| “Tutto è oltre…” Nella lettura della voluminosa raccolta di Genoveffa Pomina in prima battuta non deve ingannare il titolo. “Tutto è oltre…”, ma non al di fuori di questo mondo. La stessa Pomina ci avverte in un testo di apparato prima del corpus vero e proprio: “bisogna essere prima di tutto ispirati”, “poi occorre inciampare su un oggetto”. E scorrendo l’indice gli oggetti non mancano, tra i testi di questo libro: “Luci di seppia”, “Sciarpe di seta”, “Vecchio telone” etc., così come non mancano le emozioni e le sensazioni evocate da quegli oggetti: “Dove affiorano i ricordi”, “Percezioni”, “Istante chiamato vita”. Dobbiamo necessariamente richiamare alla memoria il correlativo oggettivo indicato da Eliot e incarnato nella poesia montaliana. Del resto i riferimenti a Montale si trovano anche nel frequente richiamo di questa poesia all’occasione di apertura al senso che il reale ci offre. Leggiamo, in altro testo anteposto alla raccolta vera e propria, un richiamo alle occasioni perdute. Ma la poesia riscatta ed ecco che soffermandoci ancora sul titolo scopriamo che “oltre” non è uno stato in luogo, bensì, come nel testo omonimo inserito nel libro, una modalità di approccio alla conoscenza "Va oltre la mente che impara a non fidarsi”; di cosa? Del primo sembiante, del grado zero.
Oltre i sette veli, è ancora la stessa autrice ad indicare al lettore la via per la conoscenza, sta la verità che altro non è se non reazione, rispondenza verso ciò che accade. E certamente può anche leggersi questa raccolta come invito alla conoscenza, intesa come esperienza dell’emozione e della percezione. Quasi un paradossale suggerimento a non fermarsi sulla pagina, ma ad immergersi tra le pieghe della vita che lì viene scritta la nostra esistenza. Non a caso una poesia di Tagore citata dalla Pomina evoca in ciò che sta vicino (cit. “Apri le porte e guardati intorno”) la vera essenza di ciò che la poesia può solo echeggiare. Così leggeremmo questi versi, come una spia, un prolifico e fruttuoso prontuario.
Recensione a cura di Ginevra Grisi
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“Tutto è oltre...” Poesia. Nella vastità di quest’opera s’intrecciano numerosi fili tra natura, pensiero e sentimento. Se anche proviamo a seguirne uno solo, ci appare il soggetto in una sua ininterrotta varietà, per esempio la luna, elemento femminile che sembra congeniale all’autrice: languida, silenziosa e pallida, | solitaria vagabonda (p.22) esce dalla sua prigione vaporosa (p.39) sciupata (p.57) cerbiatta sbandata e guardinga (p.72) si ostina a scivolare (p.82) malinconica (p.95) appesa al cielo (p.144) spettro tra i rami (p.160) sfuggente (pp.211 e 213) come un contrappeso (p.214) quasi piena (p.236) pallida e tremante (p.271) — ed è soltanto una parte in cui la luna appare. Se ne deduce quindi una serie di annotazioni poetiche che mostrano le infinite possibilità della scrittura. Poi c’è la musica, e la musicalità, e la foglia-simbolo: “Dove vanno le foglie che il vento stacca dagli alberi?” (Melodie). Ce lo dice il Leopardi: vanno dove “va la foglia di rosa | e la foglia d’alloro” (Imitazione). Ma nel suo insieme la poesia ci è data sia per conoscere il mondo che per intravedere l’oltre.
Recensione a cura di Luciano Nanni
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Libro: Tutto è oltre…
Autore: Genoveffa Pomina
Edizione: Aletti Editore - Villanova di Guidonia 2015
pp.334 prezzo: € 14,00
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