| Antonio Oieni è un poeta che si è fatto conoscere dagli amici e dalla critica pubblicando le sue liriche su giornali e riviste e partecipando a numerosi concorsi letterari, ricevendone riconoscimenti ed apprezzamenti. Con “Le sequenze del cuore” ci propone un tema che ha una parola chiave: il cuore, senza cadere nel sentimentalismo romantico. Infatti, offre al lettore la storia di un suo viaggio interiore in compagnia della poesia per vedere, scoprire, commentare esperienze intensamente vissute o desiderate. Così, sceglie la poesia per parlare d’amore considerandola una compagna con cui sperimentare nuove sensazioni e vivere nuove emozioni: la poesia diventa, perciò, un’amica che gli dà coraggio, conforto e certezze ma anche l’innamorata con cui dialogare sulla vita e sul destino dell’uomo visto che “gli altri legami sono oltre”. Il poeta sceglie come momento d’incontro il crepuscolo quando le cose si intravedono, quando “magici profumi arrivano al naso”. In tale atmosfera: “i segreti bussano al cuore / ed il cuore li libera al cielo”.
Nel crepuscolo, “strascichi di nebbia” invadono lo spazio conosciuto e si trasformano in “giganti trasparenti” ovvero il surreale domina sul reale e crea la magia della poesia. Proprio allora, si può cogliere l’altra realtà che “svela i segreti”. Nello stato di tensione creativa Antonio Oieni si affida alla speranza per dare un senso alla vita, e assapora quegli attimi di felicità che ogni essere insegue giorno dopo giorno: importante è mettersi in sintonia col cuore. All’improvviso, però, finisce di fantasticare, e va incontro al vero rappresentato dal vento che gli parla, lo scuote, e che “gli sussurra in
segreto, parole d’aria”:
“Mi parlò il cielo e mi disse: tuffati /nel vento e respiralo”
A contatto con la realtà, il poeta s’inebria del “ cielo luminoso /come non mai di bagliori trasparenti” e all’alba o nel pieno mezzogiorno gode della luce che dà vita e non si stanca di ammirare “le isole lontane risplendenti d’azzurro oltre i confini invisibili del cielo”. Nella dimensione della luce, offre alla compagna le immagini di bellezza, tante volte ammirate ed amate, “le coniche torri della Dimora
di San Vincenzo e dei Tre Soli”, “la Chiesa Madre Castellana” intessuta d’arenaria”, segni della storia, fari di civiltà. Gli angoli di pietra rappresentano Astarte, la dea mitica, ma pure il mondo delle favole. E Antonio Oieni n’è stato cantore per proteggerli dal respiro profano. Ma, ora si accorge che la superficialità dominante nella società lascia che quel mondo crolli: “Le case abbandonate dai cardini / arrugginiti, memoria del tempo”.
Il degrado è figlio dell’incuria e della noia ed è sotto gli occhi di tutti, perché “banali pupazzi di paglia” passano il loro tempo in cose futili, perfino disgustose, disumane, mentre “una donna arcana / nei lineamenti ritornava lenta nel cuore dei suoi legami di pietra”.
Le conseguenze sono disastrose e il poeta ne soffre e non può farealtro che lanciare un’apostrofe:
“Le barche ancorate sulla spiaggia / attendono i pescatori con le reti”.
Di fronte a tanta insensibilità, Antonio Oieni, come Montale, cerca un varco, scegliendo di valicare i confini di un muro che limitano le aspirazioni degli uomini sensibili. Perciò, ricorda a se stesso e agli altri che bisogna superare la fragilità umana con azioni degne di ricordo. Per questo, invita il lettore ad issare le vele e riprendere il viaggio per scoprire il bello della vita e l’incanto del sogno:
“Vennero i giorni in cui, / ebbri di futuro /issammo le vele dell’immenso oltre l’orizzonte”
Oltre l’orizzonte, difatti, non ci può essere altro che l’Uomo-Dio, Gesù, che rinverdisce il cuore “di molle erba , tenera erba di Primavera” e che “incide nel cuore dolci parole: pace, amore, tenerezza”.
Dunque, Antonio Oieni ha scritto poesie d’amore per la vita, la famiglia, la città, il creato e il Creatore. Come è nel suo stile, ha scelto un linguaggio lineare, comunicativo, vibrante, e, soprattutto, impreziosito da tante figure retoriche, metafore, anafore, iterazioni allitteranti, apostrofe, che rendono le sue liriche vive e piacevoli da leggere e interessanti per gli spunti di riflessione.
Dall’Introduzione del libro a cura del Prof. Francesco Cuva
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Dalla quarta di copertina: Antonio Oieni è nato a Mistretta (Me) il 25 marzo del 1968. Laureatosi in Scienze Naturali all’Università di Palermo il 16 luglio del 1992, ha avuto sempre la passione di comporre liriche dal 1984. L’amore per la natura, per i sentimenti e per i ricordi della sua fanciullezza sono la linea conduttrice delle sue odi. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia: Concorso di poesia dialettale mistrettese, “Enzo Romano” nel 2014 con la poesia “I vuci ru core” (Le voci del cuore); si è qualificato al quarto posto nel concorso: “Una poesia per la vita”, con la lirica “ Il desiderio di una creatura”, organizzato dal Centro Italiano Femminile di Mistretta il 13 settembre del 1998; ha partecipato inoltre al concorso “Una poesia per la pace” , organizzato dal CIF di Mistretta, classificandosi al secondo posto con la poesia “ Sorsi di speranza” il 14 settembre del 1999 ed infine è stato menzionato con la poesia “È tempo” nel Premio Letterario il Federiciano nel 2014.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.48 €12.00
ISBN 978-88-591-2209-8
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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