| Domanda - Nel primo contatto con il libro cattura l’attenzione del lettore il titolo dell’opera, come mai “Via Maestra 23?”
Risposta - Questo è un indirizzo che è racchiuso gelosamente dentro di me, è un indirizzo antico che rappresenta tutti gli spazi che mi hanno dato dimora nella mia lunga vita, tutte le vicende che hanno segnato il fluire del mio tempo prezioso e sacro: passato, presente e perché no, futuro. L’intimità di ogni giorno, la poesia di ogni età.
È la storia di un condominio di città, dove si nasce e si muore, dove si ama e si cresce, ed è la storia di un gruppo di amici che qui si forma e qui si fa realtà.
Ecco, è l’indirizzo del cuore ed è un simbolo.
Il cancellone giallo diventa la porta principale di entrata in questo piccolo universo di gente di ogni età, l’apertura e la chiusura verso e da un mondo più lontano, l’abitazione globale.
Però la globalizzazione si fa nemica, modifica i rapporti, scardina i sentimenti e li divora.
Via Maestra 23 è pur sempre un rifugio e la solidarietà del gruppo continua a risplendere eterna fino all’età più avanzata, la vecchiaia, che bisogna accogliere come una stagione che tocca alla vita.
Domanda - Nella quarta di copertina c’è una citazione della grande poetessa Alda Merini; che rapporto ha la sua scrittura con la poesia?
Risposta - Non sono una poetessa, però la poesia mi piace molto, sul mio comodino si alternano libri di narrativa e la poesia di Leopardi, Quasimodo, Ungaretti, Edgar Lee Masters, Pavese e altri. Credo che la mia scrittura riceva dai componimenti poetici che amo, la concentrazione, la rapida evoluzione narrativa, la sintesi, forse un ritmo musicale.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella costruzione di questa storia?
Risposta - Cerco nello svolgersi dello scorrere storico dell’umanità i fatti vitali, i risvolti necessariamente affini alla mia più profonda realtà personale. Amo la gente, gli amici, la giovinezza. La mia casa è sempre stata un fiorire di gioventù: i fratelli, i figli, i figli loro. E tutti i veri amici che con noi hanno condiviso e spartito la fatica di crescere. Potrebbe sembrare un’autobiografia, ma non lo è pienamente, perché la mia curiosità mi ha portata più lontano. Naturalmente molti personaggi e molti fatti sono frutto di fantasia.
Domanda - Sembra presente, nella sua sperimentazione linguistica, la ricerca tipica del saggio filosofico. Qual è il messaggio esistenziale che si cela all’interno di “Via Maestra 23”?
Risposta - Il saggio filosofico origina dalla ricerca costante di conoscenza che si fa donazione universale e perciò è irrinunciabile. Il messaggio esistenziale celato fra le pagine del mio libro è l’amore per il sapere, che può e deve illuminare ogni età. Fondamentale poi è il sentimento dell’amicizia duratura, e anch’essa profondamente donativa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - All’età di cinquanta anni, mi sono iscritta all’Università, quando i figli già avevano gli anni giusti per potersi gestire un po’ da soli. Ho conseguito con somma felicità la laurea in psicologia, alla Sapienza di Roma. Ho sempre letto molto, di tutto un po’ fin dall’età adolescenziale. Autori stranieri e nostrani, classici e non, e ultimamente autrici donne: Katharine Mansfield, Virginia Woolf, Elsa Morante, Jane Austen, la amatissima Natalia Ginzburg e altre, e altri ancora: e poi i miei studi di psicologia, gli autori di questa disciplina, Freud, Jung, Adler, Rogers, hanno infuso dentro di me il loro potere culturale, il loro interesse per l’umanità.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questo volume?
Risposta - Mi pare di avere capito che vado alla ricerca della felicità, naturalmente per l’umanità tutta. Non la trovo. In fondo nemmeno gli studiosi della mente umana l’hanno promessa. Dopo un inizio leggero e spensierato, in un momento in cui il mondo si trova in una fase di superficiale frivolezza, giunge il periodo della riflessione e della consapevolezza. La civiltà si evolve alla stessa maniera in cui progredisce l’uomo singolo. Il loro cammino è un’alternanza di fasi più leggere e di attimi più duri.
Domanda - La scrittura, come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - I valori più profondi che purtroppo mutano e si sono impoveriti in questi ultimi tempi. Ne è tragica testimonianza la irraccontabile vicenda dell’11 settembre. Vorrei sperare che l’uomo un giorno troverà il bandolo dei beni perduti. L’uomo della strada, semplice, impegnato.
Domanda - Per concludere, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del suo libro?
Risposta - La scrittura è il tentativo di trasferire sulle pagine di un libro le suggestioni e i sentimenti che animano i nostri giorni. Ho sempre scritto con grande facilità e con vera felicità. Leggere e scrivere favoriscono il meccanismo del confronto e della condivisione.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Via Maestra” se non ne fosse stata l’autrice.
Risposta - Difficile rispondere. Forse l’avrei acquistato se avessi letto su una rivista di valore una recensione convincente e se le persone che leggono me ne avessero parlato come di un libro che dice qualcosa di nuovo e di antico. Avrei cercato in esso la memoria del nostro passato, l’intensità del tempo attuale, l’ansia di un domani migliore. O anche soltanto perché mi ha catturato il titolo dell’opera, semplice e intrigante come il tema di una persona ingenua e curiosa.
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