| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “13 Giorni”?
Francesca Rusalen - Il Tredici è simbolicamente associato alla fine di un ciclo: tredici sono i mesi lunari in un anno e tredici i segni nell'astrologia celtica e dei nativi americani. Il Tredici ha un ulteriore significato astrologico in quanto la somma dei primi 13 numeri dà come risultato 91 che è il numero di giorni di una stagione. Nella geometria sacra inoltre il Tredici simboleggia l'eterna distruzione e creazione della vita. Visto come 12+1 è il numero dell'iniziato, predice nuovi inizi ed i vecchi sistemi devono essere abbandonati per favorire le trasformazioni richieste per il nuovo inizio. Inoltre il Tredici ha un particolare significato anche a livello sonoro in quanto una ottava musicale cromatica è composta da 13 suoni differenti (anche se il primo e l'ultimo sono la stessa nota, ma in ottave diverse).
In termini di karma, il numero Tredici rappresenta la morte, la trasformazione e la rinascita, la concreta possibilità di riparare o completare ciò che nelle vite passate è rimasto incompiuto, liberandosi dal karma di malattia, ignoranza e/o schiavitù delle precedenti esperienze di vita. Il 13 indica la rottura dell’armonia, incarnando il disordine; ma al tempo stesso è il numero che con l’aggiunta di una unità al dodici, interrompe la ciclicità, obbligando ad una trasformazione radicale. Il Tredici simboleggia inoltre, a livello karmico, il bisogno innato di apprendere la disciplina e il modo giusto per superare qualsiasi tipo di difficoltà.
In questa raccolta si dispiega il racconto della giornata di dodici persone, persone comuni, ciascuna con storie differenti, che ne determinano la lente attraverso cui il mondo arriva ai loro occhi e il respiro col quale viene vissuto l’accadere quotidiano. A chiudere la raccolta il racconto di una donna nel suo divenire madre, una vita che ne racchiude e dischiude un’altra, che a sua volta assumerà tinte e colori suoi propri. Il 13° giorno, il giorno fuori dal tempo, nel quale ciascuna nuova vita si affaccia all’esistenza o vi ritorna alla sua conclusione.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Francesca Rusalen - Il libro offre un susseguirsi di racconti brevi sulla straordinaria bellezza nascosta del mondo. I vari personaggi (un architetto, un medico, una madre, etc.) si ritrovano a stupirsi della vita, della sua bellezza e della sua forte fragilità. Alla ricerca di un senso apparentemente perduto, le vicende si dipanano tra interrogativi e osservazioni, tra ipotesi e prese di coscienza; emergono così i dubbi dell'uomo ed al tempo stesso la sorpresa nello scoprire la magnifica quotidianità delle cose che spesso sfugge, proprio perché costantemente sotto gli occhi. Ed ecco che la ricchezza e la profondità dell’istante colorano ogni racconto a ricordarci che ogni istante è unico, prezioso ed irripetibile.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Francesca Rusalen - L’esperienza quotidiana di un vivere attento e presente, nella consapevolezza di ciascun istante, ha nutrito ciascun racconto, in un sentire empatico ed universale che rivela la sottile connessione tra gli esseri umani che, seppure con passo differente e proprio, attraversano il tempo e lo spazio di questa vita.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Francesca Rusalen - L’esperienza di malattia e morte alla quale il mio lavoro mi espone sicuramente nutre una profondità ed una consapevolezza nei confronti della preziosità ed unicità di ciascun istante, come anche la consapevolezza della ricchezza di ciascun essere umano la cui vita ha molto da raccontare e svelare. L’inizio e la fine della vita possono offrire un profondo contatto col Mistero incarnato in ognuno di noi, Mistero che però quotidianamente si svela e rivela sotto i nostri occhi ed in noi stessi giorno dopo giorno. Il silenzio e l’ascolto, il lasciarsi stupire e toccare dalla bellezza della quotidianità ci offrono quotidianamente la possibilità di vivere la Sacralità della vita, unica ed irripetibile.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Francesca Rusalen - Sono state fonti di ispirazione scrittori che hanno saputo cogliere l’essenziale e svelare la bellezza delle cose anche quando l’apparenza ne offriva solo la parte d’ombra. L’amore folle di Alda Merini per la vita, la lucida essenza di Ungaretti, la bianca semplicità di Emily Dickinson, la tangibile ironia delle storie della tradizione Zen, l’essenza del tempo di Borges, gli archetipi delle colturali tradizionali native, nutrono le pagine di questi racconti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Francesca Rusalen - La poesia pittorica di Matisse, intrisa di passione e slancio umano, come anche la vivace vitalità intrisa di memoria e storia di Chagall, hanno sicuramente colorato questa raccolta nel suo intento di celebrare la bellezza delle cose.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Francesca Rusalen - Sicuramente la poesia, oltre al racconto breve, meglio esprime la qualità dell’essenza e della preziosità e unicità dell’istante; qualità che si riflette nella scelta costante, attenta e consapevole, di ciascuna parola, prediligendo uno spazio interiore di silenzio, in cui le parole si adagiano e toccano, muovono, evocano il Mistero in ognuno di noi.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Francesca Rusalen - Il libro cartaceo ha un sapore indescrivibile, quel sapore che si può apprezzare solo avendo tra le mani pagine stampate, pagine che rimangono tra le mani anche quando, chiusi gli occhi, il mondo evocato dalle parole riemerge dall’oblio della memoria.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Francesca Rusalen - La scrittura è stata immediata, priva di importanti rimaneggiamenti, frutto già maturo di un travaglio interiore, silenzioso e quotidiano, dal quale la scrittura è poi emersa limpida, essenziale e prepotente nell’assumere la sua forma, fatta di parole uniche e preziose e di silenzi.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “13 Giorni” se non lo avesse scritto?
Francesca Rusalen - Un tuffo nella semplice quotidiana bellezza della vita, che ogni giorni veste nuovi abiti, mostrando nuovi colori e nuove forme, in una ricchezza infinita che non può che rivelare l’Essenza del Divino nel Mistero di cui il giorno è intessuto.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Francesca Rusalen - Recentemente è stata pubblicata una mia nuova raccolta poetica “Piovono stelle sull’Anima” Ed. Galassia Arte, che con 13 Giorni, condivide l’attenzione all’Essenza e il rivelarsi del Mistero nel Silenzio dell’Anima.
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