| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Respiri”?
Andrea Savino - Tanti motivi. Si può non mangiare per molti giorni, non bere per pochi, ma se non respiriamo per qualche minuto si muore: il respiro è vita. Spirare è morire, re-spirare indica trattenere la vita ripetendo l'atto respiratorio. Poi nell'etimo c'è anche lo Spiritus latino, quindi uno dei tre elementi dell'essere: anima, spirito e corpo. Per chi crede, lo spirito viene instillato con il primo respiro, ma anche per chi non crede, la vita incomincia con il primo inspiro. Infine, quando si è agitati il respiro diventa affannoso, per calmarsi e diventare più lucidi bisogna rallentare il respiro. Pertanto noi viviamo le situazioni con il respiro, ai miei allievi e in generale alle persone che mi chiedevano aiuto, per prima cosa, per capire quello che stavano vivendo, dicevo loro di respirare le situazioni. Il respiro in occidente è sottovalutato.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Andrea Savino - Le mie poesie sono appunto respiri, o se preferisce una similitudine più vicina ai nostri tempi di immagini, fotografie che hanno fissato i punti cardine nell'esperienza quotidiana. Il mio pensiero è legato al dualismo, da cui nemmeno Dio può prescindere se ha bisogno di Satana per farsi conoscere e comprendere. Gli argomenti sono quelli che ci accomunano: i rapporti tra le persone, l'amore, il pensiero di sé, la famiglia, ma con l'intenzione di inquadrarli nel più ampio senso del vivere.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Andrea Savino - La realtà ha una presenza totale nella mia opera. Descrivo fatti, cerco di non esprimere opinioni. Uso le suggestioni solo come strumenti di comprensione, le faccio diventare intuizioni.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Andrea Savino - Lustri di insegnamento marziale mi hanno indicato la via (tao) del corretto ben-essere e l'attento ascolto delle mie parole da parte di allievi fedeli, mi ha portato a consolidarle in un libro ad uso comune. Nulla di nuovo, sono tanti i maestri, più qualificati di me, esercitanti a tempo pieno. Forse, se posso vantare una novità, è la forma, molto vicino a quella aforistica, che può gettare velocemente un seme, una riflessione, da maturare a tempo dovuto. Poi vorrei, per chi mi ha conosciuto, che le parole in “Respiri” ricordassero me come esempio, perché la coerenza è spesso soffocata dall'ego, un nemico sempre presente che spero di aver sconfitto.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Respiri”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Andrea Savino - Noi siamo il risultato di tutto il nostro passato, anche quello dimenticato. Le esperienze recenti sono rilevanti per tutto quello che abbiamo vissuto. Essere genitore, fa rivedere il proprio ruolo di figlio. I nuovi rapporti personali, si confrontano con quelli vecchi.
Nel mio caso, determinante è avere incontrato l'attuale compagna, che mi ha fatto conoscere la purezza dei sentimenti. In questo, lei mi è maestra, non per niente si chiama come una santa, Maria Goretti. Poi la bambina avuta con lei, ha messo al loro posto molti tasselli mancanti. Le gravi difficoltà create da qualche persona molto vicina a me, anche in questi casi i problemi sono opportunità. E infine, non per ultimi, gli allievi, che mi hanno dato l'affetto mancante nella vita precedente, e i Maestri, che mi hanno indicato la via.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Andrea Savino - Le prime poesie amate furono di Pascoli e Leopardi. Quelle lette in libera scelta, erano di Garcia Lorca, poi tanta ricerca in varie epoche e generi, prevalentemente sull'amore. Ho seguito dall'inizio la Merini, difficilissima da trovare nelle librerie quando era sconosciuta. Fonti rilevanti sono di saggistica, dalle scienze sociali a quelle naturali, per es. M. Veneziani, S. Tamaro, D. Morris, D. Mainardi. Molti testi sulle tradizioni sapienziali, l'inizio di tutto con F. Capra poi R. Guénon, Yogananda, A. Goswami, per citarne alcuni. Fondamentali Panikkar e Gurdjieff. Spunti arrivano anche dalla rivista Tempi, che non leggo con spirito fideistico e ma con visione animistica.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Andrea Savino - Ahimè sì, non riesco a frenare la curiosità e la sensibilità agli stimoli, quindi tendo un po' a spaziare. Mi sono avvicinato, almeno ci sto provando, alla musica classica grazie a diverse considerazioni di Barenboim e Celibidache, che mi hanno fatto riflettere. Poi resto incantato dall'arte figurativa, prevalentemente classicismo e neoclassicismo, ma mi stordiscono anche diversi pittori contemporanei.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Andrea Savino - Quando ero universitario, il papà di un mio coetaneo era docente universitario e mi raccontò di tenere aperti tre libri contemporaneamente. Lo guardai stralunato, non riuscendo a portarne avanti uno, mi sembrava proprio un’idea da intellettuale. Invece scoprii negli anni che i libri sono come la musica, o il vino, ogni genere ha il suo momento. Quindi romanzi sociali per quando sono stanco, saggi per quando sono lucido e studio per le professioni.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Andrea Savino - Assolutamente cartaceo. Sono molto fisico, ho bisogno di rapporto tattile ed intimo con le cose. Io chioso ogni lettura. Vedere i miei libri ingialliti e respirarne l'odore, mi mette in rapporto col tempo portandomi emotivamente nel passato, leggerne le annotazioni mi permette un confronto con il mio stesso pensiero.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Andrea Savino - Io amo scrivere, ho sempre scritto, il mio mestiere è scrivere. Le poesie partono da riflessioni su situazioni, magari complesse, da cui cerco di estrarre il quid. A furia di escludere, riassumere e sintetizzare, arrivo ad espressioni che mi sembrano felici e le scrivo. Nessun progetto, nessun impegno, parafrasando Vasco Rossi, le poesie vengono fuori da sé. Sono fiero ed incredulo di questa ispirazione. A volte le leggo e mi stupisco di quanto ho scritto.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Respiri” se non lo avesse scritto.
Andrea Savino - Mi permetta di darne due. Primo: parla di tutti, non vuole essere uno sguardo soggettivo e insignificante. Secondo: cerca di dare un senso alle cose, ma la forma poetica chiede un minimo di impegno, utile alla metabolizzazione del pensiero.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Andrea Savino - Sì, è già in corso la stesura della seconda raccolta. Seguirò la via di “Respiri” perché non desidero essere descrittivo alla Whitman, né malinconico o nichilista, neppure aggiungere luoghi comuni sull'amore.
Prima di pubblicarlo voglio che “Respiri” abbia una discreta diffusione e che dalla sua lettura mi tornino indietro impressioni che possano aiutare il mio punto di vista ad esprimersi.
Titolo: Respiri
Autore: Andrea Savino
Prezzo di copertina: Euro 12,00
Anno di pubblicazione: 2016
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