| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Danzo nel vento”?
Paola: Il titolo "Danzo nel vento" è nato come gioco di parole: volutamente richiama infatti la danza del ventre, alla quale mi sono avvicinata da circa 8 anni, e che mi ha fatto scoprire un mondo variegato di ritmi e tradizioni musicali.
Danzo nel vento come immagine di gioia, per celebrare la vita, immersa nell'elemento naturale che la trasporta, che produce suoni, anima oggetti.
Mi piacciono moltissimo certe giornate dispettose di vento, in cui tutto si solleva in una girandola ribelle, e volano i panni, e pezzi di giornale, gli abiti si scompigliano. Sento dalla finestra di casa mia le foglie suonare. Tutto prende vita in modo autonomo, trovo sia bellissimo.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Paola: Più che argomenti, descrivo stati d'animo, sentimenti di quella che definisco la mia terza vita.
Il libro non ha un ordine cronologico. Un'intima connessione ne determina la sequenza.
Apro con "Questa sono io" come presentazione, e poi proseguo con l'amore, la partenza, l'inevitabile senso di mancanza, e così via. Riflessioni, tristezza e felicità. I sogni, il viaggio.
Il libro si chiude con il mio mondo colorato, con ritratti di alcune persone a me care.
Insomma, un arcobaleno di emozioni.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Paola: Moltissimo, la mia scrittura non può prescindere dalla realtà quotidiana.
Cerco di vivere consapevole del presente, per cogliere ciò che le giornate offrono.
La mia vita di pendolare – ogni giorno viaggio per più di tre ore su treno e metropolitana – mi regala sempre preziosi momenti di ispirazione.
E ciascun incontro mi lascia sempre qualcosa, "scie luminose" come scrivo in una poesia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Paola: La possibilità di rinascita. Dopo esser caduta ed aver assaggiato la terra, riuscire a trovare la forza di alzarsi nuovamente e guardare avanti, ricominciare a sperare, a sognare.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Danzo nel vento”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Paola: “Danzo nel vento” raccoglie pensieri di 8 anni di vita, quindi tanto materiale umano.
I viaggi sono preziose occasioni di raccoglimento, momenti di libertà interiore per ascoltare gli echi dentro di me.
Insegnare italiano a migranti come volontaria mi ha dato molto, sicuramente tanto di più di quanto io stessa non sia riuscita a dare ai miei studenti. Ha affinato la mia sensibilità, mi ha dato maggiore conoscenza.
Aver ospitato due bambine bielorusse mi ha fatto scoprire nuovi aspetti di me stessa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Paola: Leggo poesie da sempre. Sono appassionata di Pablo Neruda.
Amo Alda Merini per la sua forza, Rodari per la semplicità del linguaggio, eppur così efficace. Amo molto Montale.
Mi piacciono molto anche Hickmet, Nizar Qabbani, Tagore.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Paola: Senz'altro la fotografia e le arti figurative in generale, comprese le moderne. Trovo molto interessate la street art. E poi la danza, la musica.
Ovvero l'espressione del sé senza parole, dove per comunicare occorre mettere in moto le emozioni, la fantasia.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Paola: Soprattutto biografie e autobiografie. Racconti di viaggi. E manuali: mi affascina la capacità di segmentare un'attività allo scopo di renderla fruibile a tutti.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Paola: Sono ancora legata al libro cartaceo, però quando viaggio uso l'e-reader, decisamente più funzionale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Paola: Io scrivo sempre e dove capita, su pezzi di carta di fortuna - che poi non ricordo dove ho messo - col cellulare: appaiono nel mio cervello dei versi e devo fermarli subito, altrimenti scompaiono.
Quindi indispensabile, una sorta di rubinetto per far uscire le emozioni.
Per la composizione di questo libro, ho fatto un grande lavoro di scelta e taglio. Alcune poesie nascono già pulite, molte invece hanno bisogno di essere sfrondate, come una pianta generosa, per far emergere la loro bellezza.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Danzo nel vento” se non lo avesse scritto.
Paola: Per leggere come una "ragazza" di cinquant'anni possa ricominciare a sognare.
Perché sono piccole fotografie, non impegnative, affettuose – qualche volta divertenti – compagne della routine quotidiana: si possono leggere nei 3 minuti di attesa del bus, nei 5 minuti di pausa del lavoro.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Paola: Ho diverse idee in mente: raccontare un viaggio con le poesie, una storia d'amicizia fra un ragazzo mediorientale ed una ragazza europea nata in chat. Raccogliere anche i racconti per bambini che ho scritto in questi ultimi anni.
Ma è ancora presto per dirlo, per il momento desidero festeggiarmi e “liberare la monella che c’è in me”, insieme alle persone che mi sono care.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.108 €12.00
ISBN 978-88-591-2867-0
Il libro è disponibile anche in eBook
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