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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista ad Armando Vacca, che presenta ai lettori il libro "Racconti Brevi" ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Racconti Brevi”?

Armando Vacca - Ho qualificato “Brevi” i Racconti editi con la Aletti – Altre Sembianze sia per la loro brevitas, sia perché sono una logica ed affettiva continuazione di quelli pubblicati, per aver vinto un concorso letterario, nel 2014, con un’altra Casa Editrice, alcuni dei quali sono ancora più brevi dei tre contenuti nella Collana “Gli Emersi – Narrativa” della Aletti, Edizione 2016.

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Armando Vacca - Uno degli argomenti fondamentali di questi Racconti è la storia delle mie malattie fisiche e spirituali dalle quali sono venuto fuori non soltanto per l’impiego della medicina, ma, anche e soprattutto, per essere stato guardato da Nostro Padre e da San Leone, mio Protettore.
L’aspetto mistico-religioso – se mi si consente di usare tale diade lessicale – è un altro dei temi che sostanziano i miei Racconti, del secondo in particolare. Ricorrono, quindi, i temi della socializzazione, dei ricordi d’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza, fasi dell’età evolutiva rivissuti con flash-back caricati dai colori delle emozioni proprie di quei periodi e di quelle del tempo della scrittura delle storie narrate.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Armando Vacca - Anche se a parlare e a ricordare sono io, in prima persona, i protagonisti dei Racconti – e spero che i reali o potenziali lettori lo intuiscano – sono, in primis, la mia famiglia, i miei fratelli, i miei nipoti, mio padre, mia madre, soprattutto, pur se a lei devo, ancora, un Racconto tutto suo: le citazioni che la riguardano, nei vari luoghi dei miei scritti, non le rendono giusta ricompensa rispetto al ruolo e alla funzione didattico-educativa svolta a mio vantaggio. Dico ciò perché, mia madre, Adelina, non è stata solo mater, ma, pure, magistra. Quando è venuta a mancare “mi sono perso”; grazie al ricordo e all’attualizzazione dei suoi consigli, “mi sono ritrovato”.
Quanto raccontato in Compagni di scuola, Io e San Leone e Lo stipetto è tutta realtà oggettiva, nuda e, a volte, cruda. I sentimenti, le emozioni, se ci sono – e mi pare di sì – sono quelli che, involontariamente, sono usciti dalla mia penna, dal mio modus scribendi, non pensato, ma automatico. È assai probabile che la mia scrittura, senza volerlo, sia ispirata all’“esprit de finesse” e a quello di “geometrie” di Blaise Pascal, filosofo che stimo sin da quando ero giovane.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Armando Vacca - Ho voluto salvare e custodire, posto che ci sia riuscito, nello “scrigno cartaceo” del libro Racconti Brevi, il ricordo delle persone più care e, a me, più vicine, nelle varie tappe della mia vita; ma, soprattutto, il ricordo di mia madre e... me stesso. Sono solo, non ho famiglia mia propria; spero di essere ricordato, dopo il mio terreno vivere, da tutte quelle persone cui ho voluto, e voglio, visceralmente, gratuitamente e incondizionatamente, bene, alle quali faccio omaggio dei miei libri, proprio perché possa rimanere presente nei loro pensieri e nei loro ricordi.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Racconti brevi”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Armando Vacca - Così:
- Passano le persone e le cose belle, nel Sole e nel Cielo sono più belle: è volata in alto mamma, altre persone amate sono, da me, andate via, dolcezze, sempre, presenti all’anima mia.

O così:
- Durano gli incanti, solo pochi istanti, poi torna a vivere incanti di più.
Vivi i momenti, di quegli incanti, ma chiediti sempre: “La vita cos’è?”.

O, facendo riferimento a un canto liturgico:
- “Ti ringrazio, o mio Signore, per le cose che sono nel mondo, per la vita che Tu m’hai donato, per l’Amore che nutri per me”.
Credo che quest’ultima affermazione sia la più dovuta e giusta,e che includa le due che precedono.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Armando Vacca - Il mio scrivere è ispirato dalle persone, dalle situazioni e dalle cose che mi motivano alla loro trascrizione oggettiva e, nel contempo, emotiva, a volte in prosa, altre volte sotto forma di brevi saggi, altre volte in versi.
Credo non ispirarmi a nessun Autore in particolare, pur avendone letti molti. Dante, Giovanni Verga, Giovanni Pascoli, i Romanzieri Russi, Francesi, Inglesi ed Americani: Thomas Mann, Hermann Hesse, Michel Quoist, Lèv Tolstoj, Shakespeare, Puškin, Zola, Flaubert, Goethe; i tragici greci e latini, mi sono piaciuti da sempre, ma quando scrivo non li penso, anche se qualche lettore rileva la loro implicita presenza in molte pagine delle mie narrazioni e delle mie strofe.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Armando Vacca - Mi sembra che quasi tutte le discipline, più o meno studiate, sia pure in maniera non equilibrata, siano presenti nella mia scrittura: la Letteratura, la Matematica, la Storia, la Psicologia, la Storia dell’Arte, la Pedagogia, la Filosofia, la Storia del Teatro e quella del Cinema, la Sociologia; ma, sono certo che a prevalere sia la Musica, che mi permette, come molti dicono – dopo avermi ascoltato o letto – di rendere musicale il verso e armonioso il periodare.
Ogni genere letterario, per me, è fonte di apprendimento e di autoeducazione. Tuttavia, prediligo la diaristica (Alfieri, per citare solo un Autore), l’epistolografia (cito Gramsci), la novellistica (Boccaccio, Verga, Antonio Fogazzaro, Marino Moretti). Mi piace molto la Tragedia greca e il teatro di Eduardo De Filippo. Ho scritto qualche tragedia e qualche commedia, senza, però, tenere conto dei tragici greci per eccellenza e del “grande” Eduardo. Le mie “opere” teatrali hanno un “taglio”, decisamente, non rapportabile ai Grandi Autori appena citati.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Armando Vacca - Senza dubbio, preferisco il libro cartaceo tradizionale. Come dicevano i miei genitori, “li compro a chili” e li leggo, quasi, immediatamente. Di alcuni scritti ne ho più copie. Del libro Cuore di De Amicis, per esempio, ne posseggo circa venti edizioni; una trentina della Divina Commedia e un numero ragguardevole dei verghiani Malavoglia.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Armando Vacca - Per questo libro, come per i precedenti, il mio rapporto con lo scrivere è stato di tipo ludico, ma si è trattato di un lusus con le regole, sia a livello formale che sostanziale. Mi sono messo a latere della scrittura e, questa, mi ha fatto, e mi fa, da gradevole e arricchente compagna di viaggio lungo le strade, ancora non in toto, percorse dai miei ricordi e lungo quelle che, spero, ancora, di percorrere in uno spazio-tempo vitale non breve.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Racconti Brevi” se non lo avesse scritto.

Armando Vacca - Comprerei, immediatamente, Racconti Brevi perché è un libro “bello”: serio ed umoristico nello stesso tempo. Perché in esso si dicono cose vere e si racconta, con obiettiva sincerità e senza nascondimenti, l’avventura esistenziale – a volte giojosa, altre volte triste – del soggetto narrante. E, poi, senza presunzione, mi sembra contenga molti spunti per la riflessione e per l’autoeducazione personali.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Armando Vacca - Ho, nella “credenza”, i miei Pensieri (compresi quelli sui fiori), Altri Racconti, Saggi di vario genere, altre Commedie e qualche Tragedia; e, ovviamente, tantissime Poesie.
Qualcuno mi leggerà? Molta critica mi ha letto e mi ha, perfino, premiato... Anche Papa Francesco, il 12 novembre del 2014.

Note biografiche

Armando Vacca - Armando Valentino Vacca è nato a Zoccalia, frazione di Saracena (CS), il 10 novembre 1952. Laureato, anche, in Pedagogia, Lettere e Scienze dello Spettacolo, presso l’Università degli Studi di Salerno, è stato impiegato presso il Municipio di Castrovillari e, successivamente, insegnante di Lettere nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Fra le varie abilitazioni all’insegnamento, ha conseguito quella in Filosofia e Scienze dell’Educazione. Vincitore di concorsi nella Pubbilca Amministrazione, anche presso l’Università di Salerno, ha pubblicato articoli di cronaca, brevi saggi, tra cui Sul Giallo, recensioni psico-pedagogiche, sociologiche, letterarie, filosofiche ed artistiche. All’U.P.T.E.R. ha seguito e sostenuto gli esami di Letteratura italiana, Storia dell’Arte, Grammatica greca, Musica, Etimologia greca e Scrittura cinematografica. All’UNI.CAL. quelli di Lingua e Letteratura greca, Filosofia politica, Letteratura latina, Storia romana, Biologia, Geometria e Fisica. All’UNI.TER. di Cosenza quelli di Storia, Francese e Teatro. Identici corsi li ha seguiti all’U.T.E. di Baronissi (SA), dove ha tenuto Lezioni di Letteratura Italiana durante l’a.a. 2015/2016.
La sua prima ricerca, di interesse storico-locale, risale al 1977 ed è titolata: Lapidi ed iscrizioni nelle Chiese parrocchiali di Saracena. Alcuni suoi componimenti in versi sono contenuti in più Antologie, pubblicate dal 2012 dalla Aletti, dalla Ma.GI. e da Poeti e Poesia di Roma. Le Riviste “L’Ellade”, “Prospettive Meridionali”, “Tribuna Sud”, “Calabria Letteraria”, “Apollinea”, “Asterisco”, “Esser-ci”, “L’Arca”, “Poeti e Poesia”, “Una Voce in più”, “In Cammino con San Gerardo”, “L’Informatore”, “Calabria”, “Spazio Vitale”, “Il Chiajanese”, “Il Centro”, contengono suoi scritti, a far data dal 1989. Di marca scientifico-filosofica è il lavoro intitolato: Teorema di Pitagora e Dante. Inferno V. Ha scritto Dialoghi, Favole, Racconti, Commedie e Tragedie, alcuni già editi, altri di prossima pubblicazione. Fiore d’Aprile è la sua prima raccolta di poesie (MA.GI., 2012). Con lo stesso Editore ha pubblicato Interminabili Discorsi, Clessidra, Cornucopia, Forme e Colori. Nel 2013, presso la Aletti di Roma, è uscito Il mio essere. Il mio sentire; nel 2016 sono stati pubblicati i Racconti Brevi. I Saggi Brevi sono editi dalla Falco di Cosenza.


Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.72 €12.00
ISBN 978-88-591-3318-6
Il libro è disponibile anche in versione e-book

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