| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Io resto”?
Carmela Fello - L’intero libro è stato per me un viaggio durato tre anni. Sono partita da me stessa e ci sono ritornata. Detta in questo modo potrebbe sembrare un viaggio in solitaria, un viaggio egocentrico ed egoistico, in realtà la meta in cui mi sono persa è stata l’Altro.
Ho 22 anni e ho cominciato a scrivere queste poesie dopo il liceo, in anni ricchi di nuovi colori: l’università, il lavoro, nuovi visi, nuovi racconti, giornate sempre più impegnative, ma che alla fine mi hanno sempre riportata su queste pagine. Era inevitabile che le mie parole diventassero la testimonianza del mio esserci sempre e comunque, di fronte a me stessa. Nessuna delle mie poesie riporta questa breve frase, ma ho capito da subito che sarebbe stato il titolo perfetto a riassumere tutto.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Carmela Fello - Nel libro ricorrono continuamente il tema della libertà, del sogno, dell’amore, ma anche della malinconia e della perdita. Sicuramente il tema al quale sento di essere più legata è quello della Libertà. Una libertà che ho incontrato in diverse sfumature e che ho cercato di far rivivere nelle mie pagine: la libertà di amare qualcuno, la libertà di esprimere le mie idee, la libertà di tornare sui miei stessi passi. Una libertà che ho annunciato subito, nella prima poesia e che ho conservato fino all’ultima pagina.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Carmela Fello - Molto, moltissimo direi. Non tutte le poesie presenti rappresentano frammenti concreti dei miei vissuti, ma sono di certo il frutto dei miei pensieri, dei miei sentimenti, dei miei timori. Ogni poesia, anche quella in cui immagino qualcosa che ancora non è accaduto o che, magari, non accadrà, è figlia delle mie giornate. Ci sono poesie che ho scritto per raccogliere pensieri, altre che raccolgono parole che avrei voluto saper pronunciare, altre ancora che in qualche occasione ho dedicato alle persone care che mi circondano. Come per esempio quella per la mia mamma.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Carmela Fello - Semplicemente tutto ciò che durante quel periodo mi ha circondata. Conserverà per sempre le prime persone che hanno letto quelle poesie, quelle a cui ho pensato mentre le scrivevo, coloro che mi hanno spronata a cominciare questo progetto e una piccola fetta della mia vita. Ma la meraviglia per me è che bloccheranno per sempre gli attimi di ogni persona che leggerà anche solo una delle poesie, che avrà legato a esse un po’ della sua storia, che vi si riconoscerà in qualche modo affiancandosi alla mia o che, paradossalmente, troverà mille sensi differenti a quello che ha accompagnato me nel momento in cui le ho scritte.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Io resto”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Carmela Fello - Uno dei momenti più emozionanti che lego a questo libro è di certo il giorno in cui ho ricevuto la proposta di pubblicazione dalla casa editrice. Avevo spedito la mia opera davvero con poche speranze e quando ho letto quella proposta non riuscivo a credere che il mio sogno, in quel preciso momento, si stesse realizzando. Non è semplice riuscire a inseguire questo tipo di sogni, soprattutto oggi, per la mia piccola esperienza. Si corre troppo e si lasciano in cantina desideri che poi il tempo raffredda. Sapere che, in qualche modo, il mio sogno si è fatto strada al di là di me stessa, è motivo di felicità e orgoglio per me. E quel momento indubbiamente ne è stato l’emblema.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Carmela Fello - Ho studiato al liceo classico e, durante quegli anni, mi sono appassionata alla letteratura. Amo, molto, la letteratura italiana e, nonostante in molti mi guardino un po’ di traverso ogni volta che dico questa frase, il mio poeta preferito è Giacomo Leopardi. Nelle mie poesie l’ho incontrato più volte e ho cercato, in punta di piedi di fronte alla sua grandezza, di condividere un po’ del mio mondo poetico con il suo. Al contrario di quanto si possa pensare, non nelle poesie più malinconiche, ma in quelle più sognanti, in quelle ricolme di speranza, in quelle in cui, all’ultimo verso giunge il sereno.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Carmela Fello - Amo molto la musica. Certamente anche quest’arte ha inciso nel mio modo di scrivere e di esprimere i miei pensieri. Nella mia stanza ho tre chitarre e una tastiera. Proprio accanto alla mia scrivania. Inizialmente non scrivevo poesie, ma canzoni. Mi piaceva moltissimo raccogliere le mie esperienze e i miei messaggi per poi doverli cantare. Durante l’adolescenza c’è stato un periodo in cui non facevo altro che questo. Cantare con un’amica, registrare in malo modo le prime canzoni, cantare nel coro della parrocchia e imparare a suonare la prima chitarra. È un bellissimo mondo e quando ho tempo ci torno sempre perché è ricco di ricordi e di passioni che mi hanno accompagnata e che continuano a farlo.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Carmela Fello - Oltre alla poesia prediligo il romanzo. La mia formazione è cominciata da lì. Proprio nelle ultime settimane mi sto dedicando alla letture di “Jude l’oscuro”, romanzo di Thomas Hardy. Nonostante questo devo ammettere che tra un romanzo e l’altro, c’è sempre e comunque un libro di poesie.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Carmela Fello - Sono un po’ tradizionalista a tal proposito: preferisco i libri in formato cartaceo. Di quelli che ti riempiono gli scaffali di una stanza, oltre che i pensieri. Io stessa quando ho scritto questo libro l’ho fatto con carta e penna. Non mi piacerebbe perdere il gusto di poter sfogliare un libro, segnare la pagina che più mi colpisce, annotare ai bordi pensieri e riferimenti ad altre letture… sentirei di perdere qualcosa.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Carmela Fello - Splendido. Ho sempre amato scrivere. L’ho sempre trovato il miglior modo per esprimermi. Se dovessi riassumere in una sola parola il rapporto vissuto con la scrittura e che ancora vivo è fedeltà. Scrivo solo e quando sono convinta che la parola scritta mi sarà fedele, per principio.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Io resto” se non lo avesse scritto.
Carmela Fello - Comprerei questo libro perché mi piacerebbe leggere qualcosa di nuovo e giovane. Perché mi piace farmi trasportare dalla curiosità verso nuove proposte. Mi piace vedere come cambia il modo di esprimersi, come cambiano i sogni, come cambiano le nostre vite. E poi lo comprerei perché raccoglie tantissime sfumature differenti e un messaggio onesto e viscerale che ti spinge, in qualche modo, a confrontarti con te stesso. Le immagini disegnate attraverso parole molto semplici e dirette sono agevole terra di riflessione per chiunque le legga e dato che, a mio parere, ogni libro dovrebbe generare questo vortice interiore, lo comprerei prima di tutto per questo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Carmela Fello - Di progetti se ne fanno tanti, la verità è che il mio unico vero progetto è quello di continuare a scrivere, sempre. Per adesso continuo a scrivere poesie e con ognuna di esse partorisco un sogno futuro. La sola certezza è che saranno sogni che, ancora una volta, vorrei condividere così come ho fatto con questo progetto “Io resto”.
Autore: Carmela Fello
Titolo dell’opera: Io resto
Editore: Aletti
pp.60 €12.00
ISBN 978-88-591-2013-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book
http://www.alettieditore.it/emersi/2014/fello.html
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