 | Nel mio collinare paese di Capitanata, Torremaggiore, situato a Sud dell’Italia, ma a Nord della Puglia, dove gli Appennini fanno da corona e confine al minuscolo ma genuino Molise, era una splendida giornata di sole quando mia madre attendeva con ansia la mia imminente nascita! Essa avvenne in tarda serata, tra l’esultanza di tutti i presenti.
Dopo due maschi, finalmente una bella femmina! Allora non c’era l’ecografia per conoscere in anticipo il sesso del nascituro. Gli anziani si affidavano al conteggio delle lune per ipotizzarlo. Il mio esordio fu
una gran bella sorpresa. In famiglia mi accolsero con grande gioia. Mio padre aveva pensato di chiamarmi Caterina, essendo nata la sera della vigilia di S. Caterina. Mia madre avrebbe dovuto chiamarmi Valleverde. Diceva di aver fatto un voto alla Madonna il cui Santuario è situato a Bovino:” Madonna mia, se nasce una femminuccia e va tutto bene, la chiamo come te”. Per rispetto alla nonna materna “Rosinella”, a mia nonna paterna Antonietta e per devozione a S. Anna, protettrice delle partorienti, alla fine mia madre, decise di chiamarmi Rosanna Maria Antonietta. Non aveva pensato, secondo lei, che la Madonna avrebbe potuto vendicarsi e punirla per non aver mantenuta la promessa fatta. Allora era frequente, nel nostro caloroso Sud, dare più di un nome al neonato, a prescindere dagli inconvenienti burocratici che si sarebbero potuti creare nel tempo.
Ero nata in casa, grazie all’aiuto di una levatrice. Ella mi lavò e mi vestì, con la collaborazione della zia Rosalia, sorella maggiore di mia madre. Sembravo un fascio di fiori colorati. La mia casa si tinteggiò
di rosa, mentre le campane suonavano a festa. Mio padre, nonostante la tarda ora, felice di quella bambolina che si trovò di colpo tra le braccia, mi avvolse in un grande scialle rosa e si recò dai vicini a cui, con orgoglio, presentò la sua ultima nata. Allora c’erano meno accortezze, ma i figli crescevano sani perché più vaccinati alle intemperie della vita. Immagino ancora oggi questo bel giovanotto sulla quarantina, tenero, sorridente e felice, come un bambino che aveva appena ricevuto il suo ultimo giocattolo tanto desiderato. Era questo il racconto della mia nascita che arrivava a me attraverso le parole di mia madre…
Incipit del libro “A gonfie vele”
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Rosanna D'Amico è nata a Torremaggiore (FG) il 2 gennaio 1955. Colpita dalla poliomielite in tenerissima età, affrontò le difficoltà del suo "stato" con forza e coraggio. Ottimista, amante della vita e con un alto senso dei valori di democrazia, giustizia e libertà, ha fatto propri gli ideali del comunismo e della lotta di classe, della lotta per l'emancipazione della donna e della classe operaia. Diventata, giovanissima, segretaria della Federazione Giovanile Comunista Italiana locale e poi membro federale del PCI, condusse la sua vita di donna impegnata, "con gli altri" e "per gli altri", per la difesa dei diritti, partecipando alla battaglia per il divorzio e per l'aborto, non trascurando mai la famiglia, in cui ha sempre creduto, e nutrendo incondizionatamente l'amore verso i bambini della Scuola dell'infanzia e verso tutti coloro a cui non ha negato mai il suo aiuto e la sua collaborazione…
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Collana "Gli Emersi" - Narrativa
pp.284 €14.00
ISBN 978-88-591-3020-8
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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