzino che finirà con me. Si tratta dei pezzi di vita autentici che ho vissuto e che hanno lasciato una traccia nelle emozioni mie e di altre persone.
Queste tracce sono ciò che rimarrà dopo di me. Le uniche cose che mi interessano davvero.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “In diretta dal cuore”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Ernesto Gallarato - Il verbo "partorire" è perfetto. La mia sensazione è stata proprio quella, anche se ovviamente non posso paragonarla fino in fondo all'esperienza biologica riservata alle donne. Ho sentito ciascuna delle poesie che ho scritto come qualcosa che è stato concepito ed è cresciuto dentro di me senza che io lo avessi veramente deciso.
Sono creature autonome, che si sono alimentate della cronaca della mia vita e che ad un certo punto mi hanno"costretto" a farle nascere. Non ci sono perciò singoli episodi particolarmente significativi. Ciascuna poesia ha il suo.
Posso dire che mi sono sentito investito da una specie di tsunami emotivo, che ha fatto crollare in me qualunque residua resistenza nei confronti di queste creature che reclamavano di venire alla luce : la morte, a distanza di quattro mesi, di entrambi i miei genitori, ai quali ero profondamente legato. E poi, in concomitanza con ciò, la seria riflessione sulla realtà della malattia e, di conseguenza, sul valore incommensurabile di ogni singolo attimo di Vita.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Ernesto Gallarato - Non posso parlare di "fonti di ispirazione", visto che le mie poesie hanno avuto tutte una genesi fisiologicamente legata al mio vissuto. Posso dire però che Alda Merini per la poesia e Natalia Ginzburg per la prosa sono due stelle polari di fronte alle quali non posso che rimanere incantato.
Un discorso a parte merita il mistico e poeta Sufi persiano del XIII secolo Jalāl ad-Din Muhammad Rūmi, un figlio del' Islam che anche per me, che sono buddista, costituisce un vero Maestro, non solo e non tanto per la meraviglia che suscita il suo modo di scrivere, ma soprattutto per la sua capacità assoluta di attraversare i secoli e di arrivare a parlare direttamente alla parte più intima di me. Se Rumi non fosse esistito io non sarei la stessa persona che sono.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Ernesto Gallarato - Non so chi abbia influenzato la mia scrittura. A parte le "stelle polari" che ho appena citato, posso dire che dentro di me riconosco le stupende cicatrici prodotte da alcune opere che hanno avuto la capacità di "ustionarmi". D'istinto emergono "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez, "Lessico Familiare" di Natalia Ginzburg, "Il cantico delle creature" di Francesco d'Assisi, i quadri di Magritte, il Bolero di Ravel...
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Ernesto Gallarato - Amo moltissimo i romanzi ed i racconti di autori contemporanei (penso ad esempio a "Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati, ai testi di Italo Calvino ed ai racconti di Truman Capote), così come i
thriller di Stephen King o di Mary Higgins Clark) ed il genere Fantasy (un vero must per me è "Il Signore degli Anelli" di Tolkien).
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Ernesto Gallarato - Per me "libro" significa solo ed esclusivamente un oggetto di carta che si può toccare, annotare, annusare, abbracciare...
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Ernesto Gallarato - Come ho sopra accennato, per me la scrittura è una grande passione, un'energia vitale ed una linfa che drena il meglio di me, la levatrice della mia identità più autentica.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “In diretta dal cuore” se non lo avesse scritto.
Ernesto Gallarato - Curiosità.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Ernesto Gallarato - Sì, nel mio futuro ci sono altri "figli": una o più raccolte di racconti, una trilogia dedicata agli aspetti oscuri dell'anima femminile, una raccolta di thriller psicologici.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.84 €12.00
ISBN 978-88-591-3734-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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