| Domanda - Partiamo proprio dal titolo. Come mai “TERRA BRUCIATA”?
Risposta - Per poter arrivare al titolo e alla sua scelta, è necessario partire dalla raccolta nel suo complesso e da come si è formata.
Come appare evidente dai miei componimenti, il colore ed i colori rappresentano nella mia poetica un elemento essenziale, che sento e vivo fortemente anche in ambito fotografico, altra mia forte passione.
Il "file rouge" che ha guidato l'accorpamento dei testi nelle varie sezioni (testi che spaziano dai tempi più remoti della mia produzione, iniziata nel 2002, a quelli più recenti), è stato proprio il colore che si annidava al loro interno, in modo più o meno velato.
Tale colore di riferimento, scelto in una sfumatura particolarmente suggestiva, è assurto a titolo di ogni singola sezione del libro.
A completamento del lavoro di sintesi svolto, è stato individuato il titolo dell'opera, che doveva racchiudere in sé sia l'idea di suggestione "coloristica" che l'idea di "materia" poetica.
TERRA BRUCIATA evoca materia colorata (terra) e suggestione ricca di possibili e diverse sfumature (il fuoco che brucia è suggestivo e altera il colore della terra in mille possibili diverse tonalità di colore: dal rosso al bruno, dal giallo al marrone, dal grigio al nero).
Questa è stata la mia visione e questo il mio percorso mentale.
Non va però trascurato anche il percorso spirituale, legato al significato letterale del titolo che sottintende "desolazione" e "assenza di vita": come diverse poesie testimoniano, infatti, ci sono momenti ricorrenti in cui la sensibilità dell'anima si carica di dolore esistenziale, difficile da sostenere; e sono momenti di apnea, di mancanza d'aria e di prospettive, di vuoto privo di speranza nel futuro.
Ma ciclicamente arrivano poi anche gli istanti di gioia, difficili da assaporare e da trattenere: attimi fuggevoli che passano quasi senza peso, dei quali però resta quella scia profumata che rende tanto bella e desiderabile la vita.
Domanda - Nella quarta di copertina c’è una citazione tratta dalla prefazione della prof. Maria Grazia Milloni, ma nessuna indicazione della sua biografia: questo silenzio biografico da parte dell’autrice che significato ha?
Risposta - È un silenzio biografico non voluto e solo il vostro quesito me ne ha fatto prendere coscienza. La breve biografia inviata alla Casa Editrice, evidentemente, è saltata per un errore di impaginazione di cui non mi sono accorta in fase di correzione delle bozze.
Tuttavia posso dire che non mi dispiace che sia andata così, quasi che sia stato il destino a scegliere per me.
Le note biografiche vengono richieste ed è necessario mandarle, enucleando in poche righe un percorso di vita e di scrittura.
Ma ho sempre avuto difficoltà a scriverle, perché non solo credo che non aggiungano niente all'opera poetica che deve vivere di vita propria, ma addirittura costringano il lettore ad entrare in un campo personale e privato che lo riporta, suo malgrado, con i piedi per terra; quando invece, con la lettura della poesia, egli dovrebbe trovarsi, se di poesia si tratta, "su di un altro pianeta".
Quindi ben venga il "silenzio biografico"....
A questo aggiungasi che per me ogni libro vale per se stesso ed è unico, legato al momento in cui nasce e non alla sequenza di uscita.
Che quindi questo libro risulti l'unico, in questo momento che ne ha visto la luce, e non il settimo di una catena che nasce nel passato, è per me preferibile, come una madre con i suoi figli: ognuno è importante nello stesso modo, senza scalette e senza influenze reciproche.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella sua composizione poetica?
Risposta - La realtà è la base del mio scrivere: c'è sempre un attimo di realtà davanti ai miei occhi nel momento in cui dentro di me nasce un’impressione da scrivere per fermare e per comunicare un'emozione.
La realtà però poi si trasfigura nella poesia e quindi diviene quasi irriconoscibile, se per realtà intendiamo la quotidianità e la mediocrità di tanti attimi vissuti: la grandezza della poesia, infatti, per me risiede proprio nel donare al grigiore della vita di tutti i giorni la bellezza e la grandezza di un attimo eterno, magico e unico.
Avere sensibilità poetica è un grande dono che aiuta a vivere meglio (sia nella gioia che nel dolore) e che proprio perché "dono" va anche donato agli altri.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione? Altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale.
Risposta - Oltre che la Natura, cui la mia raccolta è dedicata proprio per l'inesauribilità della sua variopinta ispirazione, mie fonti di ispirazione interiore sono l'arte, soprattutto pittorica, dove spesso trovo forte sintonia con il mio sentire e, in ambito letterario, gli autori romantici, così ricchi di sentimento inteso come ricchezza interiore e non come sdolcinata e stucchevole visione del mondo. Tra i poeti prediligo Gabriele D'Annunzio nei suoi versi d'amore e i poeti ermetici, come Ungaretti e Quasimodo, per la loro capacità di racchiudere in poche parole concetti estremamente ampi.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questa raccolta?
Risposta - La solitudine e il silenzio, la frequente incapacità di comunicazione tra gli esseri umani; la caduta dei sogni e il senso di vuoto che spesso compare lungo l'esistenza; la brevità degli attimi di gioia e il tentativo, anche attraverso la poesia, di allungarne la vita; il dolore di vivere e la lotta perenne con la propria anima per non farsi distruggere dalla malinconia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale. Cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il valore testimoniale esiste innanzitutto per me stessa ed è questa la molla che mi ha portato a scrivere: il desiderio e la necessità di non dimenticare gli attimi importanti della mia vita, quelli nei quali emozioni e sensazioni sono stati particolarmente intense e pregnanti.
L'aver poi scoperto che anche altre persone, nel leggere i miei appunti di vita, in qualche modo rivivevano sentimenti analoghi e davano loro una seconda vita ed una memoria, portandole a ringraziarmi per questo, mi ha dato la spinta a pubblicare.
Perché, come dicevo sopra, la poesia non appartiene al poeta, ma è di tutti: il poeta è solo colui cui è dato il grande dono di saperla acchiappare portandola sulla terra, in modo che tutti possano poi riceverne beneficio.
Domanda - La brevità di alcuni componimenti poetici richiama una certa somiglianza con l’aforisma o la considerazione breve e folgorante tipica della filosofia. È una scelta cosciente?
Risposta - Assolutamente sì...
La mia stessa concezione di poesia è legata alla brevità, alla sintesi, alla sublimazione.
Scrivo di getto e spesso la poesia resta così come è scaturita; ma se successivamente, finita l'onda emotiva, decido di rimetterci mano, è sempre e solo per asciugarla di più, per limarla ancora e per renderla ancora più stilizzata.
Il processo inverso, invece, non avviene mai.
Domanda - Per terminare: qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Credo che la risposta a questo ultimo quesito sia già stata espressa nelle risposte precedenti, sia per ciò che attiene al mio rapporto con la scrittura e a ciò che essa rappresenta per me (fondamentalmente, una sorta di "alter ego"); sia riguardo alla creazione del libro, nato non per composizione, ma per sintesi e accorpamento (voluto e scelto) di singole composizioni nate in momenti diversi.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Terra Bruciata” se non ne fosse stata l’autrice...
Risposta - Comprerei il libro per vivere dentro di me la poesia in maniera diretta e semplice, senza orpelli: sull'onda di parole chiare ed evocatrici di sensazioni ed emozioni tante volte sentite, ma raramente fermate davanti agli occhi e dentro il cuore, con la possibilità di riviverle a piacere.
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