| Con questo volumetto Anna Maria Algieri si avventura nei territori sconfinati della narrativa, dopo una lunga frequentazione dell’universo poetico di cui sono testimonianza le numerose raccolte pubblicate dal 1982 a oggi.
In una lunga e articolata Presentazione, Rinaldo Longo ripercorre i racconti dell’Algieri, con gli affinati strumenti del suo mestiere di esperto indagatore di “poesia, scienze del linguaggio e discipline sociali” e li passa al setaccio di una critica scientifica, e perciò obbiettiva, che li restituisce al loro habitat naturale, per quel che sono: “figli delle contraddizioni del nostro tempo”.
C’è, naturalmente, nei racconti di Anna Maria Algieri, una struggente quanto nostalgica rievocazione dell’infanzia, vissuta nel pascoliano “nido” di Acri, avvolta dall’affetto e dalle cure premurose di “Mamma Rosa” e di papà Vincenzo protagonista, in qualche modo, di “Al crepuscolo della Pasquetta”.
Si potrebbe tuttavia dire che questi racconti trasudano innocenza e semplicità, non solo a livello linguistico ma anche attraverso l’ambientazione di quelle che l’Autrice definisce “fantasie”, grazie agli elementi tipici della favola
in cui trovano posto e spiegazione “Riccioli d’oro”, “Le mie bambole”, “Lo sguardo innocente” e – soprattutto – “Il giardino di Dida” con il variopinto dispiegarsi di rose, garofani, viole del pensiero e lillà che parlano a chi ha il
cuore puro.
L’ultimo racconto, “L’amore impossibile” ci restituisce - come scrive Rinaldo Longo - la fanciullina dai “Riccioli d’oro”, diventata ormai adulta, “sola, disperata”, che “accetta di convivere, fra tanti sensi di colpa, con un
uomo sposato”, attratta dai suoi “ modi garbati, gentili, capaci di placare la disperazione”.
“Tra sì e no” è la posizione in cui si trova la Marta de “L’amore impossibile”, metafora, in qualche modo, di ogni vicenda umana che si dibatte sempre, nel profondo della coscienza, tra questi due arcaici e ancestrali monosillabi
sinonimi di bene e male, luce e ombra, amore e morte, inestricabilmente congiunti nel cuore dell’uomo.
fra Giovanni Spagnolo
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