| Un viaggio mitico, che, dalle origini del cosmo, giunge alla fine dei tempi. Il lettore viene trascinato, dalla veemenza delle forze primordiali in lotta, nel magma tumultuoso dell’essere primigenio. Da questo si separano, lacerandosi, i costituenti del mondo, fino a plasmarsi, in forme compiute, in un cosmo ormai pacato. I temi del mito trovano infinite modulazioni, come i sentimenti che fondano la coscienza umana: la solitudine, le passioni, il destino mortale, l’anelito ad un possibile "altrove". Finché, nell’ultima parte, alla purezza terribile e numinosa della cosmogonia, segue la rappresentazione di una civiltà umana fatiscente e corrotta: le acque, la terra, l’aria appaiono ora maleodoranti e putrescenti; ai colori incontaminati delle origini si sostituiscono le tonalità impure del disfacimento e della depravazione. È la condanna, il Giudizio Universale, la fine dei tempi. Ma ecco che dall’“eterno retaggio, / barbaro, mai profanato” delle origini si apre la speranza di un ritorno all’innocenza perduta, espressa dalla figura di Medea, il cui mito l’autrice rivisita nella poesia conclusiva della raccolta. La varietà dei temi è accompagnata da un continuo mutare del ritmo, cadenzato da rime e assonanze che scandiscono la musicalità e i suoni, ora spezzati e assordanti, ora insistentemente o ironicamente cantilenanti. Anche il linguaggio si modula, seguendo differenti registri: alto e tragico nella cosmogonia, profondo nel sondare l’animo umano, severo nel descrivere la decadenza della civiltà, ma sempre ricercato nella scelta del lessico e degli accostamenti, inconsueti, rari.
Cristina Morandi, poeta e saggista
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.144
ISBN 978-88-591-1299-0
Il libro è disponibile in versione e-book a €5,49
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