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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista ad Elena Carnimeo, che presenta ai lettori il romanzo “Colt Python 357( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “COLT PYTHON 357”?

Elena Carnimeo - Diciamo che sono un’appassionata di armi e quando ho iniziato a tracciare le bozze della mia storia avevo solo tredici anni e tutto è iniziato come una sorta di scommessa con me stessa. Per prima cosa, avevo bisogno di un titolo che convenisse con l’argomento trattato e quale miglior scelta se non una “signora pistola”? La Colt Python 357 non è certo un’arma comune, un calibro di questa portata era certamente quel che si addiceva di più al mio protagonista, che non è un classico assassino di quelli che si vedono nei film, ma non solo, a dir la verità è lei la vera e propria protagonista della vicenda, ma anche un simbolo, il simbolo di chi è stato costretto a lottare contando solamente sulle proprie forze in una realtà che sembra essere piuttosto distante dalla nostra vita di tutti i giorni. Per Santo rappresenta il suo ultimo legame con il passato, un passato senza riscatto che continua a tormentarlo tutte le notti, e non è il solo a dover affrontare una volta per tutte il suo destino. È inoltre la personificazione della vendetta, servendosi di essa infatti si sente forte e invincibile, ma, come afferma egli stesso, nel momento in cui capisce di esserne diventato schiavo, si accorge che è troppo tardi per tornare indietro.

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Elena Carnimeo - Innanzi tutto, in questo volume troviamo due filosofie ricorrenti in contrapposizione sul tema del destino: la prima, quella di Philip, afferma che nessun uomo può sottrarsi di fronte al proprio destino e di conseguenza, per quanto voglia sottrarvisi, sa che prima o poi dovrà affrontare il suo passato, anche se questo potrebbe comportare dei seri rischi.
La seconda, invece, non è finalizzata alla vendetta, bensì al perdono. A differenza di Philip, la vedova Morgue, donna molto fedele e devota, è convinta del fatto che noi e soltanto noi siamo i fautori del nostro destino, questo perché Dio concede a tutti una scelta e soprattutto il perdono, pensa infatti che non sia mai troppo tardi per essere perdonati e che l’uomo, attraverso le scelte sbagliate, sia l’unico vero responsabile della propria condanna. Tuttavia lei stessa in cuor suo non riesce a perdonare l’uomo che l’ha privata di suo marito.
L’incontro di queste due filosofie porterà uno dei due ad intraprendere un tortuoso cammino psicologico che lo condurrà inevitabilmente di fronte a una scelta.
Anche le promesse occupano un ruolo fondamentale: “le promesse mancate uccidono dentro” afferma uno dei miei personaggi e Philip agirà secondo questo prezioso insegnamento, pronto a compiere qualunque sacrificio pur di mantenere la parola data.
Il tema dell’amore è visto sotto molteplici aspetti: l’amore fraterno, l’amore paterno, l’amore perduto, la passione amorosa che rende succubi, l’amore mancato e represso che genera reazioni di odio e l’amore morboso che porta immancabilmente alla gelosia, alla voglia di possesso, all’ossessione, alla violenza, alla follia ed infine alla morte.
Questo amore morboso è il risultato di anni di sofferenze, c’è chi impara a prendere tutto ciò che vuole senza alcuna regola né rispetto per niente e nessuno soltanto perché tutto gli è sempre mancato, c’è chi ruba persino le emozioni o fa di tutto per nascondere le proprie debolezze, nascondendosi dietro una maschera perché si sente vulnerabile e, per chiunque cerchi di minare la sua maschera, egli si difende con l’unico linguaggio che conosce: la violenza.
Altro tema fondamentale è il rapporto che i miei personaggi hanno col passato, c’è chi ha vissuto per strada e ha voglia di riscattarsi per “togliersi di dosso la puzza della strada”, chi è riuscito a fare fortuna e ad andare avanti nonostante tutto, chi si sente ancora schiavo di un passato di rimorsi e atroci sofferenze che lo tormentano anche di notte, chi è stata vittima di violenze, chi invece ha vissuto in una gabbia dorata ma è pieno di rimpianti perché non ha mai avuto il coraggio di intraprendere le proprie scelte.
Ognuno di loro ha un rapporto diverso con la morte, c’è chi uccide per mestiere, chi si è fatto giustizia da sé, chi segue ancora il suo codice d’onore, chi ha perduto qualcuno di molto caro e non riesce a farsene una ragione, c’è chi la vede come una liberazione e chi come un atto di viltà, chi ha il grilletto facile e chi ha paura di premere il grilletto, ma se si tratta di difendere qualcuno che ama, è il primo a sparare.
Nella criminalità organizzata il tradimento è da molti considerato come la colpa peggiore di cui un uomo possa macchiarsi, questa mancanza di rispetto generalmente si paga con la morte, ma nel caso di una donna c’è chi ha un occhio di riguardo e chi non può assolutamente accettarlo...
Infine molti dei miei personaggi intraprendono un vero e proprio travaglio psicologico interiore, talvolta con qualche piccolo disturbo del comportamento, dei complessi mentali, ma anche dei traumi, o delle serie manie, c’è chi addirittura diviene folle.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Elena Carnimeo - Mi piacerebbe dire che ogni riferimento a fatti e personaggi sia puramente casuale, ma non è sempre così, può sembrare strano ma delle volte mi è capitato di incontrare per strada qualcuno dei miei personaggi e la cosa mi ha molto emozionata, tant’è che spesso chi era con me in quel momento non poteva fare a meno di scherzare dicendo che, se in un futuro non lontano facessero il film del mio libro, avrei già qualche attore!
Altre volte invece mi succede l’esatto contrario, per esempio mi capita di guardare un bambino che attraversa la strada e subito inizio a fantasticare e immagino il resto...
Comunque sia, alcuni personaggi sono ispirati a persone realmente esistenti, uno in particolare è la versione più vissuta e un po’ invecchiata di un mio carissimo amico che purtroppo non ha avuto la sua stessa fortuna.
Qualcuno potrebbe dire che il mio libro può sembrare poco realistico, un po’ come fosse un cartone d’azione, ma in realtà, al di là della storia io do vita ad emozioni reali e racconto situazioni realmente possibili, soltanto che la maggior parte di noi è talmente abituata alla sua solita grigia e piatta vita di tutti i giorni, forse troppo abitudinaria ma comoda e sicura, che non riesce ad immaginare che per altri è la realtà.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Elena Carnimeo - Una sera ero triste per via della morte di un mio carissimo amico al quale ho dedicato questo libro, quando qualcuno mi ha detto: “la vita in confronto all’eternità è nulla. L’arte rende eterni. Tu lo hai reso eterno.” Ed è stato allora che ho capito cos’è che volevo conservare davvero dall’oblio del tempo, ed è per questo che la mia dedica è rimasta invariata, mi piace pensare che il mio amico stia ancora fischiettando per quelle strade, magari sulle note di “Dirty old town.”

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “COLT PYTHON 357”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Elena Carnimeo - Io direi che ci sono episodi di vario tipo: alcuni sono divertenti, altri macabri, qualcuno molto passionale, ma anche diversi episodi nostalgici legati all’infanzia.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Elena Carnimeo - Fin da bambina ho sempre amato i libri di Mark Twain, in particolare Tom Sawyer, ma anche alcuni capolavori di Charles Dickens. Sono anche un’amante della poesia, in particolare quelle di Rimbaud e di Baudelaire. Inoltre mi sono sempre piaciute le storie su John Dillinger, Bonnie e Clide ed anche i libri di Harry Grey, il famoso gangster scrittore.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Elena Carnimeo - Sono un’amante del cinema, del teatro e soprattutto della musica, non a caso quando scrivo ascolto sempre molte canzoni di ogni genere.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Elena Carnimeo - Personalmente sono convinta del fatto che tragedia e commedia siano sorelle perché nell’una c’è sempre un po’ dell’altra e se fossero persone avrebbero un rapporto molto simile a quello dei fratelli De Blois, diversi all’apparenza, ma sotto sotto simili, ed è per questo che amo entrambi i generi. Mi piace spaziare tra un genere e l’altro sia nella scrittura che nella lettura, ad esempio apprezzo molto il romanzo psicologico e il romanzo storico, specialmente se condito con qualche scandalo, ma sono anche un’amante dei classici dell’avventura e del genere “Tim Burton”.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Elena Carnimeo - Cartaceo senza ombra di dubbio, non amo leggere pagine che non posso toccare e sfogliare. Sono una di quelli che adorano passare del tempo tra gli scaffali polverosi, sentire il profumo dei libri, accarezzare quelle pagine ingiallite e fantasticare oltre le copertine.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Elena Carnimeo - Come ho detto precedentemente, quando ho cominciato a scriverlo avevo tredici anni, all’inizio era una visione più che altro onirica, poi pian piano attraverso la scrittura la mia storia si è fatta più nitida, fino a quando i miei personaggi non hanno iniziato a staccarsi dalla carta, a camminare sulle loro gambe, a parlare con voce propria, a pensare con la loro testa e soprattutto ad amare con il loro cuore. Sono stata così coinvolta da questo magico teatrino che alla fine i miei personaggi dettavano, ed io prendevo appunti con la sola consapevolezza di regalare e conservare emozioni.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “COLT PYTHON 357”se non lo avesse scritto.

Elena Carnimeo - Questo è un genere che mi incuriosirebbe parecchio, per gli amanti delle crime fiction è sempre più difficile trovare una storia di gangster che non sia poliziesca. Anche la trama mi avrebbe incuriosita, poi, ovviamente da brava lettrice non sono certo il tipo che si sofferma alla copertina, a me piace guardare oltre.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Elena Carnimeo - Ho molte opere inedite nel mio cassetto, tra cui anche altre parti di “Colt Python 357” che spero di pubblicare prossimamente. Attualmente sto lavorando a: “I principi di Marsiglia”, una storia tutta incentrata sull’infanzia di due personaggi di “Colt Python 357”.

Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.376 €13.00
ISBN 978-88-591-2968-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book http://www.alettieditore.it/emersi/2015/carnimeo.html#sthash.cJSccOpE.dpuf


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