| Domanda - Partiamo dal titolo “Uno, Due e Tre”, può dar vita a molte immagini, a un ritmo che scandisce l’andare; il numerare dei presenti o delle presenze; una filastrocca musicale etc. Qual è il significato che lei come autore dà al titolo scelto per raccogliere questa raccolta di aforismi?
Risposta - Mi trovavo in difficoltà rispetto al titolo da dare alla presente raccolta, “Aforismi” era il più scontato, così come “Raccolta” od altro; ho pensato che forse la migliore scelta fosse prendere spunto dalla lunghezza dei versi: uno, due e tre versi, che sono appunto quelli utilizzati per esprimere i vari concetti; non ultima riflessione è stata quella di rimandare alla filastrocca: “Uno, due, tre… ” che vuol significare l’inutilità di ciò che si è detto in quanto l’usufruitore, invece che ascoltare, sta contando le formiche.
Domanda - Come è giunto a questa forma espressiva?
Risposta - Non c’è un motivo specifico, è stato il caso a determinare la lunghezza delle riflessioni che ho voluto sintetizzare.
Domanda - Quali sono gli argomenti che maggiormente affronta nei suoi aforismi?
Risposta - Anche in questo caso non c’è stata alcuna limitazione alle tematiche trattate, sono stati semplici stati d’animo che via via affioravano e che mi hanno spinto a descriverli.
Domanda - L’aforisma è come una feritoia: partendo da una visuale ristretta apre a nuovi panorami. Una sua considerazione su questo genere letterario e filosofico.
Risposta - Sì, è così. Lo scopo è quello, mediante poche righe, di suscitare l’interesse nel lettore nell’approfondire quelle tematiche che fanno parte del suo vissuto personale. Ognuno dovrà, quindi, dare una sua risposta al quesito che gli viene posto; è in questa introspezione e nella risposta che ciascuno dà l’essenza dell’aforisma.
Domanda - In una società come quella contemporanea sempre più frenetica e veloce, l’aforisma, una via di mezzo tra la poesia e il racconto breve, sembra avere una sua nuova vitalità. Anche la diffusione dei social network favorisce la condivisione dell’aforisma. Lei ne ha contezza?
Risposta - Senza dubbio. La velocità in cui siamo costretti a vivere ci porta ad essere il più possibilmente concisi, la divagazione fa perdere la sostanza del discorso, essere concisi è quindi la chiave nel farsi comprendere e nel capire.
Domanda - Complessivamente quanti aforismi sono presenti nella raccolta ?
Risposta - Non li ho contati ma credo circa duecentocinquanta, il lettore vedrà, tra l’altro, che la numerazione romana è anche errata in quanto alcuni aforismi sono stati aggiunti all’ultimo momento (tratti da una successiva opera in via di composizione) e per i quali ho voluto dare un segno di distinzione rispetto all’opera originaria.
Domanda - Da un punto di visto linguistico, il metro da lei usato è d’impronta classica, come mai questa scelta nell’utilizzo della scritta parola?
Risposta - Non c’è stata, da parte mia, una scelta valutata, probabilmente è dovuto all’affioramento di quelle reminiscenze scolastiche che mi porto appresso.
Domanda - Un autore di aforismi come si colloca all’interno del mondo letterario? Si sente più vicino alla poesia, alla prosa, o alla filosofia?
Risposta - Se una distinzione fosse possibile opterei più al genere filosofico, in quanto le riflessioni che il genere comporta suscitano interrogativi cui solo la filosofia propria del lettore può dare riscontro.
Domanda - Conta di pubblicare altri volumi di aforismi in futuro e di proseguire in questo genere letterario? O considera questa esperienza come unica?
Risposta - Non so. Il presente volume è la raccolta di trent’anni di riflessioni ed appunti; ho sessantotto anni, mi auguro di viverne altri trenta ma, vista la memoria che comincia a fare brutti scherzi, mi sembrano, oggettivamente, un po’ tanti.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Uno, Due e Tre” se non ne fosse stat0 l’autore.
Risposta -Curiosità, semplice curiosità!
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