| Chi non conosce Lia Sacchini, oggi Garante per il Comune di Pisa dei diritti delle persone portatrici di handicap? Già negli anni Settanta bloccò Borgo Stretto, insieme a Soriano Ceccanti, per sostenere l’abbattimento delle barriere architettoniche, un impegno di civiltà che, ad oggi, non è stato ancora del tutto realizzato. Ma a Lia Sacchini piace anche scrivere di sentimenti e l’ultimo suo libro (“Stanze”, edito da Aletti) merita di essere letto perché induce a riflessioni profonde. Il fil rouge della narrazione segue il percorso di vita che la scrittrice ha fatto: cosa resta nel proprio ricordo dei trasferimenti da una casa all’altra, partendo dagli anni dell’infanzia? Il romanzo è in terza persona – la protagonista si chiama Marta – ma vediamo il lei la stessa autrice. «Si fermò a pensare quanto la maggior parte delle abitazioni che l’avevano accolta erano state importanti per l’evoluzione della sua vita; molte avevano scandito puntualmente i momenti di cambiamento. Le scelte importanti, i dolori immensi che, di volta in volta, si erano rivelati fondamentali nello svolgersi di quella sua contorta, difficile, sofferta ed amata vita». Il ricordo si snoda ora leggero ora intenso fin dalla casa della prima infanzia all’ultima, quella del presente. Un bel libro, intenso e commovente: da leggere e sul quale riflettere.
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