| Sentire le gambe colonne di marmo, la gola riarsa per l’afa che avanza, la pelle imperlata d’acre sudore per correre dietro l’indomita vita che dispettosa percorre sentieri spesso in salita perduti nel buio che cala più fitto ad ogni improvviso bruciante dolore, è esperienza comune dell’umana natura; cui può recare un dolce sollievo la fresca rugiada d’un tremulo verso intriso di vero, scritto di notte dopo avere trovato, le parole suadenti capaci d’infondere nuovo vigore per spegnere l’arsura di conoscere il senso dell’esistere arcano, per trovare redenzione ad ogni rovinosa caduta, per continuar speranzosi il faticoso cammino verso la meta d’una vita in pienezza che sottovoce fa udire il suo eterno richiamo.
Chiedo venia se ho avuto l’indomito ardire di non sprecare le ore delle insonni mie notti a contar pecorelle, ma a scrivere sincero i moti infiniti del mio giovane cuore, le eruzioni improvvise delle mie riflessioni, il groviglio dei miei discordanti pensieri ma soprattutto per la superba pretesa che con questi timidi versi possa anch’io accendere un altro bagliore per rendere più nitido il nostro inarrestabile incedere a varcare la soglia del giorno senza tramonto.
Collana "Gli Emersi" - Poesia
pp.48
ISBN 978-88-591-1865-7
Il libro è disponibile in versione e-book a Euro 4,99
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