| Domanda - Partiamo dal titolo che ci introduce direttamente nel tema centrale del libro. È stato difficile confrontarsi, attraverso la scrittura, con il proprio vissuto più profondo e vero?
Rita Bosco - Non è stato difficile confrontarsi perché fa parte della mia vita, riesco a parlarne a voce, ma tanta gente non sa delle mie vere esperienze e io scrivo questo libro per liberarmi da un peso che mi
colma da sempre.
Domanda - Emotivamente, non potersi nascondere dietro personaggi, o costruzioni letterarie, è una sorta di viaggio all'interno della propria esistenza. Quali sono stati gli stati d'animo più ricorrenti durante la
stesura del libro?
Rita Bosco - Le emozioni che ho avuto sono troppe, soffocate sia in famiglia, sia agli amici sordi e amiche sorde e sia ai conoscenti, per cui i miei stati d'animo sono uno sfogo personale per gridare al mondo i miei dolori, i dispiaceri e le gioie chiusi dentro di me da tanto tempo.
Domanda - Il testo è cadenzato da diversi componimenti poetici, come si inserisce questa esperienza di scrittura con la sua biografia?
Rita Bosco - Ci sono poesie che contengono realmente i miei sentimenti vivendo i momenti vissuti che si rappresentavano, come la positività, che a volte si scontrava con la negatività handicap di sordità, che permette solamente la scrittura come mia espressione.
Domanda - Il libro è suddiviso per tappe cronologiche, quale è stato il periodo più controverso che ha dovuto affrontare?
Rita Bosco - Il libro è stato per me come una liberazione, potendo divulgare la mia esperienza. Da troppi anni desideravo spiegare i problemi della sordità.
Domanda - Nel libro il tema della sofferenza è posto con forza, come se la scrittura fosse, ancora prima che un mezzo per creare artifici letterari, una ancora di salvataggio, un appiglio per sfuggire alle brutture della quotidianità.
Rita Bosco - Non è un appiglio per sfuggire alle brutture della quotidianità, anzi è un'ancora di salvataggio nella mia capacità, con una naturalezza piena di fede e di speranza per essere aiutata dal pubblico.
Domanda - Il suo libro indica come sotto titolo “autobiografia di Rita, sordomuta”. Quali sono stati gli ostacoli e le difficoltà descritte nel libro?
Rita Bosco - L'ostacolo principale è stata quello di scrivere la mia autobiografia in seguito alla mia delusione amorosa. Avevo paura di essere criticata da tutti. Avrei voluto scrivere di più nel libro, ma ho preferito abbreviare per non creare disagi e dubbi ai lettori. Ma, in ogni caso, io sento il bisogno di sfogarmi scrivendo e spiegando le diversità: SORDOMUTA, SORDO, SORDASTRO E AUDIOLESO.
Io voglio ancora distinguere le vere diversità fra i termini - sordo e sordastro - per migliorare le situazioni sociali nelle scuole e nella vita quotidiana.
Domanda - È stato difficile scoprirsi completamente davanti al lettore? Raccontando semplicemente quello che si è e quello che si è vissuto?
Rita Bosco - Non è stato difficile. Avevo paura di ricevere critiche molto negative, ma ho raccontato nel mio libro, svuotandomi dai dubbi che avevo, per capirmi e per capire la diversità con l'AUTISMO.
Domanda - Il libro può essere rappresentativo di altre persone che vivono la sua stessa condizione esistenziale?
Rita Bosco – Sì per essere condivisa, sennò sarebbe una rivelazione dell'esistenza dell'AUTISMO nella comunità dei sordi, specie da parte del pubblico e dei sordi.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "La ricerca nel mio mondo del silenzio autobiografia di Rita, sordomuta" se non ne fosse stata l'autrice.
Rita Bosco - Un motivo c'è sempre per me, è trovare il personaggio nel mondo simile a me.
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