| La poetessa di Locri, Daniela Ferraro, soprannominata “l’Usignolo della Locride”, non finisce mai di stupire. Ha collezionato altri due riconoscimenti letterari, uno a Torino nel concorso nazionale di poesia “Gli autori dell’anno” e l’altro nell’edizione del IV Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” svoltosi a Jesi (Ancona) con la poesia “A Ferruzzano Superiore”, un paese fantasma del litorale jonico reggino, lasciato da secoli in un colpevole abbandono da parte dello Stato Italiano. È una bella poesia attraverso la quale la Ferraro descrive con versi cadenzati e molto appropriati la solitudine e l’isolamento di un paese che un tempo era la roccaforte naturale che si erge a strapiombo sopra il livello del mare, luogo sicuro per le incursioni dei pirati. Divenuto ben presto, centro fiorente di attività agricole ed artigianali, cominciò a subire le prime rovine in occasione del terremoto del 1783 cui poi se ne aggiunse un altro, ancora più disastroso, nel 1907. Oggi, del vecchio paese, sono rimaste solo le pietre fredde dei fabbricati che guardano tristemente verso il piano e qualche vecchio nostalgico che non lo vuole abbandonare. “Mai pace ha il vento né lo stormir di fronde” recita, tra l’altro, nella poesia Daniela Ferraro, a dimostrare che il paese fantasma di Ferruzzano può essere preso come emblema di una Calabria afflitta da mille problemi e tante contraddizioni che, nonostante gli eventi negativi, lotta disperatamente con tutte le sue forze per proiettare all’esterno un’immagine di efficienza, efficacia ed operosità. La Ferraro è autrice di tre raccolte di poesie (Icaro, Cerchi concentrici al cadere dell’alba, e Piume di cobalto) che hanno riscosso lusinghieri apprezzamenti da parte dei lettori e della critica specializzata perché nei suoi versi c’è l’originalità, la sincerità, la musicalità ed il ricco ed originale tessuto linguistico che suscitano nel lettore la curiosità di leggere, pagina dietro pagina. Le poesie sono una sorta di viaggio nella memoria dell’autrice. La poesia è ricca di significati.
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