| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La Decima Musa”?
Risposta - Il titolo è stato scelto verso la fine della stesura. Tutto coincide con un'affermazione fatta dal poeta Alceo che, elogiando Saffo, la chiama per l'appunto la “Decima Musa”, colei che insegnò agli uomini l'arte dell'amore.
“Tutto l'universo obbedisce all'amore” cantano Battiato e Consoli nel brano omonimo; amare è un'arte e Saffo merita a mio giudizio di essere la sua patrona.
Domanda - Quanto la realtà circostante ha inciso nella scrittura di questo testo che si muove metaforicamente nel passato?
Risposta - Il testo ha un'origine teatrale e un'origine sociale. Non ho mai approfondito molto l'ambiente del teatro in qualità di attore (mi è capitato di recitare sia in italiano che in inglese, perlopiù personaggi secondari o comparse) però non nego che recitare mi piace e che scrivere per il teatro mi piace ancor di più. Tutto è nato da una richiesta per una sceneggiatura che poi pian piano si è trasformata in un valido manoscritto drammaturgico; il contesto sociale dell'omosessualità e dell'affermazione della figura della donna son stati altri due interruttori importanti, provenienti dalla realtà circostante, che han contribuito a voler scrivere questo testo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale, oltre ovviamente a Saffo?
Risposta - Nonostante la domanda dia giustamente per scontato la sua presenza tra le fonti d'ispirazione, non posso esimermi dal citare le “Liriche e Frammenti” di Saffo. Testo sicuramente necessario per la mia formazione.
Robert Graves e Kahlil Gibran sono altri due autori che subito riaffiorano alla mente, il primo per il libro sui miti greci, illuminante e affascinante come non mai, il secondo per la spiritualità effusa ed infusa nei suoi testi come il Profeta, un libro che ho letto in un sol pomeriggio e che continuo a rileggere volentieri.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questa opera?
Risposta - Creando due macro-gruppi per elencare le due tematiche principali, esse sono l'amore e la donna.
Volendo strutturare meglio la cosa, nel libro si parla di amore omosessuale, amore per l'arte, l'importanza di essa, l'amor delle proprie terre e l'amore come alto concetto, l'indipendenza femminile e la donna nel contesto domestico. Temi appartenenti ad un contesto storico distante più di duemila anni e che al contempo sono specchio di ciò che è attuale sotto il profilo dei problemi sociali e culturali.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ho voluto salvare Saffo e con lei voglio salvare certi valori e certe visioni sociali non solo dall'oblio del tempo ma anche da quello dell'ignoranza. Provare a spiegare come ad esempio il concetto di omosessualità era già allora esistente ed era un dato naturale, stesso discorso vale per la donna e le sue consapevolezze all'interno di una società.
Domanda - L’intreccio amoroso, è un genere frequentato dai lettori, quanto questo l’ha condizionata nella scrittura?
Risposta - Sono sincero, non è stato un dato né ponderato né incisivo al fine della stesura di questo testo, nonostante nella vita di Saffo ci siano stati effettivamente vari intrecci amorosi. Quando scrivo non tengo spesso conto di cosa viene letto/frequentato di più nel contemporaneo, piuttosto mi concentro e mi preoccupo di disegnare degli scenari logistici e/o emotivi e con essi di avvolgere il mio lettore.
Suona effettivamente come un paradosso: tramite una scrittura più o meno introspettiva e trascendentale cerco di rendere concreto lo scenario che si sviluppa attorno al suo spettatore.
Domanda - Lei utilizza lo pseudonimo Andrew Kyosuke G. Shino, un alter ego esplicito poiché lei stesso lo affianca al suo nome reale. Ci spiega questa scelta?
Risposta - Il mio lungo e insolitamente complicato nickname nasce da un'insieme di altri nick con i quali mi son firmato in passato per alcuni scritti, disegni o commissioni e sono anche dei secondi nomi che mi son dato o che mi son stati dati da parte di amici. Tre su quattro hanno un'origine giapponese (la G puntata ha un richiamo ad un manga) e Shino è il mio secondo nome attuale e definitivo. Più facile esser chiamato Shino che Andrea o con un suo diminutivo quando sono con amici e conoscenti.
L'insieme dei nick l'ho trovato affascinante così come l'ho formato e così ho deciso di usarlo per firmare i miei testi.
Non so bene se sia una questione di necessità di un alter ego con il quale camminare a fianco, sicuramente è stata una necessità di affermazione indipendente.
Può sembrar poca cosa, ma esser chiamato Shino anche da una persona che non conosco è una piccola gioia che provo dentro.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il testo l'ho scritto in un mese, scrivendo ogni notte fino alle tre del mattino. Scrivevo quasi un capitolo a notte, pieno di appunti e brainstorming nei dintorni del tavolo. Sopratutto ho scritto tutto su carta, niente computer (solo per la revisione, trasferendo tutto su di un file).
Il quaderno dove ho scritto l'opera è custodito gelosamente e viene ancora adesso usato per scrivere altre opere.
Scrivo perché mi piace molto, mi aiuta a star meglio e perché divento pittore di un mondo dove vernice non ce n'è. Scrivo perché so di saperlo fare, consapevole della presuntuosità di questa affermazione, e riconosco e osservo ovviamente una giusta umiltà nei miei lavori e sopratutto nei confronti dei lavori altrui.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La Decima Musa” se non ne fosse stato l’autore.
Risposta - Soggettivamente, lo comprerei solo per il personaggio di Saffo, ancor di più se messo in un contesto teatrale e di più ancora se il diavolo è nei suoi dintorni (esso è una figura assai affascinante da sottoporre al teatro.).
Oggettivamente, penso lo comprerei per l'originalità e la volontà dell'autore di trattare quel determinato argomento, non per forza incisivo il fatto che abbia solo ventidue anni.
Domanda - Tra i molteplici e variegati interessi che lei frequenta, sia in ambito letterario sia in quello artistico, quali sono i progetti futuri cui sta lavorando?
Risposta - Al momento sono impegnato in un racconto breve per un contesto privato, dopodiché passerò alla stesura del mio secondo testo drammaturgico che avrà luogo ad Orfalese (Il Profeta, K. Gibran) e si concentrerà maggiormente sulla figura di Almitra, la veggente. Per i progetti di altra natura, aspetto paziente e impaziente di inaugurare un progetto radiofonico in collaborazione con un'importante associazione no-profit, riprenderò anche a breve la realizzazione di un album a cura di un mio amico producer con il quale collaboro come co-producer e cantante, nel frattempo son tornato a studiare game design e sound design e sto preparando una demo tecnica di un videogioco per mettermi alla prova e, si spera in futuro, per tracciare una strada anche verso questi altri due settori, magari costruendo anche un team di sviluppo da zero.
Ho anche una vita sociale decente, lo giuro!
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