| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il centro della vita e il tempo agognato”?
Rino Solidad - “Il centro della vita e il tempo agognato” è un titolo avveniristico. Gli avvenimenti si descrivono in tempo reale. Uno spazio entro cui i protagonisti – rappresentanti incarnanti il ruolo di archetipi – hanno l’opportunità di maturare il frutto della comprensione: il tempo agognato.
La realtà di ciascuno s’intreccia a quella di altre condizioni. Così, ogni giorno, miliardi di persone “scrivono” la propria storia nella storia. Cercare – trovare – scoprire – capire – sentire sono verbi che si coniugano alle capacità di tutti.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Rino Solidad - Fiducia nel futuro.
Conoscere se stessi.
Consapevolezza di quanto il pensiero sia una corrente senza tempo.
Riconoscere alla componente maschile e femminile il senso di appartenenza che proprio attraverso la diversità scopre il significato autentico dell’amore.
Prospettiva. In merito a ciò, ho il ricordo di un barbone che, in una fredda sera invernale, stendendo la povera mano raggrinzita invitava i passanti a donargli una briciola d’amore. Un gesto discreto. Il suo silenzio era più eloquente di qualsiasi parola. I suoi occhi, supplicanti, sofferenti, parlavano per lui, chiedevano aiuto ma non pietà.
Gli offrii la mia solidarietà.
Lo stesso giorno, un carissimo amico, dopo avermi descritto una serie intricata di difficoltà: ingiustizie, tradimenti, problemi di lavoro, mi chiese un prestito.
In quanto amico, anche se non mi avesse enumerate tutte le sue problematiche, avrei comunque cercato di aiutarlo.
Ora sono io che vi domando, a vostro giudizio, mettendo a confronto questi due episodi, qual è “l’argomento ricorrente o quello fondamentale?”
Possiamo affermare che la prospettiva, a tutti i livelli e dimensioni, è la condizione che maggiormente ricorre nella storia di ciascuno di noi?
Oppure è il senso della relatività che ci afferra, che condiziona e maschera il senso della vita?
La morale cambia. Ciò che un tempo era esecrabile, oggi è di moda.
Cosa ci è rimasto del tempo passato?
Amore e Odio, Verità e Menzogna - nonostante percorrano strade opposte - incrociano il proprio tempo.
E noi? quale strada stiamo percorrendo?
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Rino Solidad - Nei miei libri si parla dell’incontro-scontro che avviene tra realtà che si rincorrono e che desiderano - quando riescono a incontrarsi -, trovare armonia e senso della comprensione. Da ciò nascono i miei racconti.
Come d’abitudine, a coloro che mi chiedono se quanto hanno letto sia vero o prodotto dalla mia fantasia, rispondo che nel libro non si descrivono ricordi, non è nemmeno un memoriale; non sono neanche scritti veri o autentici, ma nemmeno reali; quanto una sorta di reminiscenza: giacché l’utile trova se stesso nel dilettevole racconto di ciò che è il significato di mettere sulla carta; ovvero scrivere.
Così, è con l’incontro tra realtà diverse, che nasce Rino Solidad
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Rino Solidad - A mio parere, la scrittura è una verità promossa dalla coniugazione di esperienze e sentimenti in collaborazione con il proprio io.
“Io cerco amore!” dicono l’uomo e la donna.
“Io cerco Dio!” dice l’Universo intero.
“Io cerco me stesso, mi sono perso!” dice l’eremita alla montagna.
“Io vivo, ma sono morto!” dice l’illusionista a se stesso.
Io traggo beneficio dai mie ricordi più lontani e mi commuovo di fronte ai fogli di carta bianca: assetati di verità, custodi incorruttibili del centro della vita.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Il centro della vita e il tempo agognato” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Rino Solidad - Se un bambino - guardando la copertina di questo libro - incuriosito dalla raffigurazione della mano che immerge il dito in un liquido “amniotico”, dovesse chiedermi: “Perché un dito?”, forse gli risponderei: “Quando diventerai grande lo capirai”.
Ma se dovesse insistere, certamente, proseguirei dicendogli che la “mano” di Dio ci indica il percorso per arrivare a Lui.
Poi, aprirei il libro a pag. 78 e proverei a raccontargli la storia di un uomo, di una donna e di un bambino che cercano Dio.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Rino Solidad - Proprio oggi sono stata alla presentazione del libro di un caro amico. Tra il pubblico – invitato a porre domande -, c’era una signora che ha chiesto: “Quando un autore scrive, cosa accade? o meglio, la ricerca dei vocaboli appropriati – con Internet – non è certo un problema. Ma come si arriva a costruire una storia? Tu che rimani sempre chiuso in casa, come hai fatto a descrivere quella situazione?”.
Come spiegare a quella signora cosa accade veramente?”.
Che la ricerca dei “vocaboli” non è esattamente come lei crede.
Lo scrittore raccoglie l’ispirazione dentro se stesso.
Questa è la sua unica fonte; ma è anche il suo “piccolo” segreto.
La lettura, gli incontri intellettuali sono il pane quotidiano. Ma scrivere è come suonare uno strumento e attraverso le parole trovare l’armonia. A volte mi piace sostare tra i fogli bianchi sparsi sulla mia scrivania un momento in più.
Gli “incontri”, che descrivo nei miei libri, con personaggi illustri come Alesssandro Manzoni, Platone, e Giacomo Puccini divengono fonte di ispirazione in un “viaggio” che coniuga l’apprendimento alla consapevolezza.
Gli opposti, mentre si attraggono, divengono i veri maestri di vita, ai quali ho dedicato tutta la mia attenzione, mentre “nelle ore scolastiche” mi chiedevo:“Perché?”.
Le esperienze dal sapore più autentico sono arrivate dopo.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Rino Solidad - “L’anima è il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana”. Con questa riflessione, l’autorevole Achille Bonito Oliva introduce il tema: “Kandinskij la visibile musica dell’arte” in un convegno, durante la stagione concertistica 2012 organizzata dagli Amici della Musica di Foligno.
Musica e pittura: Vasilij Kandinskij nella sua concezione artistica attribuiva una propria autonomia a macchie, colori e segni che si riconoscono nel mondo musicale. I colori si fondano con gli strumenti musicali nell’immaginario di Kandinsdkij. Il giallo è la tromba, l’azzurro il flauto, il rosso la tuba, l’arancione la campana o contralto, il verde il violino, la viola il corno inglese o la zampogna, il blu il violoncello, il grigio rappresenta l’insieme degli strumenti in via di spegnimento, il nero la pausa finale.
Il pittore denominerà altresì la sua produzione con tre termini musicali: impressioni, improvvisazioni, composizioni.
Ebbene, tale interpretazione è, dal mio punto di vista, una considerazione da condividere.
L’arte, in generale, propone l’approfondimento, la ricerca e la coniugazione di “tempi musicali” differenti, e la scrittura, le parole pronunciate si rappresentano con vibrazioni e suoni purissimi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Rino Solidad - Mitologia - Poesia - Epica – Narrativa – Saggistica - Opera lirica.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Rino Solidad - Il libro digitale è pratico. Ad esempio in viaggio, se si ha poco spazio in casa.
Il libro tradizionale è qualcosa che mi emoziona; aprirlo, leggere la prima frase. Quindi iniziarne la lettura, in attesa che l’autore mi chiami per partecipare alla sua mensa. Divenendo, così, spettatrice e complice. E dopo avere letto l’ultima pagina, soffrire di nostalgia, poiché mi manca la sua compagnia. Ecco il motivo per cui cerco un altro libro. Per non sentirmi sola.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Rino Solidad - La scrittura può addolcire, lenire, guarire, guidare verso la conoscenza; essa è per me tutto questo. Ma è anche qualcosa di più!
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe“Il centro della vita e il tempo agognato” se non lo avesse scritto.
Rino Solidad - Lo comprerei per farmi un regalo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Rino Solidad - Ho da poco terminato la stesura del “Il centro della vita incontra il senso della vita”, che prosegue la storia del “Tempo agognato” nel “Il centro della vita”.
L’incontro con il maestro Puccini e le passioni umane che caratterizzano l’opera “ Turandot” sono alcuni fra gli argomenti trattati.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.124 €13.00
ISBN 978-88-591-2039-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book a Euro 4,99
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