| Il titolo, che Anna Maria Algieri ha dato a questa sua raccolta di poesie, orienta subito il lettore verso un orizzonte di trascendenza, indicato anche dall’eloquente immagine di copertina di Maria Credidio L’Eterno Amico.
La maggior parte dei versi contenuti in questa raccolta possono, a tutti gli effetti, collocarsi nella tradizione della preghiera cristiana popolare che l’Autrice ha ricevuto in dono dai suoi pii genitori nel contesto di un ambiente -
Acri - santificato dalla straordinaria esperienza spirituale del beato concittadino, il cappuccino padre Angelo.
Non è un caso, infatti, che ben sei delle quarantasei poesie di questa silloge sono dedicate dalla poetessa di Acri al beato cappuccino, mentre nove fanno riferimento alla Vergine Maria, vista come “madre santa”, “mamma celeste”,
“madre” tout-court, invocata sia come “Madonna di Lourdes” che come “Vergine addolorata”, per trovare “conforto” per le pene del cuore, soprattutto nel mese a Lei dedicato – maggio, con il Rosario – tra “profumi di rose”,
appunto.
Non mancano nella raccolta della Algieri, in questa sua Voce dell’anima, le preghiere e le invocazioni a “Gesù Bambino” e a “Gesù Crocifisso”, assai sentite e presenti nel cuore del popolo cristiano, come pure ad altri Santi, come
Francesco d’Assisi, Francesco di Paola, Giovanni XXIII, Pio da Pietrelcina e altri elencati - in una sorte di litania - nella poesia “I miei santi”.
Sullo sfondo delle preghiere, Anna Maria Algieri colloca alcuni interrogativi e considerazioni esistenziali sulla vita e il suo mistero (La beffa della vita, Ingratitudine, La vita, Giustizia, Sofferenza, Perdono) che trovano una risposta nel vissuto di fede dell’Autrice (Implorazione, Fede e Luce, Signore sostienimi, Fede, Invocazione) mediato dai sacramenti (Confessione, Il Pane della vita).
Paradossalmente è la prima poesia che apre la raccolta - Inno di gioia - a illuminare tutti i versi di Anna Maria Algieri, con quella luce che viene dal Signore e si trasforma in canto, come avvenne già nel cuore della Vergine Maria, “perché Egli è l’inno della gioia, / della pace, dell’amore”.
Giovanni Spagnolo
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