| Quante volte è stata tolta dalle labbra
la mia canzone e quante volte è stato
azzittito il sussurro del mio spirito poetico!
Il significato della gioia è stato
sepolto dalla febbre della tristezza.
Se con i miei versi tu notassi una luce:
questa sarebbe il frutto delle mie profonde immaginazioni.
Le mie lacrime non sono servite a niente
e non mi rimane altro che la speranza.
Nonostante io sia figlia della città della poesia,
i miei versi furono mediocri.
La mia opera è come una pianta priva di cure,
da cui non si può pretendere molto.
Nell'archivio della storia,
questo è tutto ciò che mi rappresenta.
Nadia Anjuman, poetessa afgana, morta a soli 25 anni a causa delle percosse subite dal marito, che voleva punirla per aver letto in pubblico un suo componimento tratto dal suo libro Fiore rosso scuro, pubblicato prima del matrimonio. Il marito, che era un professore universitario di lettere, dopo neanche un anno è stato riabilitato ed è tornato ad insegnare. Nadia era mamma di una bambina di 6 mesi. Quello che fu lasciato credere è che Nadia si fosse suicidata.
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