| Domanda: Partiamo proprio dal titolo, come mai “1988 Il passato inatteso”?
Risposta: Il titolo si è formato insieme al romanzo, punto di partenza è stato comunque sempre il 1988, anche per via del simbolismo insito nel numero otto: la visione alchemica e l'infinito erano i messaggi che volevo inserire nel libro e quindi nel titolo. Il passato inatteso invece è qualcosa che si conosce ed è al tempo stesso sconosciuto, un ossimoro che spesso è la continua contraddizione della nostra vita.
Domanda: Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta : Nel romanzo l'argomento più ricorrente penso sia la ricerca, quella che nel periodo di vita il protagonista arriva quasi ad imporsi. Una ricerca che è la stessa che lo porta a riscoprire brani musicali, opere letterarie ed artistiche di vario genere, fino ai crismi dei dogmi religiosi con cui viene in contatto, offrendone una visione, in quanto laico, distaccata ed equilibrata.
Domanda: Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta: La realtà ha inciso in maniera determinante. Penso che quando si scrive un romanzo si debba partire da qualcosa che si conosce profondamente, quindi meglio farlo dal proprio vissuto. È anche il modo per parlare di sé stessi vestendo i panni di un altro, indossando una maschera come nel teatro dell'antica Grecia.
Domanda: La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta: Ho voluto salvare quel momento della giovinezza in cui eravamo talmente impegnati a vivere da non accorgerci che eravamo felici. Ritengo che se ognuno di noi riuscisse a conservare dentro quella sensazione di leggerezza anche la vita da adulti potrebbe essere migliore, più lieve.
Domanda: A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “1988 Il passato inatteso”, se dovesse isolare gli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta: L’episodio che ricordo con particolare favore è la stesura del romanzo in toto. Mentre scrivevo entravo totalmente lì dentro, talvolta avevo l'impressione di essere fisicamente nelle situazioni che stavo raccontando, una sorta di viaggio trans-temporale come quello che vive il protagonista.
Domanda: Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta: Ho sempre letto molto fin da bambino e ogni libro, nella sua diversità, mi ha donato qualcosa che poi mi è servita per scrivere il romanzo, ma sopratutto per vivere. Tra tutti penso che i più determinanti siano grandi Hemingway, Garcia Marquez, Tolkien, Svevo, Montale, Pirandello, Calvino, Joyce. L’elenco potrebbe essere infinito anche perché ho molto amato anche altri autori, come Murakami, che ho conosciuto in età adulta. Ognuno di loro, con il suo stile, ha saputo regalarmi qualcosa del suo mondo che facevo diventare anche il mio.
Domanda: Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta: Partirei dalla musica, la mia vera grande passione. Nel romanzo c'è un elenco molto lungo di brani i cui autori hanno in maniera tangibile influenzato la mia scrittura. Ci sono i Queen, i Genesis, i Pink Floyd, Stevie Wonder ed anche qui si potrebbe continuare all'infinito, anche perché la musica accompagna da sempre la mia vita e ogni momento del giorno ha la sua giusta colonna sonora. Poi c'è la pittura, rimango ancora estasiato di fronte a capolavori come quelli di Caravaggio, Velasquez, Goya e molti altri descritti nel libro.
Domanda: Oltre a quello trattato nel libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta: Mi piacciono i romanzi storici, quelli che attraverso gli occhi di un protagonista raccontano avvenimenti che fanno parte della nostra vita. Leggo con piacere anche i gialli, dai classici di Conan Doyle e Agatha Christie fino a Faletti e Camilleri.
Domanda: Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta: Senza dubbio il cartaceo. Mi piace l'oggetto libro, annuso le pagine quando lo acquisto e la mia libreria deve contenere libri. Ritengo, però, che il digitale possa servire a far arrivare ciò che si scrive a molte più persone, sono nuove forme di comunicazione che magari i più giovani prediligono.
Domanda: Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta: Essendo al mio primo romanzo il mio rapporto non è stato sempre lineare. Ho avuto molti dubbi su ciò che stavo scrivendo, ho cancellato e poi scritto di nuovo svariate volte. Doveva piacere prima di tutti a me, quindi il rapporto è stato travagliato, però alla fine sono molto soddisfatto del risultato.
Domanda: Un motivo per cui lei comprerebbe “1988 Il passato inatteso” se non lo avesse scritto?
Risposta: Il motivo principale è che riesce molto facile immedesimarsi con i personaggi del romanzo, alla fine sembrano degli amici e finiscono per mancarci. Mi piacciono i libri in cui posso identificarmi con uno o più personaggi, interagire. Penso - e spero - di essere riuscito nell'intento. I vari riferimenti musicali, artistici, gli avvenimenti storici, possono servire come riflessione sul momento storico che stiamo vivendo.
Domanda: Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene un' anticipazione?
Risposta: Certo, ho iniziato a scrivere due altri romanzi. Uno è un progetto forse ancora più vecchio di “1988 Il passato inatteso”, ne ho scritto qualche pagina e si chiama “La vita segreta delle cose”. Si tratta di un racconto narrato dal punto di vista di cose inanimate come un palazzo, una scuola, un automobile. Le cose descrivono la vita che hanno vissuto, il rapporto con gli umani, il loro punto di vista. L'altro libro è un giallo molto crudo, ambientato a Torino, il cui titolo al momento è “Il teorema di Eulero”, quindi la matematica si fonderà con il mistero.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.488 €16.00
ISBN 978-88-591-3053-6
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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