Opere pubblicate: 19989
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Intervista ad Andrea Moretta che parla del libro “dove corri Sara?” ( il destino ti raggiungerà?), edito dalla Aletti, a cura del giornalista Andrea Menaglia di Gold TV Italia |
di
Rassegna Stampa
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| Traccia dell’intervista con il giornalista Andrea Menaglia di Gold TV Italia dell’ 08.05.2014 con il dr. Antonio Moretta sul tema del libro: “dove corri Sara?” (il destino ti raggiungerà?) della Editrice Aletti di Roma
Domanda: mi dica dottor Moretta, cosa vorrebbe che arrivasse al lettore del romanzo “dove corri Sara?”(il destino ti raggiungerà?) da lei scritto di recente ed edito Aletti di Roma?
Risposta: i due personaggi del libro (Sara e Renato) hanno un carattere forte e volitivo, sono determinati a voler raggiungere il grande successo volendo piegare il proprio destino alla loro volontà. Per questo rinunciano a raccogliere le indicazioni che la vita designa con casualità a loro. Sara opprime il suo sentimento per Renato e nasconde i fatti della sua vita all’oggetto del suo amore, che è Renato. Fa questo in nome de feticcio del suo successo in carriera da architetto. Renato, cullandosi sulla posizione di potere e di strapotenza economica del padre, si adagia su una coltre ovattata e rinuncia ad una vita passionale per assurgere a “Principe del foro” erigendosi a sommo giudice di situazioni giuridiche che riguardano: ora il reo occasionale da lui difeso, ora il danneggiato dai reati commessi. Egli si crede onnipotente nello sposare la tesi in difesa del suo casuale cliente e procede come un rullo compressore sugli eventi lasciando che le passioni umane si schiaccino come mosche sul parabrezza di un’auto lanciata verso l’ignoto. Quando però gli avvenimenti della vita portano l’eroina del romanzo ed il principe del foro a dover giudicare se stessi, allora tutto si complica ed i pilastri su cui fondavano la loro vita crollano. Sara arriva alle soglie della pazzia e in Renato precipitano i capisaldi della professione proprio perché è incapace di ignorare quella sfumatura di grigio che sta tra il bianco ed il nero, tra il giusto e l’ingiusto, tra il reo e l’innocente. La vita è maestra ed il destino è il suo allievo. Guai a voler scambiare i ruoli. Non sempre si può fare ciò che si vuole della propria vita quando gli effetti delle proprie decisioni riguardano anche gli altri. Non so se nel corso del libro io sia riuscito ad incuneare questo dubbio al lettore, ma loro potranno giudicare molto meglio di me.
Domanda: senza svelare la trama del romanzo, potrebbe indicare cosa attrae l’utente lettore per farlo acquistare il libro e leggerlo?
Risposta: attrae il problema che riguarda noi tutti perché il romanzo è la storia di una donna moderna che inseguendo il successo a tutti i costi, rinuncia alla parte migliore della sua vita: la passionalità; perdendo per strada lo scopo per il quale ha lottato vent’anni. Ognuno di noi ha al proprio interno un cavallo in corsa come quello illustrato in copertina che rappresenta la volontà di raggiungere la propria mèta, ma bisogna saper ascoltare le indicazioni che vengono dalla passione propria e di chi ci vive affianco e che potrebbero anche modificare in meglio gli obiettivi da raggiungere. Per questo il tema del libro dovrebbe raggiungere tutti
Domanda: che parallelo si potrebbe fare tra la corsa di Sara e Renato verso il successo e quella che oggi stiamo correndo noi?
Risposta: anche noi italiani ed anche l’attuale Governo Renzi è un cavallo in corsa e parlando di attualità, sta correndo a testa bassa verso il conseguimento dei suoi obiettivi di riforma nell’interesse di tutti gli italiani. Deve però tenere conto che ogni suo provvedimento tocca passionalità ed interessi che spesso non collimano con gli obiettivi (seppur nobili), del suo agire. Per questo deve ascoltare le chiamate dei meno abbienti e degli infelici per poter ottemperare, su un terreno grigio, il bianco dell’interesse di una categoria con il nero di quella gran parte dei poveri destinatari dei suoi provvedimenti. Ciò sempre nel massimo interesse generale. Questo è il parallelo tra libro ed attualità.
Domanda: mi dica c’è qualcosa di autobiografico nel romanzo o il suo libro è pura invenzione fantastica?
Risposta: non si può descrivere qualcosa o qualcuno che non è mai esistito; si può sviluppare con la fantasia qualcosa che si conosce e farla diventare un sogno, questo sì. Vede, la tenuta di Godenzia a Torvajanica o la villa di Porto Santo Stefano all’Argentario, laddove si svolge gran parte delle storie narrate, esistono davvero ed io da ragazzo ci sono stato più volte in quei luoghi; solo che nel romanzo sono diventate un’altra cosa che si può assimilare a quello che in diapositive le posso anche mostrare. Inoltre, chi di noi nel corso della vita non ha conosciuto una Sara o un Renato? Chi di noi una volta nella vita non si è trovato davanti ad una decisione corretta da dover prendere ma che grava pesantemente sulle proprie spalle? Ognuno ha pensato, almeno una volta, di ignorare il tutto e far finta di niente, anche se ciò al fine procura dei danni a terzi. Ricordo la trama di una vecchia commedia “un Mandarino per Teo” in cui il diavolo consegna un campanello a Teo che ad ogni pressione del dito materializza un mare di soldi a suo uso e consumo, però ad ogni pressione del suo dito, muore in Cina un Mandarino. Spesso per interesse personale qualcuno di noi preme con menefreghismo quel campanello sapendo che morirà un Mandarino (in senso esemplificativo) questo purtroppo avviene spesso negli affari e nella politica.
Domanda: mi dica lei non è un giovane scrittore di primo pelo e non è al suo primo libro; quando le è nata la vena di scrittore e che cosa ha scritto prima d’ora?
Risposta: nella mia vita ho fatto sempre il Manager d’impresa privata. Ho diretto fino a 1500 operai tra fabbrica e montaggi esterni, tempo per la scrittura non ne ho avuto molto, anzi debbo dire che mi è rimasto il rammarico di aver anche trascurato la famiglia per il lavoro, però ho sempre amato lo scrivere ed in proposito le voglio raccontare un aneddoto interessante che può rappresentare la risposta alla sua domanda. Avevo 13 anni a Venezia e frequentavo le scuole medie, la nascente Europa Unita, tramite il Ministero della Pubblica Istruzione italiano, indisse un grosso premio della “Settimana del Libro” tramite concorso a temi su tutto il territorio nazionale. La mia insegnante di italiano scelse il mio tema come il migliore della classe e lo presentò alla presidenza, la quale scelse il mio tema come il migliore della scuola e lo presentò alla provincia di Venezia. La commissione europea scelse il mio tema come candidato delle scuole medie della provincia e vinse il premio. Ricordo che, con enorme imbarazzo ma con un’immensa soddisfazione, venni premiato dalla moglie del prefetto di Venezia di allora, dottor Gargiulo, in una apposita cerimonia tenuta all’Ala Napoleonica di Piazza San Marco con la presenza della stampa di allora e moltissime personalità che intasarono la sontuosissima sede medievale. Si fecero molte foto e si fece menzione sul giornale “il Gazzettino” di Venezia. Il seme dello scrittore era già a germoglio, poi con il tempo libero della pensione si è sviluppato. Il libro “dove corri Sara?” è la quinta opera scritta e la quarta pubblicata. Se lo desidera posso parlargliene.
Domanda: mi dica cosa la spinge a scrivere e quando lei scrive?
Risposta: avendo tanti decenni di esperienza di vita e tre bei figli ormai grandi, tutti incastrati nel tessuto sociale del paese, sento il bisogno di lasciare a loro ed ai pochi lettori che avranno la pazienza di leggermi, delle testimonianze di chi ha vissuto delle storie vere e che le ha modificate con sfrenata fantasia per descrivere aspetti della vita comune nel periodo appena passato, allo scopo di non far commettere gli stessi errori nel futuro; cerco di far questo divertendo il lettore. Per il secondo punto le debbo dire che scrivo principalmente di notte e raccolto nel mio piccolo eremo che mi sono ricavato in casa con la comprensione di mia moglie che ha una pazienza incredibile nel sopportarmi.
Domanda: mi dica come ha pensato alla trama del libro e quanto tempo ci vuole mediamente per portare alla stampa un lavoro?
Risposta: dal sacco delle esperienze di vita vissuta realmente o su storie conosciute, con un po’ di modestissimo talento,tiro fuori i soggetti che meglio si adattano alla idea che nasce in circostanze particolari. Mi applico alla descrizione delle bozze che delineano i soggetti come se dovessi dipingerli, poi elaboro la trama costruendo il tracciato assieme alla scelta delle località in cui si svolgono gli eventi. Per esempio su dove corri Sara?, le “locations” sono l’Argentario, Grosseto, Roma e Torvajanica. Poi come in “Trance” mi tuffo nella scrittura ed abbozzo il libro. Sospendo per un mese circa il lavoro compiuto per lasciare coagulare il tutto ed alla ripresa mi accingo a riscrivere apportando modifiche, correzioni, adattamenti etc. Poi inizia la parte più laboriosa e meno fantasiosa ed appagante: la correzione con rilettura del testo per un mare di volte. Per un libro ci vuole mediamente un anno di tempo.
Domanda: ha qualche libro nel cassetto che potrà uscire a breve?
Risposta: ho terminato la prima bozza di un nuovo romanzo ambientato nella Sicilia degli ultimi anni che narra la lunga ed interessante storia di don Calogero Spada; un potente uomo della Sicilia che conta dal titolo provvisorio: Ambra del Simeto (canto di amore e di malavita). Nel corposo romanzo si muovono circa 60 personaggi che danno vita ad un’avvincente storia di amori e di malavita come recita il titolo del mio ultimo lavoro. Di questo potremo parlarne verso settembre di quest’anno quando uscirà dalle stampe, se lei vorrà.
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