| Ritroviamo negli undici racconti del libro “Anche questa è vita”, appena pubblicato per i tipi di Aletti, il mondo di ieri; un passato che ci appartiene ma di cui abbiamo conservato ben poche tracce nel tempo presente e che è bene custodire per alimentare la nostra memoria storica. Undici racconti che rievocano momenti particolari – come si legge in quarta di copertina - della fanciullezza, della giovinezza accompagnata da sospiri, sogni d'amore, da tanti e tanti ricordi, riassunti fin dalle prime vicende spensierate dell'infanzia a quelle diverse della maturità.
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Anche questa è vita" ?
Alfredo Popolizio - ...Ahimè!, se avessi saputo, come ho saputo in seguito, che esiste anche una canzonetta omonima, avrei senz'altro cambiato titolo, ma oramai eravamo in stampa... In effetti una prima idea era quella di intitolare gli undici racconti "Giorni del mondo di prima". Può essere davvero e comunque un sottotitolo! Sono belli tutti e due, e a me cari perché entrambi colgono momenti di realtà vissuta per più di un cinquantennio. Sono brandelli della mia vita di prima che ho inteso raccontare principalmente alle mie figlie alle quali è dedicato il libretto.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Alfredo Popolizio - Sono momenti toccanti che partono da una difficile fanciullezza (quella del dopoguerra) a quella più agiata e serena della maturità. Non sono in verità i momenti più importanti e decisivi della mia vita, ma sono quelli più ricorrenti nella memoria perché a me cari. Come dimenticare il calore della mano di mia madre che mi guida quando da bimbo avevo perso i guantini? E quando mi accompagnò al Giubileo del 1950? E quando con solerzia mi educava allo studio? Ricorre l'amore per la famiglia e nella famiglia, in quanto “columna et fundamentum rei publice”. Ecco, questo per me è un tema fondamentale, che appare sotto diversi aspetti nei racconti intitolati: "Un filo", "Fratelli", " Un sorriso per papà" "Un ponte per la speranza", "Proprio così- per la festa della mamma".
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura
Alfredo Popolizio - Moltissimo, la realtà dei giorni del tempo di prima è predominante nel mio scrivere. La narrazione è reale in quanto vissuta, non è travisata né romanzata, ma serenamente ricordata, accarezzata con emozione e rievocata non senza compiacimento. Una volta si è presentata come crudele realtà dalla quale si vorrebbe rifuggire come lo è stato la disgrazia mortale di un militare della mia compagnia e compagno di branda (Fanti da mar). Si tratta anche della procellosa realtà del dopoguerra (Calle Regina) rasserenata nello spazio dalla luminosa vista del sovrastante cielo sui tetti e accompagnata dai rintocchi pasquali del campanile di San Salvador.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Alfredo Popolizio - Ho inteso salvare e custodire dei valori, credo di aver testimoniato che nell'uomo c'è ansia di conquistare e vivere dei valori quali: l'amore, la famiglia, la fratellanza, l'amicizia, la trepida ricerca della fede e della pace. Tale il senso della citazione al mio libretto: "Io non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io sono come loro, in perpetuo volo".
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Anche questa è vita", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Alfredo Popolizio - Mi è difficile rispondere a questa domanda, anzi non so dare una risposta, proprio come uno scolaretto poco studioso, direi che non saprei descriverli diversamente perché concepiti in tempi diversi e non senza emozione; credo che mi sarebbe più facile aggiungere a questa esperienza altri episodi, ma si tratta per ora di una velleità.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Alfredo Popolizio - Decisamente per la mia formazione culturale sono stati i classici: Cicerone (poc'anzi citato) Seneca (De senectute), Euripide (Medea-Le Fenice), Sofocle (Antigone); per quella sentimentale sopratutto Giovanni Pascoli perché i suoi versi “cantano, come sanno cantare i sogni del cuore che cantano forte e non fanno rumore”. E la sua prosa non è da meno! Nelle antologie scolastiche appare spesso una lettura: "Il Fanciullino", ma è poco, la gioventù di oggi dovrebbe leggere Pascoli prosatore. Non posso dimenticare il realismo (i due romanzi e le novelle del Verga), insomma tutta la letteratura del primo novecento: Italo Svevo e Fogazzaro, i saggi critici di Francesco De Sactis. Amo infine Cardarelli e Palazzeschi. Quale fonte di ispirazione credo abbiano influito i "Sillabari" di Goffredo Parise, quei racconti sono diversi tra loro e questa diversità la ritrovo negli undici miei racconti dalla varietà dei temi uniti dallo stile a volte arguto e compiaciuto della narrazione.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Alfredo Popolizio - Certamente, ogni espressione artistica influisce e cattura chi scrive, la musica, la pittura, il teatro comunicano tutti delle forti emozioni che non si possono dimenticare. Se si leggono delle meravigliose e celebri pagine si sente inevitabilmente anche la musica, si vedono delle immagini vive che si trasformano in poesia, cito ad esempio Manzoni: "l'addio ai monti di Lucia, e "scendeva dalla soglia....", è prosa e poesia insieme, rappresentata in uno splendido scenario, per dirla con Benedetto Croce: “un sentimento gagliardo che si è fatto tutto rappresentazione nitidissima”.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Alfredo Popolizio - Tutta la narrativa in genere, in particolare la storia, la storia della letteratura, la sociologia, l'economia politica, e la filosofia del diritto. Ogni tanto, casualmente, ma a volte deliberatamente, ritrovo riposti in biblioteca dei trattati su questi temi, ed anche dei testi universitari, e me li vado a rileggere, e ci trovo sempre delle verità che da studente ahimè mi erano sfuggite. Sono nuove scoperte e me ne rallegro.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Alfredo Popolizio - Cosa vuole, io appartengo a quella generazione di prima e preferisco il cartaceo, mi fa gustare di più la lettura, però non disdegno il digitale è decisamente comodo soprattutto quando ci si trova in piedi in autobus, e, non cosa da poco, costa meno.
Domanda - Per terminare, quale è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Alfredo Popolizio - Ho cercato, non senza difficoltà, di essere semplice e profondo allo stesso tempo, con periodale contenuto in modo che la lettura non affatichi e si liberi agile e interessante; l'inizio del racconto deve incuriosire ed avere un finale un po’ a sorpresa che il lettore non poteva immaginare. Ho inteso con una scrittura semplice e che si snoda “de plano” narrare delle verità alla scoperta di quei valori ai quali l'uomo per sua natura aspira e in quanto essere finito trova rifugio. Se ho fallito, non abbiatemene, e dimenticatemi.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Anche questa è vita" se non lo avesse scritto.
Alfredo Popolizio - Principalmente attirato dalla curiosità del titolo, quel “anche”, che cosa vorrà mai dire di nuovo e di strano sulla vita? Quali altri aspetti ed esperienze verranno proposti dell'altrui vivere? E che ci siano davvero nella vita delle vicende oscure che meritano testimonianza?
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Alfredo Popolizio - Certamente, quando troverò il coraggio di chiudere l'ufficio, e se l'estro mi arriderà, ho intenzione di raccontare dei fatti particolari e curiosi che ho avuto modo di conoscere durante le mie difese, perché, malgrado tante cattiverie, gelosie, odio, invidie, prevaricazioni, e violenze, credo che ancora nel mondo ci sia tanto amore che anela a manifestarsi.
Collana "Gli Emersi" - Narrativa
pp.84 €12.00
ISBN 978-88-591-2856-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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