| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “L’effimero, lo scacco, il varco”?
Anna Maria Gargiulo - Credo che le tre parole del titolo corrispondano a tre esperienze fondamentali presenti, in misura diversa, nella vita di ogni essere umano. L'esperienza dell'effimero è data in gran parte dallo sperimentare, soprattutto col passare del tempo, la "Vanitas vanitatum et omnia vanitas" del Qohelet . Quanto allo scacco, è appena il caso di ricordare le riflessioni leopardiane sull'argomento, oltre che, direi, basta guardarsi intorno per rilevare a dismisura l'entità dello scacco individuale e collettivo che la cronaca quotidiana ci offre. Infine, non siamo tutti alla ricerca di un varco?
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Anna Maria Gargiulo - I temi rilevanti sono:
1. L'effimero che emerge dall'uso della modernità; mi riferisco in particolare alle nuove
tecnologie, al loro uso più giocoso, o di asservimento alle vanità, che funzionalmente intelligente, socialmente utile ed eticamente corretto.
2. Lo scacco come caduta di senso, in generale e, in maniera particolare, in riferimento alla violenza sulle donne, non solo per il fenomeno del femminicidio, ma anche per quella sorte di violenza latente, quotidiana, non detta, che talora mina la libertà femminile.
3. La ricerca del varco come ricerca di senso e bisogno fondamentale dello Spirito.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Anna Maria Gargiulo - Sempre, a parer mio, la realtà incide sulla scrittura, anche quando quest'ultima, apparentemente, ne prende le distanze. Qui per 'realtà' intendiamo, è ovvio, il contesto generale, la contemporaneità, i tempi e gli accadimenti collettivi. Si pensi per esempio ai contesti che hanno ispirato la Poesia cdi MALALA ed a quello infelicissimo dello stupro di Katra Shahadatganj, il villaggio rurale dell'Uttar Pradesh del 2014 da cui nasce la Poesia FIORI DALIT.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Anna Maria Gargiulo - Certamente il valore 'identitario' delle radici che al cuore portano linfa. E la necessità della ricerca di un varco, comunque lo si voglia intendere, sia come 'speranza', 'attesa che orienta' o come una qualche 'fede', che catalizzi le possibilità del cambiamento; insomma il credere che in qualche modo le cose possano evolvere al meglio e che a questo si possa dirigere il proprio agire e il proprio vivere.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “L’effimero, lo scacco, il varco”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Anna Maria Gargiulo - Li descriverei con una metafora: si immagini un albero che man mano perde foglie, fiori, il nido che ospitava! Cosa resta? Restano le radici abbarbicate al terreno profondo e nudi rami volti al cielo: ecco la spoliazione che mette a nudo la nostra essenza vera. Non par chiaro che in ciò stia un vero 'potere trasformativo' che, attraverso l'esperienza della 'perdita' (e del 'dolore' che ne consegue, o, in ultima analisi, della morte), demolisce l'effimero, oltrepassa lo scacco e svela il nudo essere, la pura essenza? Che rapporto c'è tra l'oltre e l'essenza?
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Anna Maria Gargiulo - Autori fondamentali nella mia formazione sono stati sicuramente Nietzsche e poi Simone Weil, che amo profondamente e continuo a rileggere; quanto alla Poesia mi sono nutrita della grande tradizione letteraria italiana e straniera, in special modo quella del Novecento. Autori del cuore sono certamente Ungaretti, Montale, D. M. Turoldo, Alda Merini, E. Dickinson, W. Szymborska...
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Anna Maria Gargiulo - Certo. La 'Pittura' con i suoi 'generi' quasi corrispettivi di quelli poetici, spesso mi ha permesso di cogliere analogie e corrispondenze quasi che poesia o dipinto siano effettivamente segno che attinge ad un'unità profonda, al di là dei codici particolari. Non meno la 'Scultura' che, a me pare, abbia molto da insegnare all'arte del far poesia, per la sua natura di 'liberare' dalla materia e dunque da ogni eccedenza 'la forma pura dell'Idea' che va a rappresentare. In questo trovo di grande interesse la produzione di Bruno Catalano con quei corpi vuoti che attraversano la realtà del mondo sono stringente metafora della contemporaneità.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Anna Maria Gargiulo - Oltre la Poesia, nella pluralità dei suoi generi – con attenzione al genere epico, che tiene insieme cuore e popolo – amo la narrativa – chi può negare l'assoluta bellezza del racconto breve?- ed il vasto mondo della saggistica, della trattatistica.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Anna Maria Gargiulo - Uso anche quello digitale, per esigenze di lavoro e studio, ma il piacere è tutto legato alla versione cartacea ed ai tradizionali contesti di lettura!
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Anna Maria Gargiulo - Con l'andare del tempo la Scrittura, che prima era fluente e in piena sintonia d'intenti con me, come il 'fanciullino' pascoliano all'età del fanciullo, la Scrittura, dicevo, è diventata più scontrosa e scontenta di me (ed io di lei); da ciò l'instaurarsi di un rapporto frammentato e dialettico, che mi obbliga a ripensamenti e ripetute revisioni.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “L’effimero, lo scacco, il varco” se non lo avesse scritto.
Anna Maria Gargiulo - Intanto mi incuriosisce molto il tema del 'varco'. Mi direi, a sentore di naso, “la cosa m'intriga!"
E mi domanderei "l'autrice ha trovato un varco? È praticabile? È valicabile? Come lo ha
riconosciuto? Mi potrebbe fornire qualche indizio!? Ahimè?!" Ecco, per questo comprerei il libro!
Con la possibilità, ovvio, di restare delusi… come quando, a circa quattordici anni, lessi avidamente “Dio c'è, io l'ho incontrato” ed io, che lo cercavo, mi aspettavo di trovare un qualche recapito, l'indirizzo, ricordo che piansi per la delusione mista a disperazione... la promessa del titolo era proprio forte!
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Anna Maria Gargiulo - Sì, sarà la storia di una storia letteralmente straordinaria, di ordinaria vita vissuta. Al momento non posso aggiungere altro.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.112 €12.00
ISBN 978-88-591-2850-2
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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