| Leggendo “parole in giuoco” mi sono chiesto a che gioco giuochiamo.
La prima lettura sollecita, tra i molteplici significati del termine, quello di un esercizio lessicale piacevole per l’intelligenza. La seconda lettura di queste poesie rimette in circolo, con tutti i possibili significati del giuocare con le parole, l’emotività del lettore.
Come molti di noi tanti anni fa, anche Alfredo, forse, iniziò a giuocare a fare il poeta con se stesso, scrivendo parole che avrebbero dovuto restare segrete. Versi che cercavano di aprire varchi alla conoscenza delle proprie emozioni di fronte alle esperienze che incalzavano il trascorrere degli anni.
Di quelle prime esperienze è traccia nel libro, riemersa tra gli aggiustamenti e le revisioni di una sensibilità poetica maturata di pari passo con le tecniche acquisite e, soprattutto, con quell’anarchia lessicale e metrica che segna oggi l’opera di Guarino.
Alfredo oggi ha vòlto a giuoco impegnativo ciò che ieri o appena ieri l’aveva preso alla gola, e con un'operazione tra sentimento ed autoironia cerca di fermarne la memoria che si allontana.
Memoria di amori, di viaggi e di mancanze, rintracciate tra voglia di infinito e pienezza di dettagli che fanno emergere insieme il poeta maturo ed il poeta bambino: nostalgico ma con gli occhi spalancati alla scoperta, nelle cose minute, di ciò che le separa da sé stesse e riesce a farle volare lontano.
Alfredo protegge ogni volta la sua scoperta con un velo di ermetismo permeabile solo all’analisi appassionata; ed è questa l’unica retribuzione che sembra chiedere al lettore, in un’altra forma di giuoco che rimanda al Guarino avvocato, libero nei mezzi e nelle forme, ma rigoroso nei fini.
Il giuoco lessicale forense di cui Alfredo è maestro, lascia infatti una traccia nei suoi versi, in cui l’alchimia tra parole e silenzi che pur si legge negli spazi metrici, serve a creare l’effetto di coinvolgere il lettore ad una ricerca appassionata di significato.
Ed è ancora allo stesso Alfredo avvocato-giocoliere che si deve l’anarchia formale dei versi, dove l’anelito alla libertà dalle costrizioni si manifesta con contenuti spiazzanti, piroette lessicali, una metrica nuova e l’uso di neologismi che non è improprio definire Guarinismi per il lavorio intellettuale da cui sembrano scaturire.
Alfredo Guarino ha scelto la modalità poetica per aprirsi ad un mondo che sin’ora lo conosceva solo come giurista. Ha messo in discussione se stesso creando un laboratorio di immagini poetiche in cui poterlo riconoscere, ovvero poterlo aiutare a riconoscere immergendosi anche noi in quelle figure. Con lui diventiamo parte anche noi di quell’opificio letterario che vuole sperimentare ogni possibile percorso da quando Quenot ne ha posto la pietra d’angolo.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.88 €12.00
ISBN 978-88-591-3315-5
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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