| Di fronte alla casa il mare di Katzanzakis
Ogni volta che si lascia una casa (volendo sorvolare sull’angoscia del trasloco), è come lasciarsi dietro una parte di noi stessi.
Perché le case accompagnano la nostra vita, case che quasi sempre, emozionalmente, ci appartengono e a cui finiamo con l’appartenere e che, dopo convivenze particolarmente lunghe, finiscono, come un vecchio cane, con l’assomigliarci e trattenere umori e ricordi.
Lia Sacchini riesce a farlo “senza voltarsi indietro”, perché per chi vive con “finestre chiuse all’esterno/occhi aperti sull’interno”, nulla del passato va perduto (o, peggio, va rimosso).
E lei ha imparato a guardare indietro senza mitizzare il passato, ma anche senza esserne travolta.
E a leggere la sua vita con la dolcezza e la malinconia che merita il tempo trascorso.
E ha deciso di farlo attraversando, con commossi e commoventi tratti di penna, intervallati da rare ed intense poesie, le stanze che l’hanno ospitata, negli anni, e che lei ha impreziosito con una presenza mai distratta, sempre partecipe, anche nei momenti più difficili.
Un itinerario, questo di Lia Sacchini, che attraversa gli anni della nostra storia, che tuttavia, come è giusto che sia, rimane sullo sfondo, lasciando “le stanze” e le case protagoniste.
Ritroviamo così il paniere di vimini con la corda legata al manico, per tirare su, dalla finestra, pane, verdura o posta (ne ho visto, con emozione, ancora qualcuno ad Honfleur, in una stradina della città vecchia), la chiave del portone, grande al punto di consentire al padre di fischiare, soffiandoci dentro, la meraviglia dei primi bagni “dentro casa”, del telefono e della scatola parlante, fino alla prima casa, sentita come interamente propria (e dunque giustamente “genius loci” di questa storia) e a quella in ultimo vagheggiata, ma con un sorriso (“di fronte alla casa il mare”), perché una nuova consapevolezza ha insegnato, alla sensibile autrice, che, parafrasando il poeta, (che lo riferisce ad una donna), una casa che senti tua ha in sé, per chi l’ama, tutte le case.
Lavoro intenso e significativo.
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