| Mi piace raccontare una parte di storia del mio piccolo paese d’origine, Osidda, che chiamerò Ogrilla, in ricordo della famosa città che è stata anticamente. Fondata dai Greci, all’apice del suo splendore, fu distrutta da una terribile guerra e dalle sue rovine nacque l’odierna Osidda.
Ubi est ipsa citate famosa de Ogrilla? Est petra est fumus. Sunt in ibi quattor pastores miseros cun magno lutu. Oi dolore mannu! Oi ferocia de saracenos Ki incendiant pro binchida ipsas citates ki furit fundata de ipsa colonia greca dessos Atheniensen benidos umparescum dicti Jolao. (Tratto da “Paesi Sardi” di F. Colli).
È un modo come un altro per “rileggere” e mettere ordine nei ricordi della mia infanzia che vagano nella mente con immagini in parte sfocate, con suoni e rumori quasi attutiti; con odori dal profumo antico pronti a confondersi con quelli nuovi; con accadimenti da me metabolizzati seguendo parametri di giudizio e valori di quel tempo e oggi riveduti con una chiave di lettura diversa.
Sensazioni, emozioni, sentimenti, esperienze e ricordi al sapore di serenità, di spensieratezza, di allegria, da conservare al riparo dai danni del tempo, da tenere ermeticamente chiusi in una “bottiglia” a prova di evaporazione, come si fa con un buon profumo.
La rielaborazione odierna delle esperienze vissute, è un rivisitare la vita del mio paese col senno di poi; è un piacevole tuffo nella mia infanzia e nella prima fanciullezza, quando i rigidi modelli di comportamento erano dettati da una moralità bacchettona-confessionale; quando i falsi pregiudizi facevano piovere o splendere il sole nella vita delle persone; quando la parola “data” valeva più di quella messa nero su bianco; quando il vicinato era l’approdo sicuro nei momenti di gioia e di dolore; quando la lealtà, l’amicizia, la solidarietà erano valori irrinunciabili.
Questa è la storia romanzata di alcune donne del borgo; storie di strada di tutti i paesi della Sardegna, in cui il moralismo imperante dell’epoca e i pregiudizi, erano il sale che condiva i fatti della vita di tutti, insaporendo le diverse “sentenze” col dolce o con l’amaro, a seconda del sesso o dell’appartenenza dell’“imputato” ad un ceto sociale o a un altro. A subire i maggiori disagi erano le donne, le “regine” della casa.
Il “rispetto” che verso di loro si aveva, non impediva che fossero considerate un sottoprodotto dell’uomo e sottoposte a rigidi criteri maschilisti, vere barriere preposte a tarpare loro le ali.
Le storie riportate e i nomi delle protagoniste sono frutto della mia immaginazione, ma con momenti e fatti verosimiglianti a storie raccontatemi durante la mia fanciullezza o da me vissute.
Sono passati tanti anni e molteplici sono state le lotte portate avanti prima che le donne acquistassero la consapevolezza della loro identità, dei loro diritti, delle loro reali capacità, conquistando libertà, stima, credibilità nei diversi settori lavorativi anche a livello dirigenziale, posti da sempre riservati ai maschi.
La trasformazione dei ruoli, anche a livello familiare e lavorativo, ha però generato una forte crisi d’identità fra gli uomini, sortendo il terribile fenomeno del femminicidio, presente nei diversi paesi, perfino in quelli più industrializzati.
Fenomeno sempre in crescita, che non va sottovalutato ma studiato, per attivare strategie d’intervento e di prevenzione, soprattutto a livello educativo-culturale.
(Giuseppina Doneddu, Dalla premessa del libro)
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Note biografiche dell’autrice:
Giuseppina Doneddu (nota Pinuccia) è nata a Osidda e vive a Bitti col marito. Ha un figlio che lavora lontano di casa. Dopo una breve parentesi di lavoro in banca ha scelto d'insegnare presso la scuola primaria, ottenendo, durante la sua lunga carriera, importanti riconoscimenti anche a livello nazionale. Ha fatto numerose e importanti esperienze nel sociale e nella politica. Ora in pensione, dopo più di quaranta anni di servizio e ancora con tanta energia da spendere, cerca di fare nuove esperienze e scrivere questo romanzo è, per lei, un ritornare alunna, un modo per non mortificare l'entusiasmo che ancora vivo, la spinge a non sprecare le competenze acquisite, verificando quanto dei suoi insegnamenti l'abbiano aiutata a liberarsi dalle antiche pastoie, quanta abilità introspettiva abbia acquistato e in che misura la maturità raggiunta abbia agevolato la sua crescita. Ama leggere, scrivere, fare lunghe passeggiate e ballare.
Ha pubblicato il libro di poesie:
FRAMMENTI D’EMOZIONI (ALETTI EDITORE).
È una delle autrici dei libri:
- HABERE ARTEM;
- DEDICATO A…;
- PAROLE IN FUGA (ALETTI EDITORE).
HA SCRITTO LA PREFAZIONE DEI LIBRI:
-versi in libertà
-oltre le parole
-con la mente, col cuore, con le mani tu puoi
-Ha proposto e realizzato concorsi letterari per gli alunni della scuola primaria e secondaria della Sardegna;
-Ha contribuito, attraverso le sue poesie in sardo e in italiano, a raccontare la storia di Osidda nella manifestazione culturale “reportage su Osidda: immagini e parole per raccontare i luoghi della memoria”.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.140 €14.00
ISBN 978-88-591-1937-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book
http://www.alettieditore.it/emersi/2014/doneddu.html#sthash.97UrKnLS.dpuf
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