| Questo romanzo deve essere letto col cuore perché narra un processo di redenzione che dalle tenebre porta alla Luce.
Come il seme che dal buio della terra s’innalza verso il sole, tal è il destino della vita del protagonista.
Questo libro è anche la parodia della vita dell’umanità, ancora lontana dagli ideali spirituali di convivenza continua con gli alti scopi per cui è stata suscitata all’esistenza.
Indescrivibili orizzonti si aprono alla mente di chi è proteso verso un avvenire glorioso.
S’intravede il Corpo di Cristo dato in remissione dei peccati, cioè la Resurrezione da uno stato degradato a quello rinnovato dal Suo amore.
È Arlindo a rappresentare quello stadio d’inconsapevolezza del bene in assoluto dell’infanzia dell’umanità e che guidato, poi, dalla grazia operante di suor Genoveva, perviene alla sua trasmutazione.
Quando il Salvatore, distribuisce il pane e il vino agli Apostoli intende dare questo insegnamento: “Se non spezzerete il giogo della materia non erediterete il Regno dei Cieli. Fate questo in memoria di Me”.
“Se non rivitalizzerete il vostro sangue depurandolo dall’attaccamento a beni effimeri, l’anima non potrà veleggiare indisturbata verso la sua Origine”.
“Se non sarete trasfigurati in vostro sacrificio sarà vano, se non impiegate questo essere transitorio per elevare il vostro stadio, a che vi sarà servita la vita?”.
È chiaro che ognuno deve fare dono della propria vita che, spezzandosi come il pane, diventi nutrimento per altre anime in cammino.
Genoveva simboleggia l’anima dell’uomo, in questo caso l’anima di Arlindo che ritrova la sua primigenia innocenza e ricorda il suo alto destino.
Suor Genoveva non abbandona Arlindo alla sua sorte, lo segue nell’impervio e duro attraversamento della foresta piena d’insidie e lo sostiene col mezzo infallibile della preghiera.
Chi è trasfigurato ha superato le difficoltà e sa cosa c’è dopo: una maggiore forza, perché le prove sono un dono della Provvidenza.
La gloria di chi va avanti è di spianare la strada a chi sopraggiunge e ogni anima ne serba la mappa.
Se fossimo sempre capaci di ascolto interiore, supereremmo la durezza dell’attraversamento, in vista di cose superiori e perverremmo alla sublime certezza che noi tutti siamo anime e non corpi.
Di quest’opera, Mazzola è ispirato regista e vi riecheggia la sua concezione religiosa, il suo desiderio di salvare coloro che reagiscono istintivamente alle vicende, senza lasciarsi temperare da una visione superiore da vivere in vita e non dopo, perché le porte del Cielo si aprono dalla terra.
Questa vita è in funzione di quella successiva, è qui e non altrove che si deve compiere la trasfigurazione, altrimenti in quale luogo si dovrebbe compiere la Redenzione portata dal Salvatore?
Questo romanzo è un pretesto per offrire ai lettori l’occasione di riflettere e fare dei passi celeri nella vita della trasformazione.
Sappiamo che la conversione di Arlindo per opera di Suor Genoveva sfocia nella vocazione religiosa e diventa Fra Marcos, ma ognuno di noi, dal suo stato può essere costantemente fonte di salvezza per il prossimo e la perseveranza porterebbe inimmaginabili benefici che si propagherebbero nel mondo dell’esistenza per le vie misteriose delle Fede.
Questo romanzo offre tantissimi altri spunti di riflessione verso l’evoluzione dell’anima nei mondi di Dio e ringraziamo l’Autore, il dott. Antonio D’Agosto, per averci fatto soffermare, in questo tribolato momento della nostra storia, sulle vie della vera salvezza e della vera ragione principale della nostra apparizione: anime inviate a spezzarsi per Amore, secondo l’esempio del Figlio di Dio, a Cui tornino l’onore e la gloria dei Cieli e della Terra.
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