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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Paolo Bracali che presenta ai lettori il libro “La finestra sul bosco” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La finestra sul bosco”

Paolo Bracali - Il titolo del libro è anche il titolo di uno dei racconti e nella sua storia sta il significato. Forse è uno dei più "personali", al di là della costruzione che può riguardare ogni scritto. Chi scrive "s'appropria" della realtà che lo circonda e ne trae spunto modificandola, trasformandola a mio avviso, ma in questo caso "la finestra sul bosco" esiste davvero, senza giri di parole; è l'omaggio ad una cara amica che non c'è più, una persona che mi ha insegnato tanto nelle nostre lunghe chiacchierate proprio vicino a quella finestra e basta leggere quelle pagine per capire.

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Paolo Bracali - Argomenti di gioventù e di vecchiaia, d'amore e di sofferenza, di felicità e di tristezza, di solitudine e di amicizia, di lotta e di rassegnazione, di famiglia, di morte, di malattia, di vacanza e di lavoro, di coraggio e sfiducia, di cattiveria e ignoranza, di comprensione e conforto, di luoghi e presenze, di assenze e ritorni... in una parola di vita.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Paolo Bracali - Come ho già detto prima, secondo il mio punto di vista lo scrittore si appropria della realtà che lo circonda, che ha vissuto e che ha immaginato, che ha visto di sfuggita o anche solo desiderato, e poi la trasforma in qualcosa che è un messaggio, un qualcosa che parli agli altri e nel quale gli altri possano riconoscersi. La miglior cosa sarebbe che il lettore riuscisse a sua volta ad appropriarsi di quello che ha letto.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Paolo Bracali - Esperienze condivisibili, ragioni di vita che sono di tutti perché nel confronto con gli altri ho trovato il conforto, perché siamo tutti uguali davanti alla vita, tutti più o meno con le stesse paure e gioie, sofferenze e piccole parentesi di felicità che ci danno il metro di paragone. In passato mi sono dedicato molto alla poesia con altre pubblicazioni e questo è il primo tentativo di "altrove possibile"; la miglior cosa che mi sia capitata in ambito letterario, il miglior complimento che mi sia stato fatto una volta che qualcuno ha letto i miei libri è stato quello di essercisi ritrovato. Ecco allora che se ci riuscissi anche in questo caso credo che la testimonianza acquisterebbe tutto il suo valore.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “La finestra sul bosco”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Paolo Bracali - Ci sono senz'altro molti episodi che hanno dato l'avvio a tutto il progetto e, perché no, anche durante la scrittura e la fine, ma io preferisco raccoglierli tutti in un unico grande ciclo che connota la lavorazione di questo libro, un ciclo di più di dieci anni che si chiude proprio con questa pubblicazione… ma, se devo proprio isolare qualcosa di specifico e di particolare da descrivere, la mia mente va ad un passato molto lontano, quando ero un ragazzino e passavo le vacanze estive dai nonni materni e un giorno di un pomeriggio caldo e noioso decisi di inventarmi una storia per passare il tempo e di scriverla e alla fine riempii un sacco di fogli con tutte le mie fantasie; c'erano cavalieri coraggiosi che combattevano per liberare belle principesse rinchiuse in tetri manieri e battaglie, inseguimenti e tanto altro ancora. Poi, finite le vacanze, chiusi il tutto in un cassetto -chissà dove- e dopo qualche tempo ricevetti una telefonata da parte di mio nonno, lo ricordo ancora benissimo, che mi disse di averlo letto e che ne era rimasto molto colpito e che lo aveva fatto vedere anche ad altri e voleva che non mi fermassi, che andassi avanti, che scrivessi ancora... sul serio magari. Io ci scherzai su e tutto finì li. Poi mio nonno è mancato e un giorno, dopo molti anni, mia nonna mi ha raccontato che a suo tempo, dopo quella telefonata, lui andava in giro a dire che qualcuno doveva aiutarmi, che avrebbero dovuto, e qui e la e un sacco di cose e io ho ritrovato il suo ricordo, sempre, quando poi c'ho provato davvero, ogni volta. Gliel'ho pure detto, davanti alla sua tomba, un giorno che andai a fargli visita da solo, io che non amo i cimiteri, gliel'ho detto in silenzio che l'ho sempre ritrovato. Idealmente tutto è partito con quel mio primo "tentativo letterario" e con gli incitamenti di mio nonno, che è stata la prima persona a credere in me. Per questo in silenzio gli dissi grazie.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Paolo Bracali - Sono un lettore sopra la media, ritengo di poterlo dire, e sono molti gli autori che fanno parte del mio iter letterario, da Pessoa a Mann, dalla Woolf alla Blixen e poi la Yourcenar ed Hemingway e Genet, Pasolini e Moravia solo per citarne alcuni ma nello specifico, trattandosi il mio libro di una raccolta di racconti, posso dire con certezza che mi sono ispirato a D. Leavitt, grande maestro della "brevità" messa in prosa, capace di raccontare una storia bellissima in poche pagine e quindi al suo modo di scrivere e narrare. Leggendo i suoi libri mi son sempre chiesto se mai sarei stato in grado di ripropormi così a chi mi avesse voluto leggere un giorno. Spero, nel mio piccolo, di esserci riuscito perché è questo il mio modo di comunicare o per lo meno quello che vorrei trasparisse dalle mie pagine.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Paolo Bracali - L'unica altra espressione artistica che è frammista alla mia scrittura e ritengo componente creativo fondamentale è la musica. Spesso ho scritto ascoltando musica anche a basso volume in sottofondo, mentre io mi trovavo in un'altra stanza o in cuffia a volume alto o di sfuggita, in auto ragionando su di un'idea o passeggiando sulla spiaggia e fischiettando un motivetto che m'era rimasto in mente. Certe cose che ho scritto, con quell'accompagnamento musicale particolare, hanno tutto un altro sapore e certa musica ha ispirato direttamente le parole.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Paolo Bracali - Il saggio storico. Ho un passato da studente universitario e la storia era ed è la mia materia di studio e di piacere, una passione che è sempre presente nelle mie letture.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Paolo Bracali - Il libro tradizionale, senza ombra di dubbio. A causa di questo, casa mia è un'unica grande costellazione di volumi che ricoprono quasi tutte le pareti.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Paolo Bracali - Ho vissuto fasi alterne perché, come ho detto prima, questo libro è stato pensato e a mano a mano costruito nell'arco di un ciclo durato ben dieci anni; ci sono stati momenti di estrema esaltazione, quando sembrava che le parole mi uscissero dalla penna "come da se stesse mosse" e momenti di grande scoraggiamento quando passavano mesi, per non dire anni, senza che scrivessi una riga. Sono un tipo passionale e il tutto s'è riflettuto via via nella scrittura, si trattasse di una poesia come di un racconto. Una volta avuta in mano la prima copia del libro pubblicato, mi sono messo a rileggermi e ho rivisto fra le righe tutte quelle volte che quelle stesse righe le ho pensate, sudate, lavorate, cancellate, maltrattate, sofferte ed è stato bello vedere il prodotto di tutto questo condensato in "qualche oncia di carta", pronta, chissà, a far emozionare, soffrire, ricordare, gioire qualcun altro.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La finestra sul bosco” se non lo avesse scritto.

Paolo Bracali - Perché il bosco mi ha sempre affascinato fin da piccolo, quando mio nonno paterno mi portava con sé a scoprire la sua verità sulla natura, sulle foglie che cambiavano colore con le stagioni e gli odori che ancora ricordo e quasi avverto tal volta, come di sfuggita, magari nel traffico di città, come d'incanto e scoprire che qualcuno ci ha addirittura aperto una finestra sopra mi metterebbe addosso una grande curiosità di affacciarmici da quella finestra...

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Paolo Bracali - No. Adesso mi godo l'uscita di questo mio ultimo libro e guardo con fiducia al nuovo ciclo che è iniziato nella mia vita dopo che questo stesso libro ha messo la parola fine a quello precedente ma senz'altro ho altre dediche da fare e quindi mi servirà poi qualche altra "oncia di carta" su cui modellarle. Ho tante idee che mi girano per la testa e un giorno so che qualcuna di queste uscirà dal turbine e verrà a depositarsi da qualche altra parte dentro di me, fossi da solo a guardare il mare sulla spiaggia o a tavola a far festa con gli amici o a risolvere un problema sul lavoro o a litigare o a fare l'amore... e allora sì, sarà l'inizio di un'altra storia da raccontare.

titolo: La finestra sul bosco
autore: Paolo Bracali
editore: Aletti Editore
formato: Ebook
genere: Narrativa
pubblicazione: 2016
ISBN/EAN: 9788859132660


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