| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il Nascondiglio di Jane"?
Felicita Romano - Benché ci separino esattamente 168 anni, lascerei rispondere all'autrice di “Jane Eyre”, Charlotte Brontë, che, nel suo romanzo, riesce a descrivere e spiegare in modo assolutamente calzante ed esaustivo, quasi come fossimo lì insieme a rifletter sullo stesso pensiero, il vero significato di quel che dà il titolo a questo mio primo libro, appunto.
Un Nascondiglio che non distacca mai dalla realtà, ma che, più semplicemente, aiuta ad affrontarla e dunque proprio per questo fondamentale. Proprio come quell’angolino, quell’intimo vano dietro la grande finestra in quella stanzetta attigua al salone di casa Reed per la piccola Jane Eyre, divenuta nel mio libro, per questo, un alter-ego ideale, in cui ella trovava un vero e proprio rifugio e lì in solitudine, sfogliando sognante le pagine illustrate dei libri, riusciva, nonostante tutto, a sentirsi felice e sicura che lì, in quel suo Nascondiglio, nulla avrebbe mai potuto farle del male. Come infatti si può leggere in un frammento del romanzo, “le pieghe del tendaggio da una parte, ed i limpidi pannelli di vetro dall’altra, la proteggevano senza separarla [...] lì, nulla poteva farle paura”. E sì, perché nonostante la piccola Jane fosse consapevole, come sa bene chi ha letto il romanzo, che alla fine quell’odioso e rozzo fratellastro, John Reed, l’avrebbe come sempre scovata, in quel suo rifugio, anche se per breve tempo, lei poteva affermare: «ero felice, o almeno, lo ero a modo mio. Nulla poteva farmi paura [...]», ritrovandosi ogni volta a pensare: «ho fatto bene a chiudere le tende». Come se quella sensazione di protezione conferitale da quel suo Nascondiglio dietro le tende, anche se magari troppo fugace, fosse però così intensa e dunque tanto preziosa da darle, ogni volta, la forza per sopportare le angherie di quel ragazzino malvagio e andare avanti nonostante tutto.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Felicita Romano - Il coraggio. Il non darsi mai per vinti, e fino all'ultimo provare ad aggiustare le cose, provare a credere ancora in una possibilità, in uno spiraglio, per cercare in qualche modo di non perdere la speranza. E per riuscire a far questo, aiutarsi magari con il ricordo dei bei momenti passati e che potrebbero ancora essere vissuti... ascoltando un po' di musica, leggere un libro o semplicemente starsene un po' soli con se stessi... dedicarsi ad un'attività che magari può distrarre almeno per un po', o rifugiar ogni timore di quei momenti nello sguardo dolce del proprio cagnolino o gatto che sia... pensando a quanto questo possa magari far sentire meglio. Insomma, andare avanti cercandone il giusto stimolo nel proprio, personalissimo Nascondiglio.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Felicita Romano - "Il Nascondiglio di Jane" è assolutamente intriso di realtà in ogni sua più piccola sfumatura. Come, del resto, lo sono anche molti altri miei lavori realizzati sia in prosa che poesia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Felicita Romano - Certamente, ogni sensazione provata durante la sua stesura. Di queste, me ne resterà sempre vivo e caro il ricordo, per questo certo non potrebbero mai andar incontro all'oblio... nemmeno tra cent'anni. Ma, appunto, d'ora in poi, come per ogni cosa, situazione o emozione passata, saranno solo ricordi. E forse potrebbe intendersi proprio questo per "oblio del tempo"… il doverli "affidare" unicamente alla dolce balia della mente, senza poterli mai più rivivere sulla propria pelle.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Il Nascondiglio di Jane”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Felicita Romano - Ogni più piccola emozione, ogni più piccolo pensiero o riflessione che mi ha accompagnato durante questa meravigliosa esperienza formativa che ha portato alla realizzazione del mio primo libro, "Il Nascondiglio di Jane", è stata assolutamente nuova, emozionante e indelebile nella mia mente e nel mio cuore.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Felicita Romano - Ho sempre amato la scrittura e la lettura. Ricordo che, a scuola, in italiano ero molto brava mentre la matematica è sempre stata un’opinione ed anche sbagliata. Ma quello che credo abbia alimentato di più la mia ispirazione, e poi formazione culturale, sia stato l'addormentarmi la sera, con la voce di mio padre che seduto tra il mio lettino e quello di mio fratello, mentre mia madre ci rimboccava le coperte, leggeva fiabe, racconti, romanzi ed anche, talvolta, episodi dall'Iliade e l'Odissea, talvolta cambiando l'intonazione della voce per dar ancora più sfogo alla nostra immaginazione. Quindi se dovessi citar in breve autori od opere che reputo fondamentali per la mia formazione culturale e sentimentale, potrei elencar dai più "leggeri" fratelli Grimm o Fedro, ai più seriosi ma comunque pregni di emozione ed avventura, quali Omero, Jane Austen, Charles Dickens e naturalmente, Charlotte Bronte.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Felicita Romano - Più di tutto e tutti è l'immaginazione la mia più grande fonte d'ispirazione. È lei infatti che alimenta la mia creatività, che mi aiuta a rifletter su ogni avvenimento vissuto da spettatrice o di persona, tesserne minuziosamente ogni particolare e raccontar così realtà e fantasia con occhi sognanti e, al tempo stesso, assolutamente concreti. Seguendo, del resto, il senso del Nascondiglio della mia Jane che "non distacca mai dalla realtà, ma che più semplicemente, aiuta ad affrontarla".
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Felicita Romano - Adoro i romanzi e soprattutto quelli a lieto fine... a cui, come del resto, aspira il significato ultimo del mio libro. A prova di questo, ricordo quando il titolo del mio libro, "Il Nascondiglio di Jane", si confuse con un altro titolo, "Il segreto della Felicità"… fu solo un errore di distrazione, ma, in effetti, lo stesso mi riempì d'orgoglio perché mi fece capire che il vero significato d'ogni frase e parola del libro era stato colto alla perfezione.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Felicita Romano - Sarò all'antica, o magari non al passo con il progresso, e questo certo non deporrà a mio favore. Ma la mia predilezione appartiene al cartaceo. Del resto, fin da bambina, sognando di scrivere un giorno un libro, immaginavo di vederlo dietro la vetrina di una grande libreria e poter esclamare: "quello è il mio libro!"
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Felicita Romano - Fin da bambina amavo passare ore ed ore nella mia cameretta, a giocare e contemporaneamente scrivere le storie che stavo facendo interpretare ai miei pupazzi. Nel corso degli anni, scrivendo poesie, racconti e favole ho sperimentato l'entusiasmo e la gioia che lo scrivere mi conferisce fino a questo mio primissimo libro, "Il Nascondiglio di Jane", scrivendo il quale ho scoperto quanto mi piaccia giocar con le parole e costruire con esse anche il racconto di ogni mia più piccola emozione.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il Nascondiglio di Jane” se non lo avesse scritto.
Felicita Romano - Perché offre un esclusivo ed interessante parallelo con il romanzo "Jane Eyre", soffermandosi su un aspetto forse non molto investigato o, comunque, non in questo modo specifico, come quel "Nascondiglio" dietro la tenda, che a questo punto definirei, più che fisico, assolutamente intimo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Felicita Romano - Sto lavorando ad un romanzo ambientato nei primi del '900, avendo avuto modo di ascoltare storie molto particolareggiate dalla memoria storica del mio paese. Inoltre, dato che ogni giorno mi capita di scoprire nuovi, meravigliosi Nascondigli, non escludo la possibilità di un seguito de "Il Nascondiglio di Jane".
Titolo: Il nascondiglio di Jane
Autore: Felicita Romano
Prezzo di copertina: € 12,00
Anno 2015, pp. 76
Editore: Aletti (collana Gli emersi narrativa)
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