| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Fiore inespresso”?
Stefano Danzi - Il titolo ha una storia singolare. Se si osserva la copertina c’è un fiore che spunta dal cemento. Bene quel fiore è nato sulla strada in cui si affaccia il mio appartamento e l’ho fotografato. Il giorno che ho terminato l’opera non sapevo che titolo dargli e soprattutto non trovavo una copertina adatta ad essa. Stavo per perdere le speranze, scorrendo le foto sul mio pc ritrovo questa, guardando la bellezza della bocca di leone tra l’asfalto mi è venuto un pensiero. Quanto era formidabile quel fiore, ma nonostante la sua magnificenza non esprimeva a pieno l’incredibilità dei suoi colori, la delicatezza dei suoi petali erano aspetti superflui a causa dell’ambiente deturpato in cui si trovava. Ho esteso questo pensiero su di me perché mi sento un po’ come quel fiore, rimane lì fermo con la sua bellezza capace di esprimere esteriormente veramente poco, ma se stringiamo la questione all’intrinseco scopriamo che c’è di più, quindi il fiore rimane inespresso finché qualcuno non si accorge della sua bellezza. Ecco perché “Fiore inespresso”.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Stefano Danzi - Nel libro l’aspetto fondamentale è il tempo, lo scorrere inesorabile del tempo la malinconia che esso lascia con il suo andare avanti.
Inoltre metto in risalto i problemi sociali di noi giovani oppressi da una società che purtroppo ci offre poco. Ho cercato di esprimere sentimenti e valori come l’amore e la famiglia inserendoli nel contesto moderno.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Stefano Danzi - I versi delle mie poesie rispecchiano in pieno la realtà, in quanto tutto quello prodotto descrive la quotidianità di un ragazzo italiano nel proprio contesto sociale.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Stefano Danzi - I sentimenti, perché questi non cambiano mai, per quanto possano cambiare le generazioni e per quanto diverse siano l’una con l’altra, i sentimenti rimangono lì in maniera perenne.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Fiore inespresso”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Stefano Danzi - Alcuni molto belli, durante questo percorso ho trovato l’amore e l’appoggio dalla mia famiglia e soprattutto ho scoperto l’amore di una ragazza che mi ha spinto ad esternare il mio lavoro letterario.
Altri molto brutti, come la perdita del posto di lavoro che ad oggi ancora non ho rimpiazzato.
Comunque tutti molto intensi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Stefano Danzi - La figura poetica che mi ha colpito di più soprattutto nei miei studi è Dante Alighieri il quale oltre ad essere un poeta e precursore della poesia scritta in italiano con il suo “volgare”, almeno a mio parere, era ed è capace di stregare con i suoi versi amabili nel significato e nel suono.
Su questo mi ispiro molto, cioè, cercare di stupire il lettore con una poesia diversa ed innovativa.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Stefano Danzi - No, anzi devo dire che la mia poesia viene influenzata molto dal mio stato d’animo.
Quando sono felice o, per meglio dire, quando è una buona giornata nella mia poesia vi sono presenti ottimismo e speranza, mentre nelle “giornate no” si nota come tutto cambia mettendo in risalto la disperazione dell’essere.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Stefano Danzi - I generi letterari che mi interessano sono l’epica, le commedie in modo particolare e aggiungerei anche la saggistica. Anche se la poesia rimane quello preferito.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Stefano Danzi - Il libro che piace veramente secondo me bisogna averlo cartaceo perché quando giri per casa e lo vedi è come un innamorarsi ancora e sai che resta lì in eterno.
Però devo dire che in digitale è anche più facile trovare e reperire testi d’interesse.
Quindi in conclusioni direi che possono essere entrambi utili per la cultura di un uomo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Stefano Danzi - Il mio scrivere viene dal cuore, è molto semplice per me comporre versi, è una cosa spontanea che faccio con molta naturalezza e disinvoltura. Il libro è venuto su da solo in modo inaspettato, fatto senza troppi pensieri per la mente, veramente una bella esperienza.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Fiore inespresso” se non lo avesse scritto.
Stefano Danzi - Partirei dal fatto che a me piace molto la poesia, quindi la curiosità di scoprire un nome nuovo e soprattutto apprezzo l’impegno della mia generazione nel mondo dell’arte. Questo mi spingerebbe a comprare questa raccolta.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Stefano Danzi - Sì, già è in elaborazione un nuovo libro che dovrà essere valutato dalla casa editrice “Aletti Editore”. Sperando che tutto vada per il meglio, nel 2016 penso di pubblicarlo. In quanto ad anticipazioni mi riservo di non rispondere, sperando di suscitare curiosità nell’opera futura e ringrazio il mio editore per quella passata che ho avuto la fortuna di pubblicare.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.52 €12.00
ISBN 978-88-591-2933-2
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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