| Quella di Pasini è poesia che insegna e trasmette “voglia di fare” che nemmeno la morte sembra poter interrompere, attraverso contenuti espressi in un linguaggio a volte iterativo, che però ne fa la forza perché capace di scolpire forti immagini. In «Testamento» Pasini dice: “Quando io morrò/ non cambiatemi d’abito/perché quando arriverò di là/possa ricordarmi/cosa stavo per fare/e dall’altra parte la possa ultimare/Quando io morrò”.
Il figurativo femminile, sempre pregnante nello sfondo, con la metafora delle rondini e della cura per i rondinini, prorompe nello scritto Per la morte di mia madre, per le carezze che non ha avuto e fanno intuire una personalità complessa, ricca di echi. Nei suoi scritti è presente l’alitare dei mattini ed il contatto con i risvegli della Natura, sentiti con la cura di chi è capace di coglierne Vibrazioni come presentimento di Altro.
Si potrebbe parlare di titanismo con il pendant di sfaccettature di crisi che toccano gli smarrimenti dinanzi ai perché sommi del significato della vita di ogni singolo uomo, su questa Terra in corsa tra Mondi infiniti: domande insoddisfatte che hanno difficoltà a trovare posa nelle spiegazioni scientifiche riguardanti l’arco dell’esistenza. È in questa intersezione che la poetica dell’autore tocca vette.
Luigi Saladino
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.48
ISBN 978-88-591-1390-4
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