| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Evoluzione di un frammento”?
Natalia Aradis - L'identità di una donna è spesso simile ad un caleidoscopio: all'esterno è uno strumento grigio e anonimo, all'interno è un insieme di frammenti sparsi e colorati. Iniziare da un frammento di sé e seguirne la sua evoluzione è il primo passo per rinascere. Il primo frammento da cui partire è la resilienza, la forza d'animo che è nascosta dentro di noi, ma a darle voce sa parlare benissimo.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Natalia Aradis - In realtà c'è un macro-argomento che è l'universo femminile e tutte le sfumature di emozioni che gravitano intorno alle donne che hanno coraggio, dicono no, si ribellano e come l'Araba Fenice trovano il modo di risorgere anche dalle ceneri.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Natalia Aradis - Moltissimo. La mia vita, il mio percorso di donna complesso e complicato è parte integrante del libro, ne è il suo punto di origine.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Natalia Aradis - La storia personale che è la base della storia collettiva. Molti non amano la storia, perché pensano sia scollata dalla realtà. I personaggi storici, nonostante realmente vissuti, appaiono come protagonisti di fumetti a volte noiosissimi da leggere. Capire che la storia ci appartiene, che ognuno di noi può, anche solo scrivendo un diario o collezionando fotografie o attimi di vita, contribuire a dare senso e valore al tempo e al nostro transitare sul pianeta terra. Ecco questo è il senso che ho voluto dare alla mia testimonianza: strappare all'oblio le mie emozione e lasciarle a chi vuole condividerle... nel tempo.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Evoluzione di un frammento”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Natalia Aradis - Gli episodi sono già isolati. La struttura è simile ad un diario che non contiene date o giorni, ma nomi di donne ed ogni donna è diversa e allo stesso tempo uguale alle altre. Sembra paradossale, ma proprio l'essere frammentario non permette la scelta. Ogni parte è collegata all'altra dal sottile filo rosso di una identità frantumata che si ricompone e alla fine il disegno che ne viene fuori è di una donna tenacemente attaccata alla vita e ai suoi inevitabili imprevisti. Non posso rispondere in altro modo, perché è come chiedere ad una madre quale figlio preferisca. Questo libro è stato un parto che ha dato alla luce Natalia. Il nome contiene un destino.
Natalia: dies natalis- giorno di nascita - nel mio caso di ri-nascita.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Natalia Aradis - Sicuramente Alda Merini, Sibilla Aleramo, Italo Calvino, Milan Kundera, Aldo Palazzeschi e potrei citarne altri cento.
Ogni autore, anche quello meno fruibile perché complesso o noioso o non in linea con il nostro sentire o con la nostra formazione, in realtà è importante perché aiuta a capire e a distinguere ciò che ci interessa, da ciò che invece non desta particolare interesse. Non si può percepire il bello se non si conosce il brutto o ciò che appare tale.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Natalia Aradis - Il teatro è una passione che coltivo dai tempi dell'Università e che ancora oggi ha un ruolo importante nella mia vita. Con la Compagnia Teatrale Entropia, di cui sono regista, ho messo in scena “Frammenti di anime” opera prima liberamente tratta da Evoluzione di un frammento e andata in scena al Teatro Traiano nel giugno del 2015. Attualmente sto lavorando alla sceneggiatura di un'altra opera prima dal titolo “Le note di una vita” che andrà in scena a fine maggio 2016.
Gli artisti che prediligo, invece, sono gli artisti di strada e i circensi. Sono affascinata e rapita dall'equilibrio perfettamente 'instabile' con cui affrontano lo spettacolo e la vita.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Natalia Aradis - Non ho generi letterari che amo in particolare. Mi appassiona la trama, il sistema dei personaggi e mi guida la curiosità. Ultimamente sto leggendo Gianrico Carofiglio, Antonio Manzini, Niccolò Ammaniti, Erri De Luca.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Natalia Aradis - Sicuramente e senza alcun dubbio il libro tradizionale. Per me è fondamentale avere tra le mani il libro, sfogliarlo, sentire l'odore della stampa, sottolinearne con la matita le parti che sento più mie e, dopo la lettura, riporlo su uno dei piani della mia disordinatissima e stracolma libreria.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Natalia Aradis - Conflittuale; ecco è il termine giusto. È relativamente più facile strutturare la trama di un libro o di un copione teatrale adattando il contenuto a personaggi conosciuti o a generi letterari ben avviati.
È un po' più complicato parlare di sé. È stata come una lunghissima seduta di psicoterapia. Non sempre procede speditamente, a volte si vuole mollare, altre non si vede l'ora di iniziare. Diciamo che è stato catartico scrivere e, come ben si sa, la catarsi purifica e per purificare deve andare in fondo in fondo all'anima, nei più remoti e rimossi spazi e contenuti.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Evoluzione di un frammento” se non lo avesse scritto.
Natalia Aradis - Sicuramente il titolo mi incuriosirebbe. Quando entro in libreria non ho mai un'idea sul libro da acquistare, osservo piccoli particolari: il titolo, il nome dell'autore o semplicemente un'immagine. Poi leggo la sinossi e come dire... sono i libri a scegliere me. E nella sinossi di Evoluzione di un frammento avrei visto tante parti di me e della mia vita. E avrei pensato che allora non sono sola. Qualcuno che non conosco condivide le stesse mie emozioni.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Natalia Aradis - Sì, ne sto già scrivendo un altro. È dedicato ai miei ragazzi. Agli studenti che ho incontrato e che incontrerò, al loro modo bizzarro e meraviglioso di interpretare i testi e la vita. Credo il titolo sarà: “Come fare un saggio breve. Sottotitolo:Semplice. Te metti er tutù e je fai un ballo corto.”
Questa frase è stata realmente detta da un mio studente ad un altro della stessa classe, mentre mi accingevo a spiegare le regole fondamentali da seguire per elaborare nel modo giusto un saggio breve.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp. 88 €12.00
ISBN 978-88-591-30450-5
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