| In quali territori non siamo stati, insieme,
con i tuoi occhi che facevano da guida?
Gli occhi tuoi in cui brillavano luci furtive
di lacrime che non disseteranno.
Una ne ho bevuta - te ne ricordi?
caduta sul tuo braccio per un moto del capo,
un'altra ne ho intravvista quando sono partito.
Tu piangi per straziarmi, e sei vittoriosa
sempre, con l'occhio attonito, screziato da lampi fatui,
in cui leggere la verità non è affatto semplice.
So che ti chiamo all'alba, tu mi rispondi a notte,
precipitando in cerchi di spazi a volte solo contigui:
ci illuminiamo a distanza, ma tanto basta al cuore
per vibrare di luce, folgorato di amore.
Dove andremo? I limoni delle isole felici
rilucono come lampade, simili agli occhi tuoi:
amari sono i limoni, anche se a volte dissetano
con la fragranza del succo impregnato di sale.
Ricordi gli oleandri? Aerei e bicolori,
e le gocce di petali di azzurri gelsomini?
Sotto era il mare liscio di tenero velluto
in seta con tante rifrazioni di luce:
ecco il castello, le cupole di un oriente isolano
su cui la luna spande l'antico malefizio.
Non guardarla, la luna, piuttosto guardami senza lacrime,
almeno ora che siamo dentro lo stesso spazio.
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