| Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il turbinio dell’essere - La domanda E l’assalto al castello della civiltà.” Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta: Partirei dal sottotitolo. “La domanda e l’assalto al castello della civiltà” che rimanda, poi, al “Turbinio” di cui si fa riferimento nel titolo. Questo Turbinio è un turbinio dell’ESSERE, appunto, e per “ESSERE” voglio intendere proprio TUTTO CIÒ CHE È. Il libro è un viaggio, metaforizzato dal turbinio (termine che rimanda ad un viaggio poco comodo) che parte proprio dalla domanda, o meglio, dall’ “istante della perturbazione”. Che è un “temerario figlio di puttana” perché rende il viaggio un turbinio. E allora dire: “Turbinio dell’essere”, nei termini in cui si parlava prima del concetto di essere, equivale a dire: Lettori! Futuri amici! Vi porto a fare un viaggio nel tutto che pulsa, che vive, con la speranza che il vostro essere possa rendersi conto di essere un ESSERE NELL’ESSERE, un ESSERE NEL MONDO e che, quindi, FA (nel senso di produrre) MONDO. UN ESSERE “PRESENTE ALL’APPELLO DEL MONDO.” Ed è questo il “castello della civiltà”, L’ESSERE TUTTO, di cui ognuno di noi fa parte.
Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta: In termini generali direi che la scrittura è essa stessa realtà. In un certo senso, anche se qualcuno si trovasse a scrivere di Pegaso, nel momento in cui ne scrive quella immagine che prima era puro pensiero (che è esso stesso realtà), sul foglio, ora, diviene qualcosa di reale. Nel mio libro, nella breve introduzione e nella poesia finale, si parla del viaggio come fosse un sogno. Allora potrebbe sembrare che io, nella risposta alla domanda precedente, vi abbia presi in giro, o addirittura che l’uso metaforico del sogno sia stato un errore (in quanto prima si faceva riferimento al “viaggio nel tutto che pulsa”). Invece la mia idea è opposta. Anche il sogno malgrado non sia materialmente, è parte dell’ESSERE. Ecco perché mi sembrava opportuno utilizzare questa metafora. Quindi, posso certamente dire che la realtà ha inciso sulla scrittura, o meglio, la realtà è una cornice all’interno della quale si stendono le parole.
La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta: Ho cercato di salvare l’uomo, ho cercato di salvare l’Io, ma un Io che deve guardarsi con occhi differenti. Quello del mio libro è un Io che sa di doversi confrontare con un Tu, è un Io che nell’enorme numero di altri Io non vede un Voi ma un Noi. Allora potrei dire che, in un certo senso, più che l’Io ho cercato di salvare il Noi.
A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Il turbinio dell’essere - La domanda E l’assalto al castello della civiltà.”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta: Non saprei isolare degli episodi. Potrei isolare delle sensazioni, dei luoghi o delle persone. In ogni singola poesia, anche quella che potrebbe sembrare più lontana dalla realtà, e quindi dall’ESSERE di cui si parlava prima, c’è QUALCOSA. E questo per il semplice motivo che ci sono io e, quindi, tutta la parte di mondo che mi ha accompagnato in questi anni. Diciamo che ogni poesia potrebbe essere intesa come quella piccola sensazione che nella testa di M. Proust (1871-1922) portava al ricordo del passato. Ogni poesia nasconde ciò che sono stato.
Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta: Sicuramente non potrei non citare due poeti straordinari. Uno di questi è Charles Baudelaire (1821-1867) di cui ho apprezzato la forza e l’oscurità, il sentirsi al buio e quasi indifesi durante la lettura. Il secondo è Vladimir Majakowskij (1893-1930) e in modo particolare la sua “Nuvola in calzoni”(1915) per la lucidità fisica, corporea. In ultimo, un poeta che rientra tra le citazioni del libro, ossia Andrea Zanzotto (1921-2011) per le “lezioni” di stile.
Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta: Sicuramente la musica. Da un lato con le parole unite alle note nella “piccola” ribellione personale di Fabrizio De Andrè (1940-1999). D’altro verso non posso non citare Richard Wagner (1813-1883) che varie volte mi ha tenuto compagnia durante la scrittura dei versi.
Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta: La filosofia è sicuramente la disciplina che prediligo, ed è allo stesso tempo la disciplina che più di ogni altra ha influenzato la mia scrittura, essendo essa anche la materia dei miei studi universitari. Parafrasando il libro potrei dire, anzi dico certamente, che è nella filosofia che si è disteso “l’istante della perturbazione”. Leggo, inoltre, con molto piacere i Romanzi, in quanto mi permettono di distendere i nervi e di volare verso altri mondi.
Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta: Preferisco il libro cartaceo. Forse per una questione di possesso. Vedere un libro riposto nella libreria in casa, mi fa tenere presente il fatto che quello è il mio libro. Mentre il digitale sfugge, è ben lucido su una piattaforma di cui però non riesco mai ad impossessarmi.
Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta: Il mio rapporto con la scrittura è quasi esasperante. E non nel senso che passi una intera giornata a scrivere poesie, no. Ma per il rapporto che tra me e la poesia si crea. Scrivo una poesia e pare piccola, insignificante, voglio buttarla via, ma non ci riesco perché nel frattempo l’ho già fatta mia. E questo è anche il motivo per cui è stata difficile la decisione di pubblicarle, proprio per la possessività, di cui parlavo prima.
Un motivo per cui lei comprerebbe “Il turbinio dell’essere - La domanda E l’assalto al castello della civiltà.” se non lo avesse scritto.
Risposta: Non sono bravissimo nel marketing, non saprei cosa rispondere. Allora, comprerei il mio libro, perché leggendo la piccola citazione esterna sarei incuriosito dalla possibilità di “abbracciare la filigrana della moneta d’oro della felicità”.
Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta: Non ho alcun progetto nella mente, malgrado stia scrivendo anche adesso qualche poesia. Ma il non avere progetti o idee precise mi spinge a non fare alcuna considerazione per il futuro.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.52 €12.00
ISBN 978-88-591-3651-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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