| D: Partiamo proprio dal titolo, come mai “IL DUBBIO DEL BLASFEMO Cosa c’entra Dante col Big Bang?”?
R: Ad una terzina del XXXIII del Paradiso della Divina Commedia di Dante ho dato un’interpretazione che ha scatenato in me una serie di dubbi, dubbi che il personaggio di una famosa poesia di Edgar Lee Master tratta dall’Antologia di Spoon River manifesta apertamente fino all’estrema conseguenza e fino ad essere appunto chiamato “blasfemo”. Infatti andando contro la dottrina ricorrente e consolidata si rischia di essere appunto chiamati blasfemi. Dante, questo concetto, secondo me, l’ha celato in una terzina del più alto componimento poetico di tutti i tempi, il XXXIII del Paradiso (e dove altrimenti poteva metterlo ?)
D: Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
R. Tutto ha preso lo spunto dal dubbio ancestrale insito nell’uomo e cioè se le sue azioni sono frutto di libero arbitrio e di una predestinazione.?
D: Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
R: Gli inevitabili avvenimenti che si sono susseguiti nella vita hanno alimentato questo dubbio.
Tutta la vita è costellata di avvenimenti a cui non sappiamo dare una risposta. Il dubbio è inevitabile. Basta farsi le domande giuste.
D: La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
R: Oltre a tutte le opere che ho citato e che sono in qualche modo collegata a questo tipo di pensiero, l’opera che ha ispirato queste mie considerazioni è senz’altro “La Divina Commedia” di Dante che con i suoi argomenti ed insegnamenti merita (come in effetti lo è da oltre settecento anni) di essere custodita e preservata dall’oblio del tempo.
D: A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “IL DUBBIO DEL BLASFEMO Cosa c’entra Dante col Big Bang?”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
R: Gli episodi che caratterizzano il libro e che ricordo con particolare interesse sono: i dubbi sulla descrizione che la Bibbia dà sulle conseguenze del gesto di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre.
La stupenda descrizione che Dante fa nel momento in cui può vedere Dio che a mio parere ci vuol dire qualcosa che si sarebbe rivelato solo 650 dopo, appunto il Big - Bang.
Ci sono poi episodi che, pur se inventati vogliono metaforicamente tentare di dare una spiegazione e certi misteri legati alla esistenza in generale ed in particolare alla nostra.
D: Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
R: Sicuramente e prima di tutti Dante con la sua “Commedi”a, poi in ambito letterario e poetico Leopardi, Steinbeck, Poe, Caldwell, Simenon. Come autori e divulgatori scientifici, metterei in primo piano Hawking, Carlo Rovelli, Asimov, Clarke, Bradbury. Ce ne sarebbero altri ma ho citato solo i “pilastri” da cui ho attinto le mie conoscenze.
D: Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
R: Sono stato influenzato unicamente dalle nozioni che ho appreso dalle mie letture anche se devo ammettere che Dante mi ha condizionato e continua a condizionarmi in quanto credo che la sua “Commedia” sia una fonte inesauribile di conoscenze e di insegnamenti.
D: Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
R: Amo molto la fantascienza e di conseguenza la scienza, in particolare l’astronomia, la chimica, le scienze legate all’origine della vita e dell’uomo, inoltre amo la letteratura gialla con particolare riferimento alle opere di Simenon. Mi interessano i trattati che parlano delle origini delle civiltà.
D: Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
R: Non c’è paragone, il fascino che dà lo “squadernare” di un libro non ha eguali con nessuna lettura digitale. E poi l’emozione che si prova a girare fra le scaffalare di una libreria ed il piacere quasi fisico che si prova nello scegliere e nell’acquistare un libro è paragonabile con poche altre sensazioni.
D: Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
R: Io non mi ero mai cimentato con la scrittura e quindi l’esperienza per me è stata nuova. Ho sempre scritto di getto ed istintivamente, anche a scuola mi succedeva così, però in questa occasione mi sono trovato a dovermi “rileggere” e quindi a correggere e spero migliorare quei periodi che in un primo momento mi sembravano corretti ma che in seconda battuta ho trovato perfezionabili. Insomma è stata un’esperienza nuova e tutto sommato soddisfacente.
D: Un motivo per cui lei comprerebbe “IL DUBBIO DEL BLASFEMO Cosa c’entra Dante col Big Bang?” se non lo avesse scritto.
R: È facile rispondere. Il libro tratta di argomenti che mi interessano, tratta di domande e di tentativi di risposte che sono alla base del mio modo di pensare e quindi un libro del genere, se non l’avessi scritto lo andrei a cercare
D: Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
R: Ho scritto un altro libro nel cui titolo ho coinvolto ancora una volta Dante. È in parte autobiografico ed in gran parte tratta di argomenti legati alla scienza in generale.
Nelle mie ambizioni ci sarebbe le realizzazione di una Trilogia od un trittico come preferite chiamarlo che coinvolge Dante: Il primo sottotitolo, come sapete è: Cosa c’entra Dante col Big – Bang ? Il secondo è: Cosa c’entra Dante con Darwin?; il terzo: Cosa centra Dante con . . . .? Il terzo punto interrogativo con ve lo posso svelare perché sarà una sorpresa sconvolgente.
Le tre opere potrebbero essere comprese in un unico cofanetto dal titolo: “Cosa c’entra Dante.”
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