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L’Eredità terrena più bella? L’amore tra le generazioni! È fresco di stampa il volumetto edito da Aletti di Villanova di Guidonia (Roma) intitolato “L’eredità terrena più bella” scritto dall’agnonese Filomena Orlando, che ha già al suo attivo la pregevole raccolta di poesie ”Rosa nivea” pubblicato con molto successo due anni fa dallo stesso editore, il quale ha già inserito più volte la giovane scrittrice in alcune antologie di livello nazionale.
Filomena Orlando afferma che “L’eredità terrena più bella” è l’amore tra le generazioni familiari. In questo opuscolo, introdotto alla pagina 9 dall’Università delle Generazioni, racconta di una lettera scritta da un soldato, fremente in trincea sul micidiale fronte austriaco della prima guerra mondiale 1915-18 di cui adesso ricorrono i primi cento anni. Il soldato sente che non può uscire vivo dall’immane massacro, pure perché troppi commilitoni accanto a lui vengono continuamente falciati dalle mitragliatrici e dalle bombe nemiche. Ed è sicuro che non può sottrarsi al tragico destino. Allora decide di scrivere una lettera alla propria famiglia (moglie e figlia di pochi mesi) come eredità morale di valori da trasmettere di generazione in generazione per superare il male che incombe sull’Umanità e per tenere unita “la famiglia di sangue”.
Questo racconto breve (appena 36 pagine cm 14 x 21) è importante almeno per due motivi. Il primo perché costituisce non soltanto una seria ed attenta riflessione sulla natura e sul ruolo (anzi sulla missione) della famiglia (specialmente nel tempo corrente che combatte i valori di unità e solidarietà) ma rappresenta una presa di posizione ferma e decisa nel dibattito attuale sulla prima cellula della società. Il secondo motivo perché evidenzia che la violenza, comunque si manifesti, è il nemico numero uno della famiglia, in particolare la guerra la quale scardina, con i suoi lutti e le sue atrocità, i suoi componenti e ne perpetua le tragedie con tutte le sue nefaste conseguenze che ricadono sulle future generazioni.
Insomma, Filomena Orlando si mostra allarmata per l’attualità del mondo in perenne stato di guerra e prende a pretesto una storia di un secolo fa per parlare a noi, suoi contemporanei, cui chiede un atteggiamento intransigente verso tutte le negatività che tendono a disgregare le famiglie e le comunità. E, tra l’altro, nel panorama di una qualsiasi guerra, l’autrice sottolinea, con tenerezza ma anche con energia, il coraggioso ruolo delle donne che si trovano costrette a fare da madri e da padri poiché i propri uomini sono al fronte dei combattimenti e, quindi, non hanno alternativa che essere la colonna portante della famiglia sotto tutti gli aspetti. Così la donna diventa il vero motore delle generazioni e il legame che le tiene sempre strette tra loro. La donna quindi anima del mondo. Il messaggio finale è “mai più guerre, mai più violenze!”.
(Redatto da Domenico Lanciano)
Link diretto dell’articolo:
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