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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Willy Zini presenta ai lettori la raccolta poetica “Taccuino di viaggi d’un pinguino volante”(Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Taccuino di viaggi d’un pinguino volante”?

Willy Zini - Il titolo della mia raccolta proviene da una riflessione più profonda che vuole ripensare la situazione attuale della mia generazione e paragonarla a quella che si trova a vivere tutti i giorni un animale unico nel suo genere: il pungino. Quest'animale, nonostante abbia tutte le caratteristiche di un uccello, è privo della peculiarità che caratterizza tutti gli altri uccelli: il volo. Anche lo struzzo non può volare, ma il pinguino vive nei ghiacci ed è abituato al freddo, un po' come me, che vengo da una valle che per 6/7 mesi all'anno vive sotto zero. Così, il pinguino è sempre stato per me un animale affine, un animale totem e l'ho voluto immaginare come l'emblema della mia generazione, una generazione che possiede tutti i requisiti e le potenzialità per poter vivere una vita degna, una vita sicuramente migliore di quella vissuta dalle generazioni precedenti. Tuttavia questa è anche una generazione che, come il pinguino, non è in grado di “volare”: oggigiorno, infatti, vedo diluirsi a macchia d'olio superficialità e conseguente depressione, vedo smorzarsi lo spirito d'iniziativa e morire a poco a poco la creatività. Ma non tutto è nero, il mio pinguino è atipico. Non tutte le speranze sono in frantumi, non tutte le parole sono già state proferite, perché lui ha “imparato a volare” in maniera diversa e, forse, anche la mia generazione riuscirà un giorno a farlo. Le ali del pinguino, però, non sono quelle fatte di carne e ossa, ma sono le ali dell'anima, inconsistenti e leggere, ma per questo anche fragili. Il mio pinguino vive di parole proferite dalle oscure profondità della mente e del cuore, scorre con l'inchiostro delle poesie che negli attimi di “dispersione” si accendono nei miei occhi, nelle mie mani e nei miei muscoli... Io devo solo lasciare scorrere “il volo del pinguino” e seguirlo incantato, per giungere in un nuovo universo e cercare le parole preziose, le parole che potranno cambiare la prospettiva, che potrebbero salvare e far volare anime affini, pronte allo stacco.

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Willy Zini - Le mie poesie riflettono il panorama entro il quale sono inscritte, esse sorgono dal contatto tra i miei vissuti coscienziali, i miei studi filosofici e la rielaborazione notturna dei vari aspetti della vita che mi si presentano giorno dopo giorno. Essendo però la mia una poesia che definirei “istintiva”, essa è caotica per ragioni di forza maggiore. Con l'avvento dei nuovi media le nostre vite hanno subito una forte accelerazione, tutto scorre più veloce, così i rapporti umani come quelli con l'attualità e il mondo circostante. Oggi possiamo potenzialmente sapere qualsiasi cosa che accade anche dall'altra parte del globo, ma d'altro canto è anche vero che l'allargarsi delle possibilità in campo comunicativo ha portato ad un sovraccarico di informazioni e, di conseguenza, ad un paradossale “blocco comunicativo”. Alcune mie poesie vertono proprio su questo nuovo fenomeno del linguaggio globale, potenzialmente grandioso, ma effettivamente sterile (tante, troppe volte). La mia critica radicale alle “emozioni vendute a suon di like” vuole porre l'attenzione sul fatto che giorno dopo giorno è come se stessimo perdendo il contatto con noi stessi, con la natura ed il mondo che ci circonda, a fronte di un accrescersi di scambi tanto frequenti quanto insipidi.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Willy Zini - Molto, oppure molto poco non saprei. Sicuramente i vissuti coscienziali incidono parecchio nella mia scrittura, ma non mi definirei uno scrittore autobiografico. Le mie esperienze vengono sempre filtrate dalle emozioni che mi “comandano” nel momento in cui sento l'esigenza di scrivere. Sono abbastanza scettico riguardo alla concezione dell'opera d'arte e dell'artista come viene intesa spesse volte al giorno d'oggi. Tra i giovani soprattutto. Perché il mito dei decadenti, lo status symbol di “poeta maledetto”, l'influenza di scrittori come Bukowski o di cantanti come Kurt Cobain nella cultura di massa hanno portato la maggior parte dei ragazzi a pensare al prodotto dello sforzo estetico avvicinandolo pericolosamente ad uno sterile “rovesciamento” dei problemi e delle patologie dell'artista nella sua “opera”. Io credo che l'arte abbia anche un suo lato terapeutico e possa aiutare a sfogare certe emozioni represse, ma ambisco e ricerco sempre l'Arte nella sua totalità che molte volte trascende gli schemi logici entro i quali la nostra società si è evoluta ed irrigidita. Io credo che l'Arte debba essere intesa come una “prospettiva nuova” verso ciò che ci circonda, essa, al pari della scienza, deve essere intesa come uno strumento di “conoscenza” del mondo, ma a differenza della scienza lo può fare a partire da criteri e basi che non si possono calcolare oppure definire e non si riducono mai ad uno schema logico precostituito. L'Arte come scienza del “sentire umano”, del vivere poietico.


Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Willy Zini - Immaginando la mia raccolta come un taccuino di viaggi ho cercato, in ogni mio scritto, di lasciare un tratto, una scheggia, un'incrinatura nella superficie lucida e continua del tempo. Vi sono moniti tra immagini “caotiche”, vi è il mio modo di intendere il mondo, ciò che mi circonda. Vorrei che s'intravedesse tra i versi un pensiero che ambisca a sorvolare le inezie quotidiane e possa spiccare il volo verso quella “prospettiva” speciale, che solo l'Arte e l'emozione di sapersi ancora emozionare possono svelare. Certo non ambisco a molto e sono molto critico nei riguardi della mia opera, mi sento ancora acerbo e costantemente in evoluzione. Spesso e volentieri rileggendo vecchi scritti mi stupisco di quanto li trovi infantili e quasi imbarazzanti. Penso a quando sarò vecchio e rileggerò i libri, allora chissà cosa ne potrò pensare! Comunque la mia vuole essere una ricerca costante. I miei versi continueranno a scorrere perché continuerò a provare ad aprire gli occhi del cuore, oltre a quelli della mente e dell'intelletto di cui tutti siamo inesorabilmente schiavi.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Taccuino di viaggi d’un pinguino volante”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Willy Zini - Questa raccolta è stata completata nel giro di qualche anno. Ce ne sono voluti quattro per raccogliere il materiale e perfezionare gli scritti. In questi quattro anni ho vissuto tante esperienze perché sto vivendo un periodo particolare, quando ancora si è avvolti dal limbo dell'indecisione e dell'insicurezza. Sono maturato molto e facendo un confronto tra i primi e gli ultimi scritti mi accorgo di quanto tutte le esperienze mi abbiano plasmato nel tempo. Sicuramente il fatto di aver abbandonato (seppure a periodi) le mie amate montagne mi ha cambiato molto. La montagna come madre e la natura tutta intorno hanno sicuramente influenzato la mia infanzia e adolescenza. Ora però sono migrato e mi si sono aperte le porte della civiltà. Alla pace delle montagne si è affiancato il caos delle città, così la mia poesia da onirica in senso lato si è trasformata in un flusso caotico di energie, varie e molteplici, come vario e molteplice è il panorama entro cui la mia esperienza è inscritta.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Willy Zini - Tra i miei poeti e prosatori preferiti annovero sicuramente Fernando Pessoa, i formalisti russi in particolare Velimir Chlebnikov, Osip Mandelstam e Vladimir Majakovskij, Antonin Artaud e Roberto Bolaño. Tutti questi autori, seppur abbiano caratteristiche molto differenti, hanno saputo fomentare la mia parte più creativa e riflessiva.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Willy Zini - Musica e pittura sono le altre mie grandi passioni. La musica mi accompagna quotidianamente, e spesso scrivo con un sottofondo musicale. Due gruppi in particolare hanno ispirato molte delle mie poesie: i The Doors e la figura di Jim Morrison cantante e poeta, e i Sigur Ròs, un gruppo islandese che suona un genere musicale molto alternativo.
Anche opere di grandi pittori mi hanno stimolato nello scrivere, in particolare Antonio Ligabue, il Parmigianino e la sua Madonna dal collo lungo e Caravaggio tra gli altri. Spesso pubblico i miei scritti accompagnati da un'immagine e da un sottofondo musicale proprio perché ritengo che il connubio di queste arti riesca ad esaltare gli stati d'animo che vivo mentre scrivo.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Willy Zini - Mi reputo un onnivoro in campo letterario. Non ho preferenze particolari e solitamente non mi limito a leggere un libro alla volta, ma mi piace leggerne anche tre o quattro alternandoli. Leggo saggi, racconti brevi, romanzi e molta poesia.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Willy Zini - Assolutamente quello cartaceo perché il rituale della lettura è fatto di piccoli gesti, deve stimolare tutti i sensi, dal tatto all'olfatto. Non potrei infatti mai rinunciare a sfogliare le pagine di un libro, a sceglierlo tra le varie edizioni disponibili e a cercarlo girovagando tra le bancarelle nei mercatini. Ogni libro mi ricorda il momento particolare in cui l'ho acquistato, ha una sua storia che, di riflesso, mi ricorda anche la mia.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Willy Zini - Il mio rapporto con la scrittura è altalenante. Ci sono volte in cui scrivere è un'autentica liberazione, altre nelle quali sento di essere spinto da qualcosa altro da me stesso, altre ancora nelle quali è quasi una sofferenza cercare di sintetizzare in parole tutto il vissuto quotidiano. Essendo così giovane poi, ho continui ripensamenti e passo da un entusiasmo quasi infantile ad una disillusione repentina. Tuttavia credo che la passione che ho scoperto negli anni verso l'arte e tutto il mondo che ci ruota attorno è per me una costante fonte di nutrimento “vitale”. Se non scrivessi e non amassi così tanto farlo, credo che sarei certamente una persona peggiore. La scrittura è speranza, ma anche consapevolezza. Cercare di capire il mondo con occhi diversi è la priorità.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Taccuino di viaggi d’un pinguino volante” se non lo avesse scritto.

Willy Zini - Lo farei perché credo che sia necessario ancora oggi dare spazio alla poesia e incentivare giovani che si cimentano con l'arte della scrittura.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Willy Zini - Credo fermamente che la mia produzione continuerà, ma senza alcuna fretta. Per il momento sto perfezionando una raccolta di poesie brevi dai miei esordi fino ad oggi. Inoltre sto continuando a scrivere, sto attraversando un periodo di particolare “furore creativo” e non escludo che in un futuro più o meno prossimo possa nascere una nuova raccolta poetica.

Collana Gli Emersi - Poesia
pp.112 €12.00
ISBN 978-88-591-2655-3
Il libro è disponibile anche in versione e-book


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