| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Maledizione e Veggenza di un’esistenza in-attuale”?
Luciano Gorga - Il titolo non poteva esser altro che questo, perché è stato il medesimo versare a nominare questa breve raccolta. Siccome questi versi parlano di un'esistenza che è essenza di una vita, dove la sua attualità è denotata da una in-attualità ed ecco che sorge il maledire e la visione. Il maledire è un dire male, un dire per male il proprio male vivere, quindi la Maledizione del Tempo; la Visione è un volere di vivere oltre il tempo ed ecco mostrarsi la Veggenza.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Luciano Gorga - Come ho apertamente scritto nella sinopsi della raccolta il tema è un'esistenza contemporanea che si fenomenizza attraverso il sentire del proprio Intimo Io e dove Eros, Signore di tutto l'Attratto è il Comunicante, ossia un Semprandante ed un Semprevenente che fa da Streben per comprendere il vitale percorso dell'umano.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Luciano Gorga - Tutto incide sulla scrittura ed il Reale, la Realtà è sub-strato necessario.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Luciano Gorga - Più che salvare ho voluto semplicemente dire, o meglio urlare il mio contemporaneo, il mio vedere delle cose, la mia Weltanschauung.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Maledizione e Veggenza di un’esistenza in-attuale”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Luciano Gorga - Questa esperienza è nata, appunto, dal sentire, quindi è fuoriuscita da sé. Ma se dovessi ricordare un episodio citerei il mio viaggio a Lisbona e lo scambio di opinioni con una mia carissima amica di intimo sentire: “Da Lisbona non si va da nessuna parte, oltre c'è l'Oceano, sopra il cielo infinito e dietro di noi c'è il fiume che abbiamo attraversato e la nota geografia dalla quale proveniamo: ecco cos'è che affascina di questa città, la sensazione di essere giunti a destinazione e che qualcosa di nuovo ci aspetta, è di questa consapevolezza che è fatta la profonda nostalgia che colpisce inevitabilmente il viaggiatore”.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Luciano Gorga - I miei Maestri sono tanti, vi citerò giusto alcuni: il mio pensiero si nutre del Sommo Platone, si fortifica con la Bellezza del linguaggio di Nietzsche, diventa fuoco con William Blake, in Rilke trova il suo silenzio, con Jung si addentra fino al soffio Vitale, ma è con Pessoa e Novalis che la Poesia diventa pura Filosofia.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Luciano Gorga - La mia scrittura è influenzata da tutto ciò che tocca Psiche, è inevitabile che arte e musica ne siano comprese. La pittura è essenziale, vi cito Caspar David Friedrich; però la tecnica artistica, che è vera filosofia applicata, è la scultura, perché scolpire è fare spazio dove già c'è spazio, è creare spazialità in uno spazio già esistente.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Luciano Gorga - Non ho un genere preciso, avere un genere è essere limitante, il limite va oltrepassato. Mi nutro di poesia, filosofia, letteratura.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Luciano Gorga - Ovvio che prediligo il cartaceo, il libro va sentito, toccato, assaporato, annusato, annotato, il libro deve diventare un prolungamento di noi stessi.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Luciano Gorga - Come ho detto in precedenza si tratta del proprio sentire, quindi il rapporto tra me e la scrittura è un rapporto più che amicale, oserei dire è una fonte che vuole sgorgare fuori per trovare il suo essere, il suo corso da seguire.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Maledizione e Veggenza di un’esistenza in-attuale” se non lo avesse scritto.
Luciano Gorga - Non posso dirlo certo io il motivo, però penso che già il titolo possa stimolare l'attenzione e la curiosità di un lettore attento. Inoltre è conoscere la visione delle cose di un contemporaneo, ossia con occhi di un altro.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Luciano Gorga - Certamente sì, vi accenno qualcosa:
Gnomone di Aletto
Scoprire l’Uomo è essere innamorati,
Parlare di Destino è perdere di vista se stesso,
Volere l’Amore è essere incatenati,
Dialogare con l’Anima è ritrovare l’altro te stesso,
Tu sei Anima,Tu sei l’altro mio Io che si trova sempre in un Tu,
Tu ed Io.
Io sono Vento, Io sono il tuo Es che giace in un regno rimosso,
Osservare il Tempo è decifrare il Creato,
Non desiderare Ni-Ente è raggiungere il Dato,
Spogliare il Corpo è ritornare puri,
Liberare la Mente è volare sicuri,
Tu sei Vita,Tu sei il vivificante-vegetabile che trasforma,
Io e Tu.
Io sono Morte, Io sono il morente-minerale che solidifica,
Cavalcare il Momento è saper-vivere,
Fermare l’Attimo è concepimento di gioia,
Meravigliare il Fanciullo è non- sapendo di Sapere,
Germogliare un Pensiero è toccare Sophia.
Tu sei Io,Tu sei il Cosciente che relativizza,
Noi!
Io sono Tu, Io sono l’In-cosciente che romantizza.
Non ordine ma Caos,
Non regolarità ma Visione,
Non reale ma Sogno.
Noi due esseri in dis-armonica armonia
siamo Caos visionante in un Sogno non-sognabile,
perché è SognoVivo,
è Mistero:
Verità in-concepibile ed in-dicibile.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.44 €12.00
ISBN 978-88-591-3182-3
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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