| «È la tua vita prendila, con orgoglio difendila». Anche se non la conoscessi come la conosco, l’impressione che avrei di lei si potrebbe riassumere in queste parole, le parole di una delle sue poesie. Una donna che sa prendere la vita a piene mani, a testa alta anche quando questa non sa essere generosa e magnanima. Ma il mondo di Stefania è ben più grande, per essere sintetizzato e rinchiuso in poche o molte righe.
Stefania porta con sé l’impeto delle donne di un’altra generazione, quelle che sapevano stringere i denti davanti a tempi ben più duri dei nostri, ma al tempo stesso tutto il suo essere appare leggero e soave come quello di una fanciulletta. Mentre mi parla, in uno dei pochi spazi appartati del suo salone in via Siacci, a Roma, tutto quello che dice, pian piano si trasforma in energia vitale. Ridiamo assieme, ci intristiamo, riflettiamo e ci commuoviamo. Mi parla di sé. Io le chiedo di sé, e sono sempre più incuriosita, fin quasi a voler entrare a far parte del suo mondo, della sua vita dei suoi «Sentieri», il titolo che lei dice aver dato per istinto alla raccolta del suo primo libro di poesie.
La fanciulletta Stefania lascia presto gli studi e si getta a capofitto nel mondo degli adulti. «Sembrerà strano, ma ho iniziato a lavorare facendo l’attrice in una grande compagnia teatrale. Mia madre lesse su un giornale che cercavano la protagonista di “Anna dei Miracoli”, alla compagnia teatrale Proclemer di Roma». Appena la vide il regista si innamorò di lei. «Purtroppo però poi arrivò una giovanissima Ottavia Piccolo che per la parte aveva una faccia più adatta e l’occasione mi sfuggì tra le mani. Il regista mi volle comunque in un altro ruolo e rimasi con la compagnia per un anno di tournée. Ma ci rimasi molto male. Poi ci fu il periodo della televisione e tante piccole comparsate. Ma ero scontenta e mi bruciava ancora dentro quell’esclusione da protagonista. Era stata la mia occasione mancata». Comincia così a raccontarmi la sua vita, e vi assicuro è un fiume in piena. «Di lì a poco venne a mancare mio padre e mossa anche da esigenze familiari incombenti mi convinsi ad andare a lavorare in un importante hair styling del centro, quello in cui lavorava mia sorella. In quegli anni cominciai ad appassionarmi al lavoro di stilista. Imparavo molto e molto in fretta. Cominciarono i viaggi, un’altra delle mie passioni, motivati dai corsi di aggiornamento in tutta Europa e mi sembrò davvero di aver trovato la mia strada». Ed effettivamente il successo di Stefania è visibile ancora oggi, dopo ben 25 anni di professione. Una professione portata avanti con successo, passione e lasciatemi dire, visto che ne ho esperienza diretta, anche tanto talento. Forse il talento Stefania lo ha nel suo dna, qualunque cosa lei faccia. «Naturalmente ho sempre avuto un animo irrequieto, ammette, e ho sempre e solo voluto decidere io con la mia testa, sbagliare o far bene, ma da sola. Il lavoro di dipendente anche se di un grande salone, mi andava stretto, così cercai la mia strada e col tempo capitò l’occasione giusta. Rilevai un negozio già avviato ma con una mia clientela». E poi chiedo io? «E poi iniziarono gli anni bui. Con una rovinosa caduta dagli sci». In quegli anni Stefania intanto aveva anche messo su famiglia come si usa dire e aveva due figli piccoli. La caduta le procurò numerose fratture tra cui una al bacino e, come se non bastasse, le paralizzò il braccio destro, a seguito di cure che poi si scoprirono non essere state appropriate. Per 4 lunghi anni Stefania tirò fuori la grinta di una leonessa. Si documentò, cercò medici, girò strutture all’avanguardia, tutto per riuscire a guarire. E ci riuscì. «Non fu certo facile, per me e per il mio lavoro sembrava essere la fine di tutto. I clienti un po’ per volta cominciarono ad andar via e rischiavo di chiudere. Ma strinsi i denti e dopo aver contattato un centro specializzato di Lione in Francia, decisi di fare il grande passo. Mi feci operare. Seguirono lunghi mesi separata dalla mia città, da mio marito e dai miei figli, allora ancora piccoli. Fu l’inferno. Ma ne uscii». I suoi occhi e anche i miei si socchiudono per la commozione e un silenzio di quelli che da soli sanno spiegare tutto cala su di noi.
Accarezzo con le dita il libro di poesie, quasi fosse un velo di seta, delicato e leggero. È tutto in queste poesie il tuo immenso dentro, Stefania? Una domanda che non ho avuto bisogno di farle.
Lucilla La Puma
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Stefania Querini scrive queste liriche nell’arco di un lungo periodo della sua vita. «Sentieri» è il titolo che lei ha scelto per rappresentare un percorso di vita ed il caleidoscopio dei suoi sentimenti.
Nell’attimo in cui solo la poesia riusciva a concentrare e ad esprimere stati d’animo profondi ed intensi come la gioia, il dolore, la serenità o l’ amore, lei si lasciava rapire per alcuni istanti incidendoli nel suo cuore con poche semplici straordinarie parole. La casa, la strada, la città, il mare ed il cielo, l’anima sua stessa, sono i luoghi degli intimi, dolorosi e meravigliosi istanti che lei ha intensamente vissuto.
Trovo questa opera particolarmente interessante perché, le liriche, testimoniano momenti di un percorso elaborativo dei sentimenti della vita dell’autrice. Lo scorrere del tempo, la perdita di una persona cara, la speranza nel futuro o la grande gioia di un attimo, esprimono da un lato malinconia e dall’altro un senso di forte religiosità della vita.
Il linguaggio è semplice , diretto, tanto diretto da arrivare al cuore sinuoso e gentile, forte e prepotente.
Ho rivissuto attraverso di lei ricordi della mia stessa vita.
Ho ripercorso con lei i miei più profondi e dimenticati sentimenti, forti emozioni mi hanno colpita.
Questo è il motivo per cui queste poche pagine mi sono care.
Fedora Leali
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La creazione delle dimore della fantasia suona oggi nella magia di Stefania Querini, ed in questa epoca, utile nel riaffermare la supremazia dei sentimenti e dei ricordi troppo spesso abbandonati.
La possibilità di compiacersi, di indugiare dando sfogo a certi desideri come quelli dell'uomo della strada, che non ha tempo, né modo , né struttura per affrontare i problemi attuali del vivere quotidiano, trovano, nella poesia dell'Autrice, gli strumenti utili per una riaffermazione dell'intima essenza dell'essere umano, assetato, oggi piu che mai, di partecipare alla vita di tutti i giorni e di riscoprire il caldo rifugio nei sentimenti e nell'amore.
I nostri giorni sono anche quelli in cui si ama e si ricorda pochissimo e dall'anima di Stefania Querini nasce questo bisogno di amore; la necessaria illusione che un raggio di luce illumini la nostra esistenza.
Stefania Querini nei suoi versi e nelle sue similitudini fantastica e parla di una donna che vuole tanto essere accarezzata dalla vita accarezzandola lei pure.
Stefano Andolfi
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