| Portami via,
ma lasciami volare ancora un po’.
Lascia che ritorni
sopra i miei campi,
il mio grande fiume silenzioso
i miei pioppeti.
Anche bendata,
che solo senta il vento
ed il suo canto,
scorrendo le file accurate,
da una bicicletta materna
che avvolga i miei sogni
e li tenga al caldo del cuore.
Portami ad incontrare
ogni giorno passato,
vissuto con la paura
che finisse
prima di poterlo compiere.
Prima che qualcuno
mi potesse chiedere sostegno,
prima di poterglielo dare.
Chiudi ora i miei occhi
e la mia bocca parlerà di te
perdendosi nel vento.
*****
Ti vedo e sei preludio
a fili di stelle poggiate nel cielo.
Un’arte, la tua, a sopire la vita,
anche passando tra le mura di casa,
correndo alla finestra per guardare il sole,
accoccolandoti tra i cuscini.
Ti vedo ancora e gli occhi si infilano
tra le fessure del giorno e della notte.
Sognare ad occhi aperti
ora che tanto è passato,
ancora a bocca aperta
per la meraviglia di ogni giorno.
Ti vedo adesso che sei qui vicina,
vuoi aiutarmi a contare i giorni?
Come un villaggio che si leva dal torpore
e un giorno nuovo lo aspetta:
mistero sarà ciò che accade
e amore per vedere come seguita la vita.
Due poesie di Daniele D'Amico incluse nella raccolta "Una fessura tra luce e pietà"
*****
Daniele D’Amico è nato a Brescia 62 anni fa ma ormai romano d’adozione. Sposato, padre di due maschi e nonno di due belle nipotine. Ama il teatro, ha recitato in una compagnia amatoriale anche in alcuni importanti teatri a Roma e fuori, e la musica classica, attualmente canta in un coro.
Ha finora composto due libri di poesie: “Comincio io?” e “Lascia che sia così” ed è apparso in alcune pubblicazioni di raccolte di poeti contemporanei.
“Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, lo si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo. Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. Il silenzio è sempre difficile.”
(da ‘La paura del silenzio’ di Carlo Maria Martini)
Collana "Gli Emersi" - Poesia
pp.48 €12.00
ISBN 978-88-591-2815-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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