| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Schegge”?
Andrea D'Amore - La scheggia rappresenta un frammento, le poesie contenute nel libro rappresentano quindi frammenti della mia personalità, che collegati insieme la definiscono nella sua interezza. Sono come tessere di un puzzle dai contorni frastagliati, che acquisiscono significato incastrandosi l’una con l’altra.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Andrea D'Amore - Il tema ricorrente delle mie poesie è una vivida rappresentazione delle emozioni e dei sentimenti, così come il giorno e la notte scandiscono lo scorrere del tempo, l’eros e il thanatos si alternano nell’animo umano. Ad esempio nella poesia “Stella Cadente” parlo di amore e speranza (“Or esprimo desiderio, chiudo gli occhi, vedo lei...”), mentre in “Lacrime” di profonda tristezza e solitudine (ritrovandomi alla fine “uomo solo in mezzo al mare...”).
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Andrea D'Amore - Nella scrittura traspongo me stesso quindi tutti i miei scritti sono strettamente collegati a ciò che mi accade nella vita di tutti i giorni, il legame con la realtà è quindi molto solido. Spesso nelle mie poesie parlo in prima persona, proprio perché voglio raccontarmi inserito nella scena concreta di quanto vivo e ho vissuto sulla mia pelle.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Andrea D'Amore - Penso che questo mio libro debba essere sfogliato come un album di fotografie, ciascuna poesia evoca un’immagine molto vivida e unita alle altre si va a inserire a comporre un quadro d’insieme. Siamo come granelli nella clessidra del tempo, vorrei che il mio fosse tra quelli che vengono ricordati perché carichi di significato.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Schegge”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Andrea D'Amore - Di sicuro ricordo la scelta e la revisione delle poesie. È stato per me come comporre un mazzo di fiori, ho selezionato accuratamente quali inserire, e ho preparato ciascuna con grande cura e attenzione fin nei minimi dettagli. Il risultato è un bouquet nel quale ogni lettore può scegliere il suo fiore preferito.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Andrea D'Amore - Amo le poesie d’amore, e gli autori che apprezzo maggiormente sono Pablo Neruda (stupendo il suo verso “Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi”) e Jacques Prévert (trovo bellissima questa strofa in particolare “I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno, Essi sono altrove molto più lontano della notte, Molto più in alto del giorno, Nell'abbagliante splendore del loro primo amore”), entrambi capaci di una sensibilità e dolcezza nei versi che trovo sublime.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Andrea D'Amore - Da amante dell’arte quale sono, penso che la mia scrittura sia influenzata da molte discipline artistiche, in particolar modo dalla musica e dalla pittura. Mi commuovo ascoltando Chopin, e mi affascinano i quadri impressionisti. Questi ultimi nelle loro opere esprimevano “la prevalenza della soggettività dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste o camuffate”, così io pongo la mia figura di poeta sognatore mostrandola alla luce del sole di getto, in quel preciso momento che vado a raccontare.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Andrea D'Amore - Leggo molti libri e i generi che prediligo sono quello Distopico e il Thriller Psicologico. Mi piacciono quelle storie che vanno a indagare sulla natura umana e sulla psiche, sulla condizione dell’uomo come singolo individuo e come collettività.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Andrea D'Amore - Senza dubbio il libro cartaceo! Non sono contrario alla tecnologia, anzi, uso assiduamente Smartphone, PC e Tablet, ma l’emozione di tenere in mano un libro stampato non ha eguali. Sentirne il profumo, sfiorarne le pagine quasi ad accarezzare la sua pelle, credo di essere piuttosto maniacale nel mio legame coi libri.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Andrea D'Amore - Io sono uno scrittore di getto, i versi sono esclusivamente frutto dell’ispirazione del momento. Quando mi viene, mi ritrovo in uno stato che si può definire “di flusso”, è come se il mondo scomparisse e ci fossimo solo io e il mio foglio di carta. Quando termino una poesia spesso mi sento sfinito e appagato allo stesso tempo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Schegge” se non lo avesse scritto.
Andrea D'Amore - Lo comprerei perché è una lettura piacevole, ed è facile immedesimarsi in quanto si legge. È un libro che ti fa compagnia, che puoi leggere e rileggere senza che diventi monotono o noioso.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Andrea D'Amore - Sicuramente la mia vena poetica non si è esaurita. Ho ancora tante poesie inedite che aspettano, e tante che verranno in futuro. Vorrei dedicarmi all’amore visto di riflesso, cito a tal proposito un aforisma scritto da me “attraverso i tuoi occhi vorrei imparare ad amare me stesso”. Spesso siamo egoisti nelle emozioni, mi piacerebbe descrivere i sentimenti dall’occhio di chi ci guarda.
Titolo : Schegge
Autore: Andrea D'Amore
Prezzo di copertina: € 12,00
Dati: 2016, 44 p.
Editore Aletti (collana Gli emersi poesia)
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